Capitolo 1.

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3 gennaio 2014..

Ho sempre quella data impressa nella mente, si, quando è successo il tutto, quando non sentivo più il bisogno di vivere ed andare avanti con la mia vita.

Impossibile dimenticare quel che è accaduto, Franki, il mio migliore amico, ucciso, sotto i miei occhi ed io non ho potuto fare nulla..

Mi sento così in colpa, la colpa di tutto è stata mia. Non ero pronta per perderlo, ho già perso mia madre, non potevo perdere anche lui. Mi è rimasto mio padre, che d'altronde non mi capisce, mi maltratta.

Sono rimasta sola, gli unici veri amici che avevo erano Franki e mia madre. Già, mia madre, la donna e mamma che tutti desidererebbero.

Alta, fisico perfetto, capelli neri, occhi blu, era un sogno. Io, Catrine Buchansova, 17 anni, altezza media, poche lentiggini sul viso, lunghi capelli neri, occhi grigi, viso pallido, labbra carnose..

Già, dalla descrizione sembrerei chissà cosa, ma in realtà non sono niente, nessuno. Nessuno mi vuole, nessuno mi accetta. O forse sono io.

Forse, dopo tutto quel che è successo, non riesco a legare con altre persone per paura di perderle per sempre, come è già successo due volte.

Vivo in un piccolo paesino vicino la Russia, come ho già detto sto con mio padre ed è una cosa frustrante. Mio padre è un famosissimo stilista, ha un'azienda tutta sua e da quando mia madre è morta non fa che preoccuparsi di altro, dimenticandosi che ha una figlia.

Ho un fratello maggiore,  19 anni,si chiama Christian,ma io lo chiamo Chris. Gli voglio troppo bene, anche lui è cambiato dopo la morte di mia madre.

Non riesce ad aprirsi con me come faceva una volta, sta sempre in giro, a casa non c'è mai ed io sono sola, come sempre.

Come ogni giorno preferisco stare da sola, forse sono costretta..

Oggi ho proprio bisogno di cambiare aria, odio questa casa, mi rende triste , qualsiasi cosa mi ricorda mia madre.. Così opto per fare  una passeggiata, solo io, cuffie e musica.

Vado al parco e mi siedo su una panchina, quando vedo un gruppo di ragazzi avvicinarsi anche loro verso il parco, su una panchina vicino alla mia.

Ed eccolo.. lui..James Lachowski. Uno dei diciottenni più belli della Russia, anzi, il più bello.  Alto, bel fisico, occhi verdi, capelli biondo cenere. Tutto l'opposto di me. Socievole, allegro, sempre con quel cazzo di sorriso in faccia che.. Dio gli salterei addosso!

Noto che mi guarda spesso. Ogni volta che lo fa mi volto. Come vorrei sapere cosa pensa quando mi guarda. Vabbè, in fondo cosa potrebbe pensare? Vestita tutta di nero, con un cappellino sulla testa, cuffie nelle orecchie, sola seduta su una panchina.. Potrebbe pensare che sia una pazza depressa. Vabbè, non mi importa, alla fine il pensiero della gente lo evito sempre, anzi, evito direttamente le persone.

Dopo un po' tutti i ragazzi se ne vanno e io ne approfitto per accendermi una sigaretta, quando un ragazzo si avvicina a me.. Oddio, si è lui, proprio lui.. James. Che cazzo faccio adesso? Lo ignoro? Lo considero? Ma si lo ignoro dai, penso tra me e me. Si siede accanto a me e mi toglie una cuffia:

-Sai che fumare fa male?- con il suo solito sorrisetto.

-Può darsi- rispondo.

-Io sono James- dice lui continuando a sorridermi e guardandomi negli occhi.

-Piacere.- rispondo io.

-Mmm vorrei conoscere il suo nome signorina- dice spiritoso lui.

-Non credo sia necessario.-

-Mi odi così tanto da non volermi dire il tuo nome?-

-Sono Catrina- dico strappando un sorrisetto e con lo sguardo verso il basso.

-Lo sapevo già..ti chiederai perché, beh, io ti osservo da molto tempo, Catrina.-

Rimango senza parole. -Ah, capisco..Bhe ora devo andare, ciao-.

-Aspetta, dammi il tuo numero di cellulare almeno, no? Come faccio a rintracciarti sennò?-

Cazzo. Non posso, non voglio. Ho paura di affezionarmi a lui e ho paura che lui si affezioni a me, non voglio che capiti di nuovo.

-Penso che un modo lo troverai, ciao James Lachowski- lo saluto con un sorriso.

Durante il tragitto per andare a casa immagino sempre la scena di noi due. L'unica cosa che mi rende felice in questo momento, ma triste allo stesso tempo.

Ed eccomi a casa, ecco che mi viene di nuovo quel senso di malinconia, tristezza, ricordi.. Ed ecco che sento mio padre urlare al cellulare, come al solito, ma questa volta cerco di evitare le sue urla e di farlo calmare, quindi mi dirigo in camera mia.

Prendo le mie cose e vado in bagno, tolgo la felpa.. Ecco, ci risiamo. Si vedono ancora i miei tagli, tagli di un'anno fa.. Li guardo e mi viene la voglia di rifarli. Ma evito.

Finita la doccia, vado in camera mia e mi collego su Tumblr. Dopo un paio di minuti collegata, ecco che mi arriva un messaggio su Facebook. È James. Dio. Cosa faccio? Non gli rispondo e non visualizzo. O devo visualizzare? Ok, visualizzo.

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Salve a tutti, questa è la mia prima storia che pubblico. Spero di raggiungere molte visualizzazioni e spero molto vi piaccia :) continuerò con il secondo capitolo al più presto.

She's lost inside.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora