2: Ti stai scusando? No sto cantando

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Non lo avevano sospeso, cacciato o roba del genere, no, lui se ne andava in giro per la scuola come se nulla fosse.
Nessuno diede particolare attenzione al fatto, infondo Nash non si era fatto niente, no?
-A cosa pensi?- Emily interruppe il filo dei miei pensieri, scrollai le spalle, non avevo voglia di parlare, chi ne ha di mattina? Forse Carisse che si avvicinò indiscretamente mentre Emily ed io recuperavamo la nostra roba nell armadietto, voleva discutere di ragazzi quindi mi allontanai in fretta, era il genere di discorso preferito di Emily.
-Ho sentito che prima hai urlato in faccia a Daniel- la sua voce mi raggiunse, ma per caso avevo scritto in faccia "Non vedo l'ora di parlare con ognuno di voi" ? Altrimenti il fatto non si spiegava.
-Si, l'ho fatto- Risposi garbatamente a Barry, lui mi sorrise raggiante e scosse la testa divertito -Finalmente qualcuno che gli tiene testa!- ghignò.
Mi aveva incuriosita, aveva combinato qualcos'altro del genere? Quando glielo chiesi lui rimase stupido -Davvero non lo sai?- mi raccontò che era al quinto anno e da quando era arrivato aveva combinato un ingente numero di risse e casini vari.
-Ma allora perché non l'hanno ancora cacciato?- non potevano certo essere cechi a tal punto!
-Spesso i ragazzi maltrattati non ne parlano, hanno paura - disse - E poi, lui ha i solidi, lui ha il potere- sentì montare la rabbia, com'era possibile che qualcuno non avesse ancora fatto qualcosa?
Non dovresti immischiarti, quel tipo é losco e pericoloso!
Forse.

-Aspen!- urlai per richiamare l'attenzione di mio fratello, era il solito tipo che se la tira e molte volte non lo sopportavo, ma cosa avrei fatto per un passaggio, non ci tenevo proprio a tornare a casa a piedi.
Alcuni dei suoi amici, del quinto, avevano la macchina e la maggior parte delle volte gli davano un passaggio a casa, essendo lui del quarto, io ogni tanto cercavo di imbucarmi.
-Laila- sentendo la mia voce si girò e sbuffò, non voleva che passassi del tempo con lui ed i suoi amici, pensava gli facessi fare brutta figura.
Lui era il più piccolo del gruppo ma uno dei più carini, motivo per cui ne faceva parte, alto, muscoloso e modestamente attraente, capelli corti e neri, occhi azzurri.
-Ciao, vuoi un passaggio?- mi chiese allegramente Denny, lui mi stava sinceramente simpatico, riposi di si è rivolsi ad Aspen un sorriso sghembo.
Quella volta avevo vinto io, lui roteò gli occhi, poi salì sul veicolo.

Quando arrivammo a casa Aspen corse in camera sua per non si sa quale strano motivo mentre io mi accinsi a preparare qualcosa da mangiare, sia mamma che papá erano a lavoro.
-C'è una lettera per te!- urlò mio fratello, non mi ero nemmeno resa conto che avesse preso la posta.
Entrò in cucina sventolando una busta in mano, io mi avvicinai per afferrarla ma lui tirò indietro il braccio.
Poi si allontanò -Dammi quella lettera- dissi severamente porgendo la mano per riavere la busta indietro.
Lui strappò l'involucro esterno e lesse ad alta voce - È da parte di nostro cugino, Henry... ma sempre lui, un ragazzo non c'è l'hai? - borbottai qualcosa sul quanto fosse idiota prima di strappargli la lettera di mano. Erano informazioni importanti e non adatte a tutti.
-Tieni d'occhio la pentola- Salì un secondo in camera per posare la lettere e subito riescesi, avevo paura di Aspen ai fornelli.

