CAPITOLO 8

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Elio ora, non riusciva a darsi pace, non sapeva cosa fare, ma forse é questa la vita: un continuo dubitare. Dubitare degli eventi, delle cose, dei sentimenti, delle persone. Nel dubbio, nell'incertezza, decise di porre fine alla sua esistenza. Vedeva l'annullamento di se stesso come unica via d'uscita al dolore, alla sofferenza, perché la vita é un continuo soffrire, una continua tristezza.
"senza rimpianto di ciò che siamo stati, senza rimpianto di ciò che potevamo essere."
Dette queste parole, si lanciò dal burrone che affacciava nel mare. Dopo il vuoto.
Lucrezia era andata su tutte le furie per la morte dei suoi generali, e generò una pioggia di fulmini che uccisero tutti i soldati, compresi Cosimo e Natalia. Ora erano le due sorelle. Una di fronte l'altra.
"Sofia, secondo te la mamma sarebbe stata felice di vedere il suo regno, ridotto in queste condizioni?"
Disse Lucrezia con le lacrime agli occhi.
"Ormai nulla ha più senso!"
Rispose la sorella.
Tanto odio, e tanta cattiveria a cosa servono? In un attimo tutto può finire. Patetici sono coloro che si credono eterni. Questo fu l'errore commesso dalle due sorelle, e ci volle una battaglia distruttiva per fargli capire, che nessuno e superiore a nessuno, che bisogna vivere senza rimpianti, che bisogna lasciar stare chi non ci ama, perché diventa come una malattia, che distrugge ogni singolo frammento di noi stessi. Perché chi ci pretende non aspetta.
Perché la vita é contraddizione.
Ora le due sorelle si strinsero nel loro primo caloroso e disperato abbraccio.

LE FIGLIE DI CATERINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora