Introduzione

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La mia vita in Italia non aveva senso. Odiavo tutto e tutti, non riuscivo più a sopportare nemmeno la mia famiglia. Tutto ciò che riusciva a farmi andare avanti giorno dopo giorno era la musica, il mio sogno, il mio amore per l'Asia. Dopo scuola lavoravo fino allo sfinimento, ma mi davo forza perché con ogni centesimo in più che mettevo da parte ero sempre più vicina al mio sogno. E finalmente arrivò, avevo 18 quando senza dire nulla a nessuno, senza dire un parola, senza fare rumore e senza salutare nessuno presi le cose più importanti che avevo e scappai, destinazione aereoporto.
L'adrenalina mi scorreva in tutto il corpo. Da un lato ero felice, non riuscivo a smettere di sorridere, mentre dall'altro avevo sempre più paura che venissi scoperta e mi chiedevo perché fossi arrivata a quel punto, scappare come una ladra solo per essere di nuovo felice. Corsi, con il mio biglietto di sola andata per Seoul, nessun ripensamento era ammesso. Corsi fino a quando non mi sedetti sull'aereo. Solo nel momento in cui decollo' sentì tutta l'ansia svanire.
La Corea era sempre stato il mio sogno per la cultura, le tradizioni, l'innovazione, la gente, la moda. Non sò nemmeno io con precisione il perché ma giurai a me stessa che era lì dove volevo vivere, dove avrei trovato la felicità. Il viaggio fù lungo, ma io dormii per quasi tutto il tragitto. L'episodio che mi rimase in mente fu la musica che nell'aereo veniva riprodotta dalle casse. Musica Coreana mi dissero. Conosvevo il fenomeno degli idol e del kpop ma non mi ero mai soffermata ad ascoltarlo. Mi colpii molto, era la prima volta che la ascoltavo ma me ne innamorai subito....un motivo in più per restare in Corea mi dissi.
Quando scesci dall'aereo non sapevo dove andare, non conoscevo la lingua e non avevo molti soldi. Ormai era tardi ed ero affamata così entrai in un piccolo locale in un vicoletto di Seoul. Entrai nel locale deserto, salì al secondo piano ed una signora mi accompagnò ad un tavolo. Mi accorsi che un tavolo era occupato da 7 ragazzi, vestiti di scuro, con tanto di cappellini e mascherine. All'inizio non mi notarono, ma quando cercai di ordinare la cena si accorsero di me e del fatto che non parlavo una parola di Coreano. Uno dei ragazzi si alzò, si avvicinò al mio tavolo e parlò con la signora, dopodiché mi fece un occhiolino e mi chiese da dove venissi in Inglese. Quando gli dissi che ero lì da sola venuta dall'Italia, lui fece una chiamata, mi diede un indirizzo e mi disse di andare lì. Capii subito che era un albergo e che mi aveva ordinato da mangiare e fui davvero commossa della sua gentilezza che iniziai a piangere, forse anche un pò per la tensione che mi ero portata dietro tutti quei giorni. Prima che andassero via lo bloccai
"Grazie, il mio nome è Ami e ti devo um favore."
A quel punto mi sorrise e mi diede un foglietto tra i quali un numero e un messaggio
-Se dovessi avere bisogno non esitare a chiamarmi, il mio nome è Zico, ma ti prego fa che tutto ciò resti un segreto-

Così iniziò la mia avventura a Seoul....

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La mia prima fanfiction in assoluto *-* Nei prossimi capitoli ho intenzione di introdurre altri gruppi e personaggi quindi continuate a leggere grazie~

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