Capitolo 4

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*Questo è l'ultimo capitolo ed è erotico, per un pezzo, almeno... se non apprezzate non leggete (¤_¤)... detto questo, spero che non decidiate di linciarmi... I personaggi non mi appartengono, ovviamente... vi ringrazio per aver letto e vi chiedo di lasciarmi qualche commento... di ogni genere... GRAZIE!!*

Lupin non era a casa, quella notte. Dove e con chi fosse non lo sapevo e non mi fregava neanche saperlo. Avevo tutto quello di cui avevo bisogno. Tra cui un samurai in camera da letto. Goemon era stato silenzioso, più del solito perlomeno, e rigido tutto il giorno. Era stranamente nervoso. Era entrato in camera da letto come una furia, mentre me ne stavo seduto sul letto a fumare. Gli porsi il pacchetto, -Ne vuoi una?- Scosse la testa. Sapevo bene che non fumava, ovviamente. Ci conoscevamo da anni e stavamo insieme da mesi, volevo solo farlo parlare perché, per qualche motivo a me ignoto, mi mancava la sua voce. Spensi la sigaretta sul comodino seguendo ogni suo movimento con gli occhi. Chiuse la porta a chiave e mi venne vicino. Si fermò in piedi di fronte a me e iniziò a fissarmi in modo strano. -Be'? Che c'è? Devi dirmi qualcosa?- Rimase fermo a lungo, respirando a fondo. Sembrava un moccioso imbranato che aveva fatto cadere il vasetto della marmellata e che adesso si aspettava una punizione esemplare. Alzai un sopracciglio, -Senti, se devi dirmi qualcosa fallo perché io non sono ancora in grado di leggerti nel pensiero e vorrei anche andare a dorm...- Mi tappò la bocca con un bacio. Prima che potessi accorgermene, aveva intrufolato la lingua tra i miei denti e ora stava cercando la mia disperatamente. Sorrisi e risposi al bacio, ma lui si staccò quasi subito, lasciandomi accaldato e scocciato, -Questo cosa diamine significava?!- Non rispose. Impacciato come non mai, scese a baciarmi il collo, lentamente. Non capivo più niente! Che diamine stava facendo?! Lo spinsi via con ben poca delicatezza e lo fissai serio, -Cosa stavi tentando di fare?! Cos'era quello?!- Non disse una parola. Arrossì e abbassò gli occhi, imbarazzato. Ero davvero stufo marcio di quella situazione. Mi alzai in piedi e lo presi per le spalle, -Goemon, cosa stavi facendo?- Scosse la testa, -Non lo so... io pensavo che si facesse così, io... non l'ho mai fatto prima e sono andato a intuito, quindi... ecco... volevo solo...- Alzò gli occhi su di me e si divincolò dalla presa. Mi urlò in faccia, rosso come un pomodoro:-Non devo davvero dirtelo, puoi benissimo arrivarci anche tu!- Sorrisi. No, non doveva dirmelo, lo avevo capito benissimo. Gli andai vicino, -Sei sicuro?- Annuì, fissandomi dritto negli occhi. Il mio sorriso si allargò e un lampo di desiderio mi balenò in testa. Lo afferrai per il colletto del kimono e lo buttai letteralmente sul letto. Gli andai sopra a cavalcioni e gli bloccai i polsi dietro la testa prima che potesse fare un qualsiasi movimento. Lo baciai con foga, affondando con forza la lingua nella sua bocca dischiusa. Quando incontrò la sua, iniziarono a combattere tra loro e quel piccolo combattimento nelle nostre bocche mi ricordò il nostro primo bacio. Sorrisi a quel pensiero, separandomi da lui ormai a corto di fiato. Mi mossi verso il basso, massaggiandogli il petto con il naso. Sospirò e iniziò a divincolarsi, perciò gli lasciai andare i polsi. Mi tolse il cappello con un tocco secco e cercò di sfilarmi la giacca. Mi raddrizzai e lo tirai seduto, lui mi sfilò la giacca e io gli slacciai la cintura del kimono e lo lasciai scivolare a terra, assieme al mio cappello. Mi afferrò la cravatta e iniziò a disfare il nodo. Gli presi la mano, fissandolo dritto negli occhi, -Non c'è fretta...- Era vero, non volevo che andasse tutto in fretta, non la nostra prima volta. E sapevo che era la primissima volta per lui e che non voleva deludermi in nessun modo, lo sentivo. Gli sorrisi, carezzandogli un orecchio con dolcezza, -Non voglio correre... voglio insegnarti...- Mi tolsi la cravatta e la buttai a terra, facendolo di nuovo sdraiare sotto di me. Gli leccai il collo, succhiando la sua pelle così maledettamente bianca e sensuale. Sospirò, eccitato, -Insegnami... voglio imparare...- Lasciai un piccolo morso all'attaccatura del collo, spostandomi poi verso la sua spalla. Leccai a fondo la sua scapola e lui rabbrividì e si agitò. Sorrisi, gli piaceva. Baciai quel punto così sensibile e poi scesi e presi un capezzolo fra i denti, mordicchiandolo delicatamente. Gemette e iniziò a slacciarmi la camicia con foga. Mi raddrizzai e me la tolsi, lasciandola cadere a terra e poi scesi a baciarlo. Ribaltò le posizioni, con sguardo quasi famelico. Mi accorsi con sgomento che era bellissimo con i capelli spettinati, il petto e il collo coperti di segni rossicci, le guance arrossate e gli occhi pieni di desiderio e voglia di vendetta. Ghignò, -Voglio provare anch'io...- Mi scostò i capelli con una carezza e poi mi leccò il lobo dell'orecchio fino ad infilarmi la lingua nel padiglione. Iniziai ad ansimare. Quel maledetto aveva scoperto un mio punto debole! Mi morse il lobo, mentre mi carezzava i capelli, e gemetti involontariamente. Avvicinò le labbra al mio orecchio, -Sono bravo?- Annuii, incapace di fare altro e ormai cieco di piacere e pazzo di lui. Mi lappò il collo con metodo e poi mi leccò lievemente il capezzolo, eccitandomi ancora di più. Si concentrò poi sul neo che mi spicca poco sopra l'ombelico, succhiandolo e baciandolo più volte. Le sue mani scesero,sfiorandomi lievemente tutto il corpo e facendomi rabbrividire, fino a premermi il membro. Lo sentivo pulsare, i pantaloni disgustosamente stretti. Mi baciò, slacciandomi la patta con mani impacciate. Mi raddrizzai e gli tolsi, alla cieca, quei dannati pantaloni giganteschi e simili ad un pigiama. Sfiorai il tessuto leggero delle sue mutande e poi gliele tolsi. Lo buttai di nuovo sul materasso e mi abbassai fino ad averlo davanti agli occhi. Ghignai, -Questa spada mi piace molto, grande samurai...- Trattenne a stento un ansito quando gli leccai lentamente lo scroto, posandovi sopra un leggero bacio. Soffiai, poi, sulla punta e lo leccai per tutta la sua lunghezza. Mi afferrò per i capelli, spingendomi verso di lui e allora lo presi tutto in bocca, succhiando con passione. Mi pulsava tra le labbra e Goemon iniziò ad agitarsi, ansimando come se avesse corso per miglia e miglia. Mi staccai e salii a baciarlo. Mugolò di disappunto sulle mie labbra, ma mi tolse i pantaloni e i boxer in un colpo solo. Mi massaggiò l'erezione con mani tremanti, -Ti voglio, Jigen...- Sorrisi e decisi di accontentarlo. Gli allargai dolcemente le gambe, succhiandomi un dito. Lo penetrai e lui trattenne il fiato. Mossi il dito con lentezza, aggiungendone poi un altro. Quando lo sentii rilassarsi sotto il mio tocco lo baciai ed entrai in lui. Rimasi fermo per un attimo, scosso da brividi che non avevo mai provato prima. Mi sfiorò i capelli con un sorriso e gli occhi pieni di aspettativa. Sorrisi anch'io e iniziai a muovermi. All'inizio, le mie spinte furono lente e poco profonde, ma al suo ennesimo ansito persi il controllo dei miei sensi. Gli strinsi il membro e si morse il labbro per trattenere un gemito e iniziai a muovere la mano a ritmo con le mie spinte, sempre più veloci e profonde. I nostri ansiti e gemiti si mescolarono e quando lui m'infilò un dito dentro muovendolo a ritmo con i movimenti dei nostri bacini impazzii. Nessuno mi aveva mai infilato qualcosa dentro e quella sensazione era stranamente piacevole e avvolgente. Aumentai ancora di più la velocità, affondando sempre più dentro di lui... venimmo poco dopo con un unico urlo strozzato. Crollai al suo fianco, sfinito, leccandomi le dita. Dopo qualche attimo, mi posò, titubante, una mano sul petto.

La pistola e la katana...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora