"Matte, sei sveglio?" mi domandava una voce lontana: pensavo fosse Fede, ma poi poco a poco l'immagine si fece più definita, "Dai, dobbiamo uscire da questo posto" mi intimò Davi prima di rialzarsi, "Come sta?", le voci erano sempre lontane e la vista un po' sfocata, "Intontito,come tutti noi del resto." rispose quello che mi sembrava Nicholas, qualcuno si avvicinò a me, cercai di visualizzare meglio, Santoro era in piedi che mi tendeva la mano, accettai l'aiuto e mi alzai. Eravamo chiusi dentro una stanza abbastanza grande per tutti noi, vi era una piccola rientranza nell'angolo adiacente alla porta,li, ci poteva stare una persona. La stanza era chiusa da delle grate alle finestre e con la porta sbarrata all'esterno di un colore rosso sangue e addosso, avevamo solo la mimetica notturna e gli scarponi.
Ero in piedi da venti minuti e i fastidiosi sintomi andavano sempre più a calare, ma rimaneva un leggero mal di testa e un senso di nausea, "Ma dove diavolo siamo?" domandò Fede, "Basandosi sull'architettura e gli affreschi nel soffito, direi che siamo proprio dove dovremmo essere. Anche se in circostanze diverse,ovviamente" rispose esaustvo Ste, "Potevi solo dire "nel Castello", non c'era bisogno di farmi sentire un idiota" ribatté Fede accennando un sorriso, "Perché non ci hanno ammazzati subito? A che serve questa specie di prigione" domandò Davide, "non lo so ma sono abbastanza sicuro che questi crucchi bastardi abbiano piani ben diversi dall'ucciderci tutti" risposi con una nota di rabbia mista a stanchezza, ci voltammo tutti nello stesso momento quando sentimmo dei passi fuori dalla porta, "Ok, tenetevi pronti, li stordiamo e ce ne and..." Edo venne interrotto dall'apertura della porta, e dal successivo lancio di quella che sembrava una granata stordente, "Flashbang!" ci avvisò Davide urlando, un secondo dopo quest'ultima scoppiò costringendoci tutti a terra; dalla porta entrarono quattro soldati che ci tenevano nel mirino e poi due uomini con il camice bianco sporco di sangue che indicarono Santoro, altri due soldati varcarono la soglia e presero il soggetto indicato, cercai di alzarmi ma uno di loro fu subito sopra di me, il cane mi diede un calcio al braccio con il quale stavo cercando di mettermi in piedi, ciò causò una inevitabile e dolorosa facciata a terra, i militari se ne andarono ridendo di gusto e tanto per divertirsi nel tragitto tiravano qualche calcio ai miei compagni, uscirono e chiusero la porta dietro di loro, sentimmo dei "clack" poco rassicuranti, sicuramente non saremmo usciti tanto facilmente.
I seguenti dieci minuti li passammo a imprecare e a scervellarci per elaborare una fuga con recupero.
"Ragazzi credo di avere un piano, sembrerà stupido, ma ascoltatemi" iniziò Stefano, poi andò avanti "Questi bastardi non ci vogliono morti ma sani, quindi se gli facessimo credere che uno di noi sta molto male, dovranno per forza aprire quella porta, quindi, prima di fare ciò, uno di noi dovrà mettersi all'interno di quella rientranza nel muro, noi li attireremo qui e il fortunato uscirà in tutta sicurezza, per poi tornare con il mazzo di chiavi e farci uscire da questa merda, ovviamente non sarà semplice ma...", "Ma è meglio di ciò che avevamo dieci minuti fa, ottimo lavoro Ste" lo anticipò Edo, "Non ci rimane che decidere chi sarà il fortunato che se la svignerà per primo" disse Davi, "Già, deve essere qualcuno di veloce e silenzioso, ma letale...Non sto parlando di me, sono più tipo da prendi e spacca, quindi io proporrei Davide o Matteo, entrambi sono dei maestri nel fare silenzio e uccidere" convenne Nicholas, "Sono d'accordo, ma non possiamo mandarli tutti e due, li scoprirebbero" disse Edo, tutti ci girammo verso Ste: "Ah, non guardate me. Io sono solo un tecnico.", "Sei tu il capo, a te la scelta" dissi ad Edo che ci rifletté per un paio di secondi, "Matte vai tu, Davi mi serve qui, lui sa fingere molto bene", "Chi farà la cavia?" chiese Davi, "la faccio io, sono imbattibile in queste cose" disse Nicholas lasciandosi sfuggire un sorrisetto inquietante, "Ok, abbiamo un piano. Non resta che attuarlo" dissi prima di voltarmi verso la porta."Pronti?" chiese Edo, "Ok via", non avevo mai sentito urla finte così...vere, che paradosso. Nicholas svolgeva un ottimo compito, ed io ero al mio posto. Non ci volle molto prima che le guardie si allarmarono ed entrassero nella stanza. "Qualcuno mi dia qualcosa, mi sta esplodendo l'appendice, oddio che dolore!", le guardie esaminarono la situazione, poi optarono per chiedere rinforzi, era il mio momento: mi abbassai e mi avviai verso la porta,non ebbi nessun problema ad uscire, infatti, in un attimo mi trovai in un corridoio molto lungo, con molte stanze: i rinforzi stavano arrivando dovevo nascondermi assolutamente; continuai ad andare avanti, cercando di aprire una delle tante porte che c'erano, ma senza successo. Arrivai infondo al corridoio, alla mia sinistra vi erano le scale che portavano al piano di sotto, mentre davanti a me vi era una porta di un colore diverso dalle altre, questa era di un giallo intenso, cercai di valutare la situazione all'interno della stanza guardando dalla serratura, in effetti si vedeva buona parte del locale che mi sembrava sgombro, optai per aprire la porta, subito dopo entrai e con molta cautela la richiusi dietro di me.
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E.C.A: Le decisioni che segnano il tuo destino
ActionNon ci ricordiamo il nostro passato, la nostra vita, i nostri amori, le nostre abitudini ma soprattutto la nostra umanità. Sappiamo solo che vogliamo costruirci un futuro. Ammesso che ce ne sia uno.