3: Parlano di me

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Da quello che capì da mia madre, molto poco dato che parlava a raffica, era che Lizzie era una ragazza della mia scuola, ovviamente io non avevo idea di chi fosse, era stata uccisa quel pomeriggio.
Il suo corpo era stato ritrovato sugli spalti della palestra, sembrava essere stato un animale per via dei morsi e dei graffi profondi, ma certamente un animale di quella taglia non sarebbe potuto entrare in palestra inosservato, le autorità pensavano piuttosto che qualcuno ce l'avesse portato lì.
Forse qualche pazzo l'aveva fatta sbranare dai suoi cani e poi lasciata lì, tra i vecchi posti a sedere per i parenti degli atleti.
-Dovete stare attenti con i maniaci che ci sono di questo tempo! - disse mia madre soddisfatta alla fine del racconto.
Borbottando smisi di mangiare, improvvisamente non avevo più fame, la mamma avrebbe continuato con quella storia per almeno un mese.
Il fatto mi turbava alquanto però, una ragazza della mia scuola trovata morta...per via di un animale? C'era qualcosa sotto.

Il giorno dopo il risveglio fu terribile.
Mia madre, mio padre e perfino mio fratello, riuniti intorno al mio letto a cantare una stupida canzoncina di auguri di compleanno.
Sbuffando sollevai il cuscino e mi coprì la testa, volevo tornare a dormire.

Quella mattina era iniziata male e stava per continuare peggio, Emily era di sicuro in agguato dietro qualche angolo, nascosta sotto un banco o magari debtro un armadietto o qualcosa del genere, in un certo senso avevo quasi paura.
Ancora intimorita varcai la soglia della scuola, mio fratello alle mie spalle accompagnato dai suoi amici come sfondo, forse da fuori potevo sembrare molto sicura di me, in verità ero piuttosto intimorita.
Subito mi passò di mente tutto quando mi accorsi dei volti sconvolti di molti ragazzi, alcune ragazze con le lacrime agli occhi si abbracciava l'un l'altra.
Probabilmente per la storia della ragazza... Lizzie.
Figuriamoci, noi non sappiamo nemmeno chi era Lizzie.
All'improvviso qualcuno mi saltò addosso e per poco non caddi all'indietro, Emily mi stringeva così forte che rischiava quasi di strangolarmi.
Anche lei aveva una faccia sconvolta ma sembrava non voler darlo a vedere perché con il tono più felice che riuscì a fare, ci mise davvero del suo meglio, mi fece gli auguri.
Io ancora barcollante ricambiai l'abbraccio.
-Dobbiamo assolutamente parlare - mi bisbigliò all'orecchio prima di scogliersi dalla stretta, poi mi afferrò il braccio e mi trascinò per i corridoi fino ad arrivare al bagno delle ragazze.
-Penso di sapere perché Lizzie é stata uccisa - disse tutto d'un fiato dopo aver chiuso la porta.
Io per sicurezza mi guardai attorno, apparentemente non sembrava esserci nessuno.
-Dimmi tutto- ci sedemmo a terra a gambe incrociate.
-L'ultima persona che ha visto é stato Daniel- confessò -Amy mi ha detto che poco prima che andasse a parlare con Daniel, le aveva confessato che sapeva di un segreto importantissimo e voleva ricattare Daniel...poi beh, sai cos'é successo...-
Mi vennero i brividi, io giusto il giorno prima l'avevo incontrato, che avesse già ucciso Lizzie?
-Dobbiamo dirlo a qualcuno- dissi -Amy non lo fará mai, ha troppo paura di Daniel - continuò la mia amica.
La campanella suonò e ci alzammo in piedi -Mi raccomando, se lo incontri comportati in modo naturale, non deve capire che noi sappiamo, altrimenti... - altrimenti ci avrebbe ucciso.

Stai sbagliando corridoio.
No, sto evitando Barry che mi sta cercando.
Io questa la chiamerei sfiga.
Daniel camminava impettito verso di me, dietro invece c'era Barry che mi aveva appena avvistato.
Che cavolo avrei dovuto fare?
Scegli il male minore.
Mi rigirai ed andai incontro a Barry che mi sorrise infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
-Ho appena saputo che oggi è il tuo compleanno- sorrise sghembo, lo guardai torvo -Basta che anche tu non ti metta a cantare quella stupida canzoncina- Lui alzò le mani in segno di resa e ridendo mi promise che non lo avrebbe fatto.
La campanella della quarta ora si fece sentire e Barry si fece improvvisate serio -Eravate amiche?- mi chiese, amica di chi?
-Tu e Lizzie, eravate amiche?-
In realtá non sapevo nemmeno esistesse -No, non la conscevo, perché?-
-Beh, ieri, appena dopo la piccola rissa di Daniel e Nash...Lizzie mi aveva chiesto di dirti una cosa... ora capisco perché non mi ha risposto quando le ho chiesto il perché non lo facesse lei -disse pensieroso - sembrava molto preoccupata-
-Che ti ha detto?-
-Fidati di Daniel, ma non degli altri omega-
Che significava?
Alpha, beta, omega.
Quelle parole mi rimbombarono in testa come colpi di pistola.
-Se non ti dispiace dovrei parlare un attimo con Leila- in quel momento Daniel ci raggiunse ed irruppe nella conversazione.
Proprio adesso che la storia si faceva interessante?
-Dimmi pure - dissi incrociando le braccia davanti al petto, improvvisamente aveva inziato a fare freddo.
-In privato- sottolineò il biondo fissando Barry, lui a sua volta alzò le mani in segno di resa e sorridendo se ne andò.
-Sbrigati che la campanella è suonata da un bel pezzo- suggerì.
-Mi dispiace per Lizzie- ma perché pensavano tutti che io e Lizzie fossimo amiche?
-Non eravamo amiche-
Rimase sorpreso per qualche secondo, poi scuotendo leggermente la testa cancellò la notizia, forse era già di per se una situazione strana, meglio non complicarla.
-Sicuramente lo sai già- iniziò - le voci girano, dicono che sono stato io l'ultimo a vederla, ma non é così...- lo interruppi subito -Allora chi é stato?-
Lui mi guardò torvo -Non posso dirlo- Cosa?! - Io l'ho lasciata in palestra, voleva parlarmi di te, ma... ho avuto un contrattempo e sono dovuto scappare via- Parlare di me? Ma se io non sapevo nemmeno della sua esistenza fino a ieri sera!
-Tu potrai anche ignorare le persone, ma non passi certo inosservata... sei molto bella...- si fermò per studiare la mia espressione - ma sopratutto per il tuo caratteraccio-
In quel momento era rossa in faccia come un pomodoro, non so se per l'imbarazzo o per la rabbia.
-Perché voleva parlarti di me?-tagliai corto, ero ormai sicura che la lezione era andata, mia madre mi avrebbe ucciso.
-Non lo so- disse passandosi una mano tra i capelli.
Sta mentendo.
Oh si, ma allora perché é venuto a dirmi questo per poi mentire?
Vuole metterti in guardia.
In guardia da chi? Si diverte a fare il misterioso lui, forse ha ucciso una persona... forse no, sa chi l'ha fatto... o forse no.
Vedi? Ti ha spaventato, ti ha messo in guardia.
Alzai gli occhi al cielo, girai i tacchi e me ne andai, ero quasi infondo al corridoio quando urlò il mio nome.
Mi girai di scatto allarmata, lui era ancora lì, nel bel mezzo del corridoio con le mani nelle tasche dei pantaloni ed un mezzo sorriso splendente sul volto-Buon compleanno!-
Scossi il capo divertita e poi me ne andai.

Strinsi la maniglia della porta tanto che le nocche della mano sbiancarono, non ero poi tanto sicura di quello che stavo per fare.
-Speriamo non ci beccano- disse Emily con la voce tremolante, per la paura o per l'emozione?
-Non ci beccheranno - La rassicurai, anche se non ne ero del tutto sicura.
Abbassai lentamente la maniglia, come avevo sospettato era chiusa.
-Che si fa ora?- chiese la mia amica ansiosa, per fortuna che ero stata previdente, avevo preso in prestito le chiavi della palestra dalla bidella.
Le mostrai vittoriosa alla mia amica che mi guardò stupefatta.
-Ora entriamo- conclusi, poi feci girare la chiave nella toppa della serratura, il clic metallico ci confermò che avevamo libero accesso.

Il corpo di Lizzie era stato portato via ovviamente, e le macchie di sangue erano state ripulite, io speravo però di trovare qualche indizio, qualcosa magari che mi ricollegasse alla ragazza.
-Chi sa quale animale ha potuto fare una cosa del genere- bisbigliò Emily scuotendo la testa, lei era così sensibile.
Perfortuna allora che non era stata lei a trovare il corpo.
Richiusi la porta dietro di noi per sicurezza, in teoria le mie lezioni erano finite per quel giorno, ma per altri no... poi ci dirigemmo verso gli spalti.
-Non capisco cosa tu stia cercando-
Sembrava tutto come se nulla fosse accaduto, ma cercando bene si poteva notare che qualcosa aveva turbato la tranquillità di quel posto.
Mi sembrò addirittura di sentire le urla della ragazza in lontananza... Scossi la testa e fui attraversata dai brividi, la suggestione del momento.
-Se ti può consolare, neanche io so cosa sto cercando-
Sulle panchine, di legno, erano presenti delle incisione dovuti sicuramente a degli artigli, la cosa mi inquietava, ci passai le dita sopra, il legno era proprio stato scavato, forse uno dei graffi dell'animale non era andato a segno.
Una piccola scossa mi percosse da capo a piede e di colpo ritrassi la mano, lì era accaduto qualcosa di terribile, più terribile della morte di una ragazza.
-Dobbiamo andare- Iniziai a camminare di fretta verso la porta.
-Di già?-chiese Emily stupita, avevo insistito tanto per andare e le sembrava strano che mi ritirassi così presto.
-Prima ce ne andiamo, meglio é -

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2016 ⏰

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