Capitolo 4

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Apro lentamente la porta,e quando è abbastanza aperta Lucas si scaraventa dentro la mia stanza,io la richiudo immediatamente alle sue spalle,a chiave,per paura che possa entrare qualcuno. Lui mi guarda con i suoi occhi marrone scuro,mi scruta,mi fissa,come daltronde facevano tutti quando iniziai a urlare di sotto,indicando qualcosa che non c'era,o per lo meno che secondo loro non c'era. Appoggio le spalle alla porta,e scivolo giù,lentamente,mi porto le ginocchia al petto,circondo le braccia alle gambe e inizio a piangere sotto il suo sguardo, è attento a ogni mossa che faccio. Resto li, per terra,in quella posizione ancora per qualche secondo,le mie lacrime scendevano come un fiume in tempesta prima di una cascata,che prima o poi spero si sarebbe interrotta. Qualche minuto dopo,sento un caldo respiro passarmi tra i capelli,alzo lo sguardo,non troppo,in modo da rimanere così,in quella posizione, davanti a me c'è lui,seduto a gambe incrociate,con la testa china,sotto i suoi capelli biondi,scapecciati, tutti arruffati da cattivo ragazzo,intravedo i suoi occhi,posa su di me i suoi scuri occhi,che mi guardano con compassione,con dolcezza. Non parla,il che gliene sono davvero grata. Restiamo così,per qualche minuto,poi lui mi porge la mano,io la afferro, ha su di me una salda presa,scatta in piedi,e mi fa alzare con lui. Ci mettiamo seduti sul letto,io tengo ancora la testa bassa,lui mi scosta i capelli dal viso,guardandomi,appoggia due dita sotto il mio mento,mi alza il viso,ho sbagliato a truccarmi dopo aver pianto,perché il trucco si è sciolto sotto le mie calde lacrime,ho il viso rigato di nero dalla matita. Si avvicina a me e mi schiocca un bacio sulla guancia,le sue labbra sono calde e umide. Dopo il suo bacio ho finalmente trovato il coraggio di guardarlo negli occhi,allora mi giro,piano,lentamente,in modo che,le mosse del mio viso,siano per tutti e due una lenta tortura.

Sempre più lentamente,e quando il mio viso fu completamente girato verso Lucas,lui mi guarda negli occhi, e abbassa lo sguardo, io chiudo gli occhi e quando li riapro sono stretta in un suo caldo abbraccio, le sue braccia sono muscolose,il che mi mette sempre sicurezza e mi fa sentire a mio agio. Io ricambio l'abbraccio,stringendolo ancora di più a me,e lui fa lo stesso,sento la sua testa affondata nella mia spalla tra i capelli,io accarezzo i suoi e restiamo così per un po', fino a che io mi divincolo dalla sua stretta,mi sposto,mi giro verso la finestra,fuori è ormai buio,e tutto ciò che illumina la città sono i lampioni che io,dalla mia camera,vedo benissimo. Lui mi guarda meravigliato,non ho mai rifiutato un suo abbraccio,lui avvicina la testa al mio orecchio e sussurra delle dolci parole:-Ti amo. Mi spieghi cos'hai?.
Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso. Mi giro violentemente,non c'è l'ho con lui,ma sono stanca di essere trattata come una bambina,lui indietreggia velocemente e io inizio a gridargli addosso, delle parole,che ancora impastate dal pianto,neanche io capisco:- Dovete smetterla,dovete smetterla di chiedermi cos'ho. Sono problemi miei,non ho bisogno di aiuto,smettetela,so cavarmela da sola.
Mi interrompo bruscamente,abbasso lo sguardo,sussurro uno scusa,e capisco che lui mi ha sentita solo quando si alza in piedi,e con voce tremolante,quasi spaventata,dice:- Dispiace anche a me.
Solo in questo momento capisco che ho veramente bisogno di un suo abbraccio,io vicino alla finestra,lui vicino alla porta,gli corro incontro,come daltronde farebbe una bambina,lo abbraccio forte,e qualche secondo dopo lui ricambia il gesto. Mi ritrovo con il viso rigato di lacrime,di nuovo,non dovevo parlargli in quel modo. Gli prendo una mano,ci sediamo sul letto,e ,con voce sottomessa,gli dico:- Ok,ti racconto tutto.
E inizio a raccontargli delle cose inspiegabili che mi sono successe.
Lui rimane in silenzio durante il mio racconto,annuiscie,spesso sbarra gli occhi,e mi guarda con le sue grandi pupille marroni,gli racconto tutto,dettaglio dopo dettaglio,parola dopo parola,gli racconto del diario,dell' anziana,della famiglia e della foresta innevata,quando svengo.Quando intraprendo questo discorso lui abbassa lