Hello, can you hear me? - Larry Stylinson One Shot.

I - We keep this love in a photograph.

Consiglio la lettura con Hello di Adele e Photograph di Ed Sheeran. La storia è ispirata a queste canzoni.
La dividerò in due o tre parti per farla leggere meglio.
Fatemi sapere cosa ne pensate con un commento. :)
Baci, Lucia

Cinque anni.
Erano passati cinque anni da quando Harry se ne era andato, lasciando solo una lettera e tante promesse.
Erano passati cinque anni e quelle promesse ormai sembravano solo sogni: la speranza lo stava via via abbandonando, lasciando il posto alla tristezza e alle lacrime.
Louis non sopportava quella lontananza, non sopportava l'idea di essere stato abbandonato da quel ragazzo a cui aveva affidato tutto se stesso.
Aveva tradito la sua fiducia, aveva detto che sarebbe tornato, ma non lo aveva fatto; nonostante tutto lo amava ogni giorno di più.
Pensava ai suoi morbidi capelli ricci, a come ci passava le dita districando i piccoli nodi; pensava a quegli occhi verdi e a come lo avevano catturato con un solo sguardo.

Scosse la testa violentemente, cercando di rimuovere quelle immagini, ma era più difficile del previsto. Lui non voleva dimenticare, voleva ricordare per sempre ogni istante, ogni sorriso, ogni lacrima, ogni pezzetto di quel puzzle che era stato la sua felicità, la sua vita insieme a Harry, che lo aveva fatto sentire completo e amato per una volta.

Mise le mani in tasca, mentre camminava senza una meta ben precisa per le strade della città, e trovò un foglietto ripiegato al suo interno.
Si accigliò per un secondo prima di tirarlo fuori e cominciare a spiegarlo per scoprirne il contenuto.
Era un cartoncino molto consumato, con gli angoli mangiati e macchie giallognole lungo tutti i bordi; le pieghe avevano sbiadito il colore dell'immagine ritratta al centro.
Louis sorrise e una lacrima sfuggì senza preavviso al suo controllo, mentre ammirava quella polaroid: in basso a destra c'era quella data scritta con una calligrafia piccola e tondeggiante, con un pennarello nero e sopra, racchiusi in un quadrato, c'erano loro due, Louis e Harry, abbracciati sul divano di casa con un sorriso stampato sul volto di entrambi.

Louis passò delicatamente l'indice sul viso del ragazzo dagli occhi verdi, soffermandosi su quelle meravigliose fossette ai lati delle sue labbra tirate e sottili; le braccia erano posate sul suo busto, circondandolo e stringendolo forte, quasi non lo volessero lasciar andare.

Ma tu te ne sei andato... Tu mi hai lasciato..

Riusciva a sentire la pelle bruciare negli stessi punti, come se Harry fosse stato lì con lui in quel preciso istante.

Aspettami, tornerò a casa.

Quel ventotto settembre gli aveva lasciato una lettera sul cuscino, insieme alla foto che ora teneva stretta tra le dita tremanti.
Ogni giorno rileggeva quella lettera, rileggeva quella promessa sperando di sentirlo più vicino o di trovarlo sulla porta di casa una mattina, sperando di poter portar via tutto il dolore e le lacrime.
Ogni giorno si ripeteva "tornerà" e ogni giorno c'era sempre meno convinzione, ma sempre più amore e dolore.

I suoi piedi lo avevano portato al loro parco, quello dove si erano scambiati il primo bacio e l'ultimo, dove avevano inciso le loro iniziali sul tronco di un albero come due adolescenti alle prese con la prima cotta

"Sarà il nostro posto, per sempre. Passeranno le stagioni, i mesi, i giorni, questo albero cambierà, noi cambieremo, ma il nostro amore rimarrà sempre lo stesso. Quest'incisione simboleggia il nostro per sempre"

Si avvicinò a quell'albero, cercando le loro iniziali, e quando le trovò le accarezzò con le dita, percorrendo i solchi che, nonostante gli anni, erano sempre ben visibili e profondi. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e si sedette sulle grandi radici di quella pianta; prese il portafoglio e ne tirò fuori quel pezzo di carta stropicciato e rovinato, tanto quanto la foto: la lettera.
Mentre la apriva, linee scure e insicure si mostravano davanti ai suoi occhi, così familiari. Sospirò e, per la millesima volta, si mise a leggere quelle parole.