Il vecchio signor Marino era intento a leggere l'articolo sulle dimissioni del signor Breda, sottosegretario della giunta comunale. Lo scandalo aveva raggiunto proporzioni titaniche e, da giorni, nella piccola città di provincia non si parlava d'altro.
A quanto pareva l'uomo era stato pizzicato a sottrarre importanti documenti dall'ufficio anagrafe; al suo arresto non aveva rilasciato dichiarazioni né alla stampa né alle forze dell'ordine, si era limitato a destituirsi e tanti saluti.
Alla domanda che gli veniva rivolta da due settimane a quella parte "E' vero che lei è implicato nel riciclaggio d'identità per favorire l'entrata di clandestini nel nostro paese?", il signor Breda rispondeva con un secco "Nessun commento", prima di sparire dietro ai finestrini scuri delle auto dei carabinieri.
Le indagini erano ad un punto morto; le scarse informazioni, raccolte durante i numerosi interrogatori ai quali era stato sottoposto il signor Breda, non facevano ben sperare gli inquirenti. Erano certi che avesse dei complici altolocati e che probabilmente fosse in contatto diretto con la società criminosa per la quale lavorava. Ma il signor Breda era muto come una tomba, freddo e distaccato come una lastra di marmo, un vero osso duro.
La stampa faceva pressione ormai da giorni sul maresciallo che sovrintendeva le indagini. Tutti erano affamati di notizie, di novità, di pettegolezzi che erano la linfa vitale di quella comunità.
«E' vergognoso!» sputò lì il signor Marino «Quando ero giovane io, queste cose non succedevano!» rivolgendo lo sguardo ai quattro compari seduti al tavolino del bar, impegnati in una durissima partita a carte.
«Sentite qua: "Il signor Breda come di consueto non ha rilasciato dichiarazioni, tuttavia il suo avvocato ..."» ma il signor Marino e i suoi amici non riuscirono a scoprire cosa dichiarasse l'avvocato, perché proprio in quel momento una raffica di vento strappò il giornale dalle mani del vecchio, lasciandolo con un'espressione d'allocco stampata sulla faccia.
«Ecco! Bravo! Lo sapevo che andava a finire così anche oggi!» gridò una voce.
«Come se tu sapessi fare di meglio» tossicchiò una vocina che doveva appartenere ad un fumatore incallito.
«Gioca il cinque! Gioca il cinque! Oh stupido pezzo d'imbranato, dovevi giocare il cinque!» inveì un terzo.
«Terenzio è inutile che gridi, tanto non ti può sentire! Sei morto! Quante volte te lo dobbiamo dire?» borbottò l'omino con la voce gracchiante.
«Grazie per la rivelazione Achille! Senza di te non mi sarei mai accorto che non posso più mangiare, bere e giocare a carte!» rispose acido Terenzio «Comunque non mi sembra che tu faccia progressi con quel giornale! Sono giorni che tu e Anselmo cercate di arrivare alla pagina sportiva».
«Guarda che non è mica facile sfogliare un giornale senza farlo volare via! Questo babbeo è tutto concentrato su quello stupido scandalo! Come se a noi potessero interessare quelle questioni da viventi!».
«Achille ha ragione, Terenzio. Non è mica facile sfogliare le pagine mentre legge la testata. Questo zuccone non sembra minimamente interessato alle corse dei cavalli. C'è da dire Achille, che tu metti troppa energia quando cerchi di spostare una pagina, magari potresti...»
«Vorresti forse accusarmi di non saper fare il mio mestiere di fantasma?» tossì Achille «Ah si? Ti ricordo che il mese scorso...»
«Il mese scorso. Il mese scorso. Tu sai tirare in ballo solo il mese scorso» s'intromise Terenzio «Compi una sola buona azione, una sola come si deve e devi vantarti per settimane»
«Taci tu, che non sai nemmeno far volare via una carta da gioco. Io almeno so spostare qualcosa di ben più pesante di un foglio di carta»
«Spostare accidentalmente non significa avere il controllo di quello che afferri. Comincio a credere che la tua impresa eroica non fosse tutta farina del tuo sacco. Secondo me ti trovavi nel posto giusto al momento giusto, quando uno di quei pestiferi ragazzini ha fatto una delle sue diavolerie...»
STAI LEGGENDO
Piccole storie di fantasmi
Storie breviC'è gran fermento nel mondo dei fantasmi: si è unita a loro una celebrità. Ma non è tutto oro quello che luccica... Niente fermerà il pettegolezzo, nemmeno la morte.