Una lacrima solitaria

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All'improvviso la ragazza cadde nel vuoto, in un vuoto pieno.
Pieno di paure, pieno di lacrime, pieno si malinconia, pieno di voglia di mettere un punto a tutto.
Guardò nel profondo di quel vuoto e scivolò.
Come scivola la pioggia fredda di un temporale sulla pelle calda di una persona.
Non versò una lacrima era immobile. Seduta su quel letto ma era come se non fosse seduta, volava in alto per poi cadere in basso.
Sospirò in un modo non udibile all'orecchio umano, ma lo fece.
Solo il cuore riuscì a sentire quel sospiro.
Era morta dentro, si svuotò completamente.
Qualcosa le sfiorò il viso, era qualcosa di sottile.. qualcosa di caldo e salato, le sue dita sfiorarono la guancia e notò che era una lacrima solitaria, l'unica cosa calda che era rimasta di lei e in lei.
L'asciugò lentamente lasciando soltanto un misero alone della sua tristezza.
La finestra era aperta e il vento soffiava in quella stanza, soffiava forte su di lei. Fuori pioveva,ma non faceva molta differenza perché stava piovendo anche dentro di lei.
L'orologio batteva il tempo, il tempo batteva lei.
La distruggeva, la trapassava.
Non reagì, non scappò e non tentò di salvarsi.
Chiuse gli occhi, le mani stavano sudando ma lei non trovava la forza di muoverle.
Scosse in modo leggero un piede e questo si mosse, fece la stessa cosa anche con l'altro.
Pian piano si alzò da quel letto, gli occhi erano bassi non riusciva a guardare la realtà in faccia.
Quella stanza era troppo piccola forse per quelle pareti grigie come una tempesta.
La ragazza continuò ad avanzare.
Iniziò a piangere silenziosamente ma il vento asciugò quelle lacrime facendole rabbrividire le guance.
Adesso era im alto e guardava tutti verso il basso. I suoi capelli erano arruffati, il vento li scompigliò.
Si manteneva ben salda su quel davanzale, guardò il cielo e il suolo.
Sarebbe andata da entrambe le parti in un solo momento.
Lei voleva solo essere libera, e lo sarebbe stata fra qualche minuto.
Lo fece. Sorrise leggermente e poi si lasciò andare.
La ragazza fu una colomba stanca di cercare la sua vera casa.
Si fece cullare dai brividi del vento mentre volava, mentre cadeva.
Aprì le braccia e chiuse gli occhi.
"Sono libera" sussurò.
Per poi spegnere ogni cosa di se stessa.
Si spense quella cosa chiamata cuore che per lei non lo era più da un pezzo.
Era una specie di scatola attira dolore, ma adesso il dolore non lo sentiva più.
Non sentiva più nulla adesso.
La ragazza, da allora, si sarebbe riposata per sempre.

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