Capitolo 2

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*Avviso, leggete*
Ciao ragazze, buon Halloween a tutte, come state? spero bene. Pensando in questi giorni mi è venuta in mente questa fanfiction che è stata oramai dimenticata, a me è sempre piaciuto scrivere ed anzi non vedo l'ora di ricominciare! Spero davvero di riuscire in questa cosa, e voglio davvero che voi continuerete a leggerla, cercheró di aggiornare più volte a settimana.
Buona lettura, spero vi piaccia.
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capitolo 2
H A R R Y
Ero a Los Angeles, non ricordo bene il perchè, forse per il lavoro o anche per gli amici, o per il mio appartamento che non vedevo da molto tempo.
Sam mi aveva chiamato più di una volta dicendo sempre la stessa cosa "Vieni da Andy, ha aperto una nuova discoteca" così fui costretto ad andare lì e festeggiare con loro, non che non mi piacesse, ma oramai avevano tutti quella malinconia che ti faceva stare male, e non riuscivi a non pensare a quel fottuto incidente che causó la morte del nostro caro amico Evan.
Io e lui eravamo 'conoscenti' ci salutavamo, prendevamo una birra insieme, ed eravamo molto bravi nel nostro lavoro, penso che amici non potevamo definirci dato che quando stava con la sua ragazza non si preoccupava nemmeno di salutarmi...ah la sua ragazza, ricordavo che aveva dei lunghi capelli neri con una frangia, non era appariscente, anzi tutt'altro, era una ragazza molto semplice e ricordavo che quando i nostri occhi si sfioravano lei aveva quella brillantezza, quella felicità, e spensieratezza che ti fa pensare 'Wow di sicuro avrà una bella vita".
Evan era completamente ossessionato da quella ragazza, non voglio fraintendere, era completamente, fottutamente, innamorato di quella ragazza, non la faceva assolutamente entrare nelle questioni di lavoro, probabilmente avevano una casa insieme (lui e la ragazza), ricordo che quando Evan era in ospedale lei era sempre presente, Sam mi raccontava che anche di notte lei era lì nonostante la madre insisteva sull'andare a casa, secondo me la sua reazione era esagerata, io non ne capivo di queste cose, non avevo mai pensato di avere una ragazza ma non perchè mi piaceva solo fare sesso e cose simili ma perchè non mi andava e basta, e non sapevo nemmeno casa significasse 'amare'.
Ognuno ha differenti pensieri, per Evan forse era stare ossessionatamente sempre insieme a lei, e quest'ultima lo accettava o ancor peggio le piaceva, il loro rapporto non era basato da piccole attenzioni che si rivolgevano l'un l'altro, loro erano strani, ricordo che quando lei andava al vecchio bar di Andy e c'era anche Evan loro non si salutavano bensì si lanciavano un'occhiata e dopo pochi minuti Evan spariva.
Non si abbracciavano, nè si baciavano in pubblico, tranne quelle rare volte, delle sere, isolati dal mondo, in un angolino del bar, solo loro due.
Ricordo che avevano conversazioni vivaci, lui la faceva spesso ridere, e Sam si lamentava perchè litigavano spesso.
Li osservavo, quando erano con me,non so perchè, ma mi affascinavano, comunque sia erano strani.

Entrai nella nuova disoteca, c'era la giusta quantità di persone, nè troppe nè poche, sedute ai tavolini in tutta la stanza, a mangiare e chiacchierare, sapevo che questo era solo il 'bar' infatti scesi delle lunghe scalinate ed appena aprii una porta grigia un uomo più alto di me e molto più robusto mi fermó chiedendomi il nome, prima esitai ma subito venne in mio soccorso Sam che gli sorrise e gli disse che ero un suo caro amico, mi prese per mano e mi trascinó dentro
Ad illuminare la stanza c'erano solo luci neon ed invece a riempirla era una forte musica e delle persone che ballavano, si divertivano, dimenticavano forse, solo per una notte, quella strana sensazione di vuoto e malessere, di tristezza.

"È fottutamente grandioso sto posto, e possiamo entrarci quando ci pare, ogni fine settimana c'è un tema diverso, è tutto controllato e se hai meno di diciassette anni non puoi entrare, c'è sicurezza dappertutto, Andy è favoloso" gridó Sam, io annuii guardandomi intorno, avevo giá intravisto ragazze davvero belle, ma forse quella sera ero destinato a passarla diversamente.
"Andy è a fare delle cose, non so cosa, vieni che c'è Dane e Daisy" mi trascinó e quella volta fu più difficile attraversare la stanza dato che le persone continuavano a spingermi, Daisy, chi era Daisy? Non avevo mai sentito questo nome, di sicuro era femmina, ci mettevo la mano sul fuoco.
Beh ero curioso, com'era? era la nuova ragazza di Sam? o Dane aveva finalmente deciso di lasciare in pace la ragazza di Evan e trovarsene un'altra? E la ragazza di Evan dov'era?
Forse doveva ancora elaborare il lutto quindi non era venuta..ma appena pensai questa cosa vidi una ragazza dai capelli neri e la frangia che assomigliava parecchio a quest'ultima, solo che era più magra e non riuscii bene a vederle il viso perchè fui interrotto da Dane che mi abbracció.

