Che sia il tuo compleanno o meno, il sabato sera bisogna avere pazienza. Ce ne vuole tanta quando, giunti a destinazione, occorre trovare un parcheggio. In una landa selvaggia dominata da doppie file e retromarce tanto improvvise quanto azzardate, quei pochi posti che illudono di essere liberi sono occupati da strisce gialle, passi carrabili o odiosissime Smart: inizia quindi una danza febbrile per le vie della città, nell'illusione che qualcosa si liberi e così effettivamente è, peccato che ci sia sempre qualcuno davanti pronto a cogliere l'occasione. La ruota gira per tutti, dicono, e quando la fortuna, dopo quasi mezz'ora di ricerche, capita a noi, la voce che da dietro grida "Giovà, un posto!" appare accompagnata da un'orchestra di violini e il posto vuoto si illumina di una luce trascendentale. Nessun divieto, nessuna Smart, solo tu, il posto e quello dietro: ma questa volta sono io davanti, quindi metto la freccia come per voler dire al tizio dietro "Continua a girare, bello", dallo specchietto leggo la delusione nel suo sguardo, rido. E quando finalmente si è tutti fuori dalla macchina non importa che tu sia uomo o donna, fidanzato o single, raffreddato o germofobico, ci si abbraccia tutti, in segno di vittoria: abbiamo vinto tutti Beppe, andiamo a mangiare!
