Capitolo 8

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« Oh, Matteo » lo richiamò David, fermandosi davanti ad una gioielleria. Rimase inerme a fissare la vetrina, e poi adocchiò l'anello giusto « quello » indicò un anello argentato con delle rose nere incise sopra.

« Sei proprio sicuro che sposarti con Mateusz sia la scelta giusta? » non che l'idea di mangiare gratis lo dispiacesse. « non credi sia...troppo presto? »

« Stiamo insieme da tre anni, non è presto » David sbuffò. Doveva per forza comprare quell'anello. Era quello giusto « aspetti qui fuori con Dylan o entrate entrambi? »

L'attenzione del bambino, che finora era stata catturata da un gatto randagio dormiente sopra una macchina parcheggiata a pochi metri da lui, si posò su suo zio.

« No, meglio se entriamo » Matteo prese in braccio suo figlio « almeno eviterò di farti fare monellate. »

David varcò la soglia della gioielleria e rise a scoppio ritardato. « Niente più parolacce? »

Il biondo indicò il dinosauro che Dylan aveva tra le mani. « Dopo questo, l'unica parolaccia che mi sentirai dire sarà porco biscotto »

Si guardarono attorno, e una commessa sulla ventina con entrambe le mani tatuate alzò lo sguardo da una rivista di moda e li squadrò dalla testa ai piedi. « Posso esservi utile? »

« Ohm...sì » David indicò la vetrina alle sue spalle « ho visto un anello lì...argentato e con delle rose incise sopra...quanto costa? »

La commessa chiuse la sua rivista e ne aprì un'altra, il catalogo del negozio. Lo sfogliò e mostrò ai ragazzi il primo piano dell'anello « Intende questo? »

David annuì. « Sono duecentosessanta euro » replicò la donna, come se fosse scontato « duecentosettanta con la garanzia »

Davvero i gioielli possono andare in garanzia? si domandò Matteo. La commessa percepì il loro disappunto e sorrise. « Credo di riuscire a farvi un piccolo sconto » David si rilassò.

« Non dispongo della cifra necessaria al momento, ma con cinquanta euro può tenermelo da parte? »

« Oh, anche di meno » Matteo lo guardò, e lo implorò con lo sguardo di fare in fretta. Dylan iniziava a sentirsi spaesato, e ad avvertire un senso di fame attanagliarlo « vi sposate? » la commessa sorrise ad entrambi.

I due scoppiarono a ridere. « No no, è il mio migliore amico, no » disse Matteo in fretta e furia.

David si sentì offeso, ma cercò di non darlo a vedere. « E il bambino di chi è figlio? » continuò la donna.

« È mio, mio. Sono un padre...single, se così si può dire » Appena single, in realtà, aggiunse mentalmente il biondo.

« Mi spiace » la commessa fece una smorfia che Matteo non riuscì a decifrare, e poi tornò a guardare David. « tra quanto pensa di poterlo venire a ritirare? »

« Qualche settimana...lo stipendio mi arriva il tredici, ma tra bollette e affitto non so se mi basteranno »

« Possiamo tenerle da parte l'anello per non più di tre settimane. Pensa di disporre di quella cifra per quel tempo? »

« Ohm...sì, sì, penso di sì » trafficò nelle tasche della giacca e tirò fuori il portafogli. Lasciò sul bancone una banconota da cinquanta euro e firmò una ricevuta.

« Grazie per averci scelto » la donna incassò il denaro « ciao! » salutò poi Dylan, che con la testa posata sul petto di Matteo la stava guardando da quando aveva iniziato a parlare.

« Arrivederci » esclamarono poi in coro i due amici, per poi uscire dal negozio.

« Dav, se hai bisogno di soldi posso prestarteli io » incalzò Matteo davanti all'entrata del supermercato « mi fa solo che piacere aiutarti »

David afferrò un carrello della spesa e aiutò Dylan a sedercisi dentro. « Non sei obbligato. Non so quando potrò restituirteli, ed odio avere dei debiti »

« Non serve che tu me li restituisca » le porte scorrevoli si aprirono, e i due si diressero subito al reparto bevande.

« Mi sentirei comunque una merda » Matteo afferrò quattro cartoni di latte scremato « sul serio vuoi dare a tuo figlio del latte scremato? Prendi quello senza lattosio, o prendi direttamente quello al cioccolato »

« Ma io lo voglio scremato! E comunque, non devi sentirti una cacchina » Matteo era deciso a non dire più parolacce il presenza di suo figlio « i soldi non sono un problema, e lo sai. Consideralo come un regalo di matrimonio, okay? »

« Potrei considerarlo come tale, ma mi sentirei lo stesso una merda per non averlo comprato io » David lasciò la presa sul carrello e mise vicino a Dylan due bottiglie di latte al cioccolato e quattro di latte senza lattosio « hai voluto la bicicletta? E ora pedali »

Matteo non colse la metafora. « Non devi soffermarti su chi l'ha comprato o meno, perché Mateusz non me lo devo sposare io, lo sposi tu. Prendi due birre Peroni, per favore? Lo guido io il carrello, tranquillo »

David eseguì l'ordine e posò accanto alle bottiglie di latte due lattine di birra. « Emozionato per domani? Insomma, chiedere l'affidamento di Dylan davanti ad un giudice non sarà facile »

« Sono agitato, ma so che andrà tutto bene » Matteo puntò il dito sull'insegna del reparto di frutta e legumi, e si diresse verso di esso con David dietro di lui « secondo te Dylan è stato battezzato? »

« Non so, dovresti chiedere alla direttrice dell'orfanotrofio » il moro riempì una busta di pesche e la consegnò a Dylan « non te le mangiare, okay? Tienile in mano e basta. Prendo anche un casco di banane, Matté? »

« No, tanto non le mangia. Prendi le fragole » tossì Matteo « per sicurezza però ho intenzione di ribattezzarlo. Voglio fare te e Francesco come padrini »

« Due padrini? » David mise ai piedi di Dylan una vaschetta piena di fragole. « non pensi che Julia possa offendersi? »

« Non la sento da quando ci siamo baciati » Matteo lasciò la guida del carrello al suo amico e, al reparto pasta, fece il pieno di spaghetti. Ci furono degli interminabili secondi di silenzio, poi riprese: « sì, ci siamo baciati. La prima volta lei ha baciato me, poi io ho baciato lei »

« Lo sapevo! » David sfoggiò un sorriso a trentadue denti « vi shippo. Sempre meglio lei che Sabrina »

« Oh, ma perché la odiate tutti! » Matteo fece il pieno di cacao e cialde per la macchinetta del caffè.

« Zitto, che infondo la odi anche tu. Beh, non la odi, ma non la ami nemmeno. Come si fa ad amare quell'essere? »

« Sabrina è cattiva con me » disse Dylan con un broncio, grattandosi la punta del naso con le sue fredde manine « ha detto che io non sarò mai importante quanto lei ma non ho capito che significa »

« Quella tr...triste donna sessualmente attiva! » David rise, anche se non era il caso di ridere. Guidò il carrello alla cassa, e Matteo mise velocemente gli articoli presi sulla striscia mobile.

« Non posso credere che abbia detto tutto ciò » continuò una volta che il cassiere gli riconsegnò la carta di credito « e io che volevo chiederle di venire a vivere da me e fare la famigliola felice! »

« È una spogliarellista, oltre a vederla girare nuda per casa cosa credi che farà? » David mise gli articoli comprati in diverse buste che posò poi sul carrello « non è capace di vivere, figuriamo di crescere un bambino »

Matteo si grattò il collo e prese in braccio Dylan, per poi rimettere, con una mano, il carrello dove David l'aveva preso. Si caricò due buste e lasciò che il suo amico portasse le altre tre.

« Sabrina pensa solo al sesso. Sesso di qua, sesso di là, e si lamenta se vuoi qualcosa di più » continuò Matteo, facendo sedere Dylan sui sedili posteriori della sua auto e aiutando David a mettere le buste nel bagagliaio.

Dylan  [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora