Mostro P.3

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"Ti porto a casa adesso, okay?" gli sussurrò mentre le dita lo accarezzavano sulla schiena "No, no, no. Non voglio. Ho paura, ti prego rimani con me" chiese lui disperatamente e si aggrappò a lei, seppellendo la sua faccia nel suo petto.

Martina aggrottò le sopracciglia della sua dichiarazione, pensando che fosse meglio non chiedere nulla così disse "Va bene, andiamo a casa mia, okay?" chiese lei e lui accennò la testa eccitato.

"Puoi camminare?" chiese lei, lui accennò la testa lentamente "andiamo" disse lei quando caddi all'improvviso a terra. 'Cazzo, mi sono completamente dimenticata delle mie gambe'. Dall'altra parte, Chanyeol era in panico e aveva lacrime che gli scendevano dagli occhi, vedendo l'amore della sua vita ferita ed è successo tutto questo per colpa sua. Martina notò che Chanyeol stava avendo un attacco panico, prese la sua faccia tra le mani "ehi, ehi, guardami. Basta. Sto bene e fidati di me quando dico che sto bene, e tutto questo non è successo per colpa tua. Mi credi?"

Lo guardò attentamente, lui cercò di non tremare e di fidarsi delle sue parole ma non ce la faceva. E con questo, Martina realizzò che Chanyeol non era solo che un debole, il quale aveva solo un nemico che riusciva a ferirlo. La sua mente.

Quindi invece di calmarlo, lo baciò. All'inizio era sorpreso ma ovviamente, dopo qualche secondo, cominciò a rispondere al bacio, baciandolo più appassionatamente e la abbracciò mentre stavano sedendo per terra.

Dopo qualche minuto, Martina indietreggiò, fermando il bacio e lui si lamentò un pochino "calmati, tigre. Strapperai la mia bocca dalla tua eccitazione" rise lei dolcemente, guardando la sua faccia imbronciata.

Dicendo che era l'ora di andare, lui accennò la testa prima di prenderla in braccio "grazie per avermi salvato" anche se le parole suonavano così semplici, ma dio, contenevano così tanti significati. Invece di rispondere, gli baciò la fronte dicendo " Te l'ho detto, no? Ti proteggerò"

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Dopo una settimana

"Ecco, ti ho comprato un panino" lui saltò un po' dallo spavento, sentendo la sua voce e girandosi nella sua parte destra prima di prendere il panino via dalle mani di Martina. "Hai veramente pensato che non sapessi dove ti nascondevi dopo aver picchiato una persona?" disse lei scherzosamente e prese il posto di fianco a lui nella panchina del tetto della scuola.

Lui abbassò la testa dalla vergogna, non riuscendo a guardarla negli occhi "come va la tua mano?" prese le sue mani prima di strofinarlo per mandare via il dolore "stai bene?"

Fece un cenno con il capo, guardando le loro mani incrociate e sorridendo a se stesso. "Quindi che cosa starà facendo quel bastardo adesso?" chiese lei curiosa, sapendo che lui le darà la stessa risposta di sempre. "Mi sta sui nervi. Quello è tutto."

"Tu dovresti controllare il tuo comportamento, sai?" sorrise lei, guardando la sua faccia imbronciata.

"Sto scherzando, lui ha portato di nuovo l'argomento sulla tua famiglia, non è vero?" lui accennò con il capo, ma prima che Martina potesse dire qualsiasi cosa, lui si alzò e la tirò su anche lei "andiamo in caffetteria, sono in umore di offrirti oggi" lui sorrise mentre lei alzò gli occhi.

"Voglio il pollo" lei cambiò la sua espressione e disse in un tono serio. Lui rise "qualsiasi cosa che vuoi" disse lui mentre lei lo tirò, eccitatamente, verso l'uscita.

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Camminando verso la sua casa, lui sospirò pesantemente. Sapendo che cosa succederà dopo, lui pregò Martina disperatamente di rimanere con lui a trascorrere il tempo come al solito. Ma perché deve visitare i suoi "parenti" oggi e inoltre sono solo degli stronzi quindi perché Martina si disturba a visitarli?

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