Nell'aria aleggiava un senso di malinconia comune, avevo riferito ai miei genitori della morte dell zio, il padre di Henry. Me lo aveva scritto nella lettera, lui non era affatto dispiaciuto, anzi, ormai non faceva più che bere e spendere soldi.
Ovviamente non raccontai tutte le altre notizie interessanti di Henry, come ad esempio l'inizio delle riprese di un nuovo film a Londra; quanto mi sarebbe piaciuto vivere lì.
Mia madre riprese a tessere una sciarpa invernale di lana, mio padre invece cercò di creare una base per una conversazione intelligente , ovviamente di politica, con Aspen, mio fratello dal canto suo non sembrava affatto interessato.
Decisi che uscire di casa per prendere una boccata d'aria non sarebbe stato male.
Mi risistemai un po' il vestito, giusto per non fare figuracce caso mai avessi incontrato qualche nobile ed uscì di casa fingendo di non sentire le lamentele di mia madre. Secondo lei ero una ragazza sfuggievole e dal pessimo carattere.
Io non sarei certo cambiata per il suo piacere.

Sfortuna volle che in quella triste giornata incontrassi di nuovo Daniel, cercai di evitarlo in tutti i modi mentre gli passavo accanto, ma lui non sembrò scoraggiarsi perché quando pensavo di averla scampata sentì una mano afferrarmi il braccio.
Mi girai lentamente, c'era troppa gente nei dintorni, non mi avrebbe potuto fare niente, sarebbe bastato semplicemente urlare per avere immediati soccorsi, quale uomo non accorrerebbe sentendo una bella fanciulla gridare?
Lo guardai negli occhi cercando di leggere le sue intenzioni, non riuscì bene a capire cosa provasse ma era un sentimento simile al rimpianto, forse più leggero. Non sarebbe stato necessario urlare e sclaciare, era lì , di fronte a me, per scusarsi.
-Beh io... volevo solo dirti che - si interruppe- ti chiami Laila giusto? -
Annuì lentamente, bel modo di inziare a scusarsi.
-Laila, mi... dispiace che tu- si interruppe di nuovo -Penso che io...- stavolta fui io a interromperlo con un gesto della mano.
L'orgoglio...
Anch'io avevo seri problemi a scusarmi, infatti non l'avevo mai fatto, ma mi stavo seriamente scocciando.
-Per caso ti stai scusando?- ironizzai, lui mi guardò torvo e ripose con io mio stesso tono di voce -No, sto cantando- poi guardandomi con aria di superiorità si allontanò a testa alta e scomparve tra la folla.
A me sembra un maniaco. Forse un sociopatico.
Borbottai parole non poco carine a nessuno in particolare, poi feci ritorno a casa.
La finezza.

Aprì uno della miriade di libri di scuola, di studiare non ne avevo molta voglia, non ne avevo mai, ma erano un obbligo no? Meglio farli allora.
Purtroppo.
Che pizza.
Basta.
Chiusi il libro, li avrei fatti più tardi, o forse la mattina seguente.
Afferrai carta e penna per rispondere alla lettera di Henry, anche se di notizie particolarmente interessanti non c'è n'erano.
Gli raccontai dello strano ragazzo e di come avessi preso le difese del suo amico, di come poi avevano fatto finta di niente.
Gli scrissi anche che mi sarebbe piaciuto molto vedere il nuovo film che stavano girando con lui, sicuramente mi avrebbe risposto che anche lui ne sarebbe stato felice. Infine sigillai la lettera, l'indomani l'avrei spedita.
-Laila- la voce di mia madre mi fece capire che dovevo darle una mano ad apparecchiare la tavola, non vedevo l'ora di mangiare.
Quando scesi le scale invece mi accorsi che erano già tutti a tavola. Strano.
Mi sedetti e feci per inziare a mangiare quando mi accorsi di avere tutti gli sguardi puntati su di me. Sbuffai. Aspettami cibo, non te ne andare.
-So quanto tu possa essere sconvolta per questo hai il permesso di saltare scuola domani- disse mia madre severamente, sconvolta per cosa? Aveva saputo della piccola rissa dei due ragazzi a scuola?
La guardai confusa, Aspen brontolò qualcosa sulla mia attenzione e lei mi guardò sconcertata -Come non hai saputo?- mi chiese.
Cercai aiuto spostando lo sguardo verso mio padre, lui però non stava neanche ascoltando.
-Cos' è successo?- domandai sconfitta, mia madre scosse la testa indignata, ma sotto sotto era felice di poter parlare di quello che era successo di nuovo.
-Lizzie è stata assassinata- disse tutto d'un fiato, al diavolo la suspense.
Poi si perse in una miriade di dettagli.
Una domanda, ma chi è Lizzie?
Non ne ho la minima idea.

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