Ma guarda un po' chi si rivede!

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La sveglia suonò inevitabile.
Dylan, sbattendo la mano su questa, la spense, sbadigliando.
-Dylaaaaaaaaaaan!- tuonò suo padre dal piano di sotto.
-Ecco, arrivo!- urlò in risposta il ragazzo.
Si vestì velocemente, stropicciandosi gli occhi furiosamente. Aveva un sonno terribile.
Si passò una mano fra i capelli neri, poi scese velocemente le scale.
-Buongiorno, dormiglione.- sbadigliò il padre, sorridendo.
-'Giorno, pà- lo salutò lui.
Prese una tazza di latte e la svuotò.
-Ti accompagno io a scuola oggi, ti va?- gli chiese il padre.
-Ma anche no!- rise Dylan.-Devo tenere il posto sul pullman a Melly.
Il padre corrucciò la fronte.
-Ma il pullman è già passato mezz'ora fa.- lo informò.
-Cosa?!
"Okay, ora sono morto" pensò."Melly mi ucciderà, ne sono certo"
-Ma...la sveglia è impostata per...- cominciò Dylan, balbettando.
-Ieri è cambiato l'orario, ricordi?- rise il padre.-Be', dare quel bacio ad Andrée ti ha fritto il cervello, per caso?
-Cos...io...aspetta, tu come...?- domandò Dylan, diventando rosso in volto.-Lasciamo perdere! Io vado a piedi, grazie tante!
Prima che il padre potesse dire solo 'A', Dylan prese lo zaino e uscì dalla porta, incamminandosi.

Dopo pochi isolati, si ritrovò davanti ai cancelli della scuola, dove una Melly furiosa lo aspettava con in mano i suoi libri.
-Tu, dov'eri finito, Dylan Jackson?- strillò furiosa.-Per colpa tua mi sono dovuta sedere vicino a Luck!
-Be', che c'è di male? Non ti piaceva Luck?- rise Dylan, scostandosi appena in tempo per evitare un ceffone da Melly.
-Non è vero, idiota!- sbraitò lei, rossa in viso.
-Se certo, come no.- rise Dylan, poi varcò il cancello per entrare nella scuola.
C'era una grande folla di ragazzi intorno a qualcosa in mezzo all'atrio.
Melly entrò poco dopo, sbuffando.-Non ti preoccupare, è solo quella nuova.- si sistemò meglio gli occhiali sul naso.-È estremamente timida e per ora è restata sempre vicino al vicesceriffo.
-Aspetta...- le rotelle del cervello di Dylan cominciarono a girare.-Andrée?
Si fece spazio fra la folla a spallate, raggiungendo la ragazza dai capelli d'argento, che stava vicino al nuovo padre adottivo.
Indossava una felpa rossa, jeans blu e aveva i capelli legati in una coda.
Sembrava moooooooooolto agitata.
"È davvero carina..." pensò Dylan, mentre si avvicinava con un gran sorriso stampato sul volto.
-Hey!- la salutò.
-Hey, Dylan.- sorrise lei.-A-I-U-T-A-M-I. Questo branco di adolescenti mi innervosisce non poco.
-Buongiorno, Dylan!- lo salutò il vicesceriffo, poggiando una mano sulla spalla di Andrée.-Che dici, potresti far fare una visita della scuola ad Andrée? Vedo che si sta agitando tra questi...adoloscenti, ecco.- poi sorrise alla nuova figlia adottiva e le disse.-Cosa devi fare se qualcuno ti prende in giro?
-Gli do un pugno in faccia.- rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Ecco...ci dobbiamo lavorare, su questo punto.- rise il vicesceriffo.
Dylan prese per mano Andrée e insieme uscirono dalla folla di adoloscenti.

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