« Oh, Matteo » lo richiamò David, fermandosi davanti ad una gioielleria. Rimase inerme a fissare la vetrina, e poi adocchiò l'anello giusto « quello » indicò un anello argentato con delle rose nere incise sopra.
« Sei proprio sicuro che sposarti con Mateusz sia la scelta giusta? » non che l'idea di mangiare gratis lo dispiacesse. « non credi sia...troppo presto? »
« Stiamo insieme da tre anni, non è presto » David sbuffò. Doveva per forza comprare quell'anello. Era quello giusto « aspetti qui fuori con Dylan o entrate entrambi? »
L'attenzione del bambino, che finora era stata catturata da un gatto randagio dormiente sopra una macchina parcheggiata a pochi metri da lui, si posò su suo zio.
« No, meglio se entriamo » Matteo prese in braccio suo figlio « almeno eviterò di farti fare monellate. »
David varcò la soglia della gioielleria e rise a scoppio ritardato. « Niente più parolacce? »
Il biondo indicò il dinosauro che Dylan aveva tra le mani. « Dopo questo, l'unica parolaccia che mi sentirai dire sarà porco biscotto »
Si guardarono attorno, e una commessa sulla ventina con entrambe le mani tatuate alzò lo sguardo da una rivista di moda e li squadrò dalla testa ai piedi. « Posso esservi utile? »
« Ohm...sì » David indicò la vetrina alle sue spalle « ho visto un anello lì...argentato e con delle rose incise sopra...quanto costa? »
La commessa chiuse la sua rivista e ne aprì un'altra, il catalogo del negozio. Lo sfogliò e mostrò ai ragazzi il primo piano dell'anello « Intende questo? »
David annuì. « Sono duecentosessanta euro » replicò la donna, come se fosse scontato « duecentosettanta con la garanzia »
Davvero i gioielli possono andare in garanzia? si domandò Matteo. La commessa percepì il loro disappunto e sorrise. « Credo di riuscire a farvi un piccolo sconto » David si rilassò.
« Non dispongo della cifra necessaria al momento, ma con cinquanta euro può tenermelo da parte? »
« Oh, anche di meno » Matteo lo guardò, e lo implorò con lo sguardo di fare in fretta. Dylan iniziava a sentirsi spaesato, e ad avvertire un senso di fame attanagliarlo « vi sposate? » la commessa sorrise ad entrambi.
I due scoppiarono a ridere. « No no, è il mio migliore amico, no » disse Matteo in fretta e furia.
David si sentì offeso, ma cercò di non darlo a vedere. « E il bambino di chi è figlio? » continuò la donna.
« È mio, mio. Sono un padre...single, se così si può dire » Appena single, in realtà, aggiunse mentalmente il biondo.
« Mi spiace » la commessa fece una smorfia che Matteo non riuscì a decifrare, e poi tornò a guardare David. « tra quanto pensa di poterlo venire a ritirare? »
« Qualche settimana...lo stipendio mi arriva il tredici, ma tra bollette e affitto non so se mi basteranno »
« Possiamo tenerle da parte l'anello per non più di tre settimane. Pensa di disporre di quella cifra per quel tempo? »
« Ohm...sì, sì, penso di sì » trafficò nelle tasche della giacca e tirò fuori il portafogli. Lasciò sul bancone una banconota da cinquanta euro e firmò una ricevuta.
« Grazie per averci scelto » la donna incassò il denaro « ciao! » salutò poi Dylan, che con la testa posata sul petto di Matteo la stava guardando da quando aveva iniziato a parlare.
« Arrivederci » esclamarono poi in coro i due amici, per poi uscire dal negozio.
« Dav, se hai bisogno di soldi posso prestarteli io » incalzò Matteo davanti all'entrata del supermercato « mi fa solo che piacere aiutarti »
David afferrò un carrello della spesa e aiutò Dylan a sedercisi dentro. « Non sei obbligato. Non so quando potrò restituirteli, ed odio avere dei debiti »
« Non serve che tu me li restituisca » le porte scorrevoli si aprirono, e i due si diressero subito al reparto bevande.
« Mi sentirei comunque una merda » Matteo afferrò quattro cartoni di latte scremato « sul serio vuoi dare a tuo figlio del latte scremato? Prendi quello senza lattosio, o prendi direttamente quello al cioccolato »
« Ma io lo voglio scremato! E comunque, non devi sentirti una cacchina » Matteo era deciso a non dire più parolacce il presenza di suo figlio « i soldi non sono un problema, e lo sai. Consideralo come un regalo di matrimonio, okay? »
« Potrei considerarlo come tale, ma mi sentirei lo stesso una merda per non averlo comprato io » David lasciò la presa sul carrello e mise vicino a Dylan due bottiglie di latte al cioccolato e quattro di latte senza lattosio « hai voluto la bicicletta? E ora pedali »
Matteo non colse la metafora. « Non devi soffermarti su chi l'ha comprato o meno, perché Mateusz non me lo devo sposare io, lo sposi tu. Prendi due birre Peroni, per favore? Lo guido io il carrello, tranquillo »
David eseguì l'ordine e posò accanto alle bottiglie di latte due lattine di birra. « Emozionato per domani? Insomma, chiedere l'affidamento di Dylan davanti ad un giudice non sarà facile »
« Sono agitato, ma so che andrà tutto bene » Matteo puntò il dito sull'insegna del reparto di frutta e legumi, e si diresse verso di esso con David dietro di lui « secondo te Dylan è stato battezzato? »
« Non so, dovresti chiedere alla direttrice dell'orfanotrofio » il moro riempì una busta di pesche e la consegnò a Dylan « non te le mangiare, okay? Tienile in mano e basta. Prendo anche un casco di banane, Matté? »
« No, tanto non le mangia. Prendi le fragole » tossì Matteo « per sicurezza però ho intenzione di ribattezzarlo. Voglio fare te e Francesco come padrini »
« Due padrini? » David mise ai piedi di Dylan una vaschetta piena di fragole. « non pensi che Julia possa offendersi? »
« Non la sento da quando ci siamo baciati » Matteo lasciò la guida del carrello al suo amico e, al reparto pasta, fece il pieno di spaghetti. Ci furono degli interminabili secondi di silenzio, poi riprese: « sì, ci siamo baciati. La prima volta lei ha baciato me, poi io ho baciato lei »
« Lo sapevo! » David sfoggiò un sorriso a trentadue denti « vi shippo. Sempre meglio lei che Sabrina »
« Oh, ma perché la odiate tutti! » Matteo fece il pieno di cacao e cialde per la macchinetta del caffè.
« Zitto, che infondo la odi anche tu. Beh, non la odi, ma non la ami nemmeno. Come si fa ad amare quell'essere? »
« Sabrina è cattiva con me » disse Dylan con un broncio, grattandosi la punta del naso con le sue fredde manine « ha detto che io non sarò mai importante quanto lei ma non ho capito che significa »
« Quella tr...triste donna sessualmente attiva! » David rise, anche se non era il caso di ridere. Guidò il carrello alla cassa, e Matteo mise velocemente gli articoli presi sulla striscia mobile.
« Non posso credere che abbia detto tutto ciò » continuò una volta che il cassiere gli riconsegnò la carta di credito « e io che volevo chiederle di venire a vivere da me e fare la famigliola felice! »
« È una spogliarellista, oltre a vederla girare nuda per casa cosa credi che farà? » David mise gli articoli comprati in diverse buste che posò poi sul carrello « non è capace di vivere, figuriamo di crescere un bambino »
Matteo si grattò il collo e prese in braccio Dylan, per poi rimettere, con una mano, il carrello dove David l'aveva preso. Si caricò due buste e lasciò che il suo amico portasse le altre tre.
« Sabrina pensa solo al sesso. Sesso di qua, sesso di là, e si lamenta se vuoi qualcosa di più » continuò Matteo, facendo sedere Dylan sui sedili posteriori della sua auto e aiutando David a mettere le buste nel bagagliaio.
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Dylan [IN REVISIONE]
RomanceLuigi Rufini è un agente di polizia in pensione, che per trent'anni ha amato il suo lavoro come pochi. Ha dimenticato la maggior parte dei suoi casi, ma non potrà mai dimenticare il primo, un omicidio plurimo in una villetta nella periferia di Torin...