"Hey riccio come te la passi?" sorrise ampiamente sussurrai un 'bene e tu?' al suo orecchio sciogliendo l'abbraccio, era bello stare lì con i tuoi due amici a ridere e scherzare.
"Hazz lei è Daisy, è in pessime condizioni, beh abbiamo stabilito che lei puó ubriacarsi solo il sabato quindi puó darsi alla pazza gioia" rise Sam guardandola ed io mi girai verso di lei ed ebbi la conferma che lei fosse davvero la ragazza di Evan.
Aveva tagliato i capelli ed ora le cadevano a malapena sulle spalle, la frangia era la stessa, gli occhi erano stanchi, aveva della matita? o l'eyeliner come cazzo la chiamano le femmine e le labbra bordeux.

"C-" mi bloccai dato che lei prese subito il controllo della situazione.
"Hey riccio, ora ti faccio provare una cosa fantastica" sorrise e saltó dall'altro lato del bancone.
"Ben scollati" diede uno spintone al ragazzo dai capelli neri di fianco a lei che alzó le mani come segno di 'tregua' e lei rise.
Aveva molta agilitá nelle braccia, si muoveva velocemente, prendeva e posava moltissime bevande come se fosse esperta, posó il bicchiere sul bancone e me lo porse.
"Bevilo, non ti avveleno non preoccuparti"
Le rivolsi prima uno sguardo e bevvi il liquido rosso nel bicchiere, era fortissimo e bruciava un sacco nella mia gola.
Era fantastico.

"Allora? Che ne pensi?"
"Ottimo, come si chiama?"
"Evan's drink, era il suo preferito, e mi ricorda l'ultimo bacio, dell'ultima sera in cui siamo stati insieme"
Ed aveva gli occhi vuoti di chi soffre e ci è oramai abituato.

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"Harry davvero scusa, non volevo disturbarti, quel coglione di Dane se ne va sempre quando serve" Sam si scusó per la millesima volta nell'auto e l'avrei fatta scendere se non avrebbe chiuso la fottuta bocca, mi faceva male la testa e mi sentivo anche un po sbronzo.
"Oddio oddio, alza la voce, la voce"  Daisy era troppo ubriaca, il giorno dopo si sarebbe svegliata con un fottuttissimo mal di testa che non avrebbe mai dimenticato, non mi ero nemmeno accorto che la radio era accesa e lei continuava a dire di dover alzare la voce.
"Vi lascio in mezzo alla strada" dissi e Sam ridacchió prima di girarsi e guardare la strada, spensi la radio e mi fermai dato che eravamo arrivati.
Squilló il telefono di Sam e lei guardando chi era rispose all'istante.
"Avvicinati alla finestra e fatti notare dal fratello" mimó con le labbra ed io istintivamente alzai gli occhi al cielo. Che palle.
La feci scendere dall'auto stando attento a non farla inciampare e mi avvicinai alla finestra come aveva detto Sam, notai un ragazzo piccolo giocare con la playstation e cose del genere ed appena si accorse di me prima guardó l'orario e poi mi aprí.
"Sei il nuovo accompagnatore di Day?" disse e rise tra sè e sè.
Mi fece entrare e zittì piú volte la sorella che improvvisamente si metteva a ridere.
"Spogliala e mettila a letto col pigiama, non posso farlo io, l'altra volta presi un ceffone, quindi meglio se lo prendi te" se ne andó e chiuse bene la porta dietro di sè.
E se ero un maniaco? Io non capivo.
Cosa dovevo fare?
Il mio istinto mi diceva di andare via, ma non volevo, quindi iniziai a sbottonarle il jeans.
"Riccio non faccio sesso col primo che capita!" gridó lei.
"Shhh ti sto solo mettendo il pigiama" dissi zittendola.
Le tolsi il jeans ed il mio sguardo si posó sulle sue mutandine rosa e forse iniziai anche a fare pensieri poco casti.....per colpa dell'alcool ovviamente.

Presi un po' di ovatta per toglierle il rossetto rosso dalle labbra ma improvvisamente il fratello entró.
"Se le togli il rossetto, automaticamente non eissterai più sulla faccia della terra, quel coso vale più di noi" disse lui ed io quasi scoppiai a ridergli in faccia.
"No dico davvero, se domani mattina non vede il rossetto spalmato su tutta la sua faccia e sul cuscino viene da te e ti mena, io ti avverto" alzai automaticamente gli occhi al cielo e continuai con il mio lavoro.
Ma lei si buttó addosso a me e mi meritai una sbattuta contro il pavimento.
Inizó a ridere, molto forte ed io la zittii mettendo una mano sulla sua bocca, che lei leccó.
"Che schifo!" sussurrai gurdando ancora il suo volto sorridende, "-Su facciamo in fretta"
le tolsi la maglia ma non guardai nulla anche se volevo tanto e le infilai una felpa.
"Grazie riccio" mi abbracció improvvisamente, "-Anche se prima sei stato uno stronzo, e che non mi ascoltavi per nulla, e che forse il mio drink non ti è piaciuto e che domani ti dimenticheró, ti perdono" sentii la sua presa diventare sempre più debole segno che si era addormentata con la testa nell'incavo del mio collo e le sue braccia che stringevano le mie spalle.

i still love you// h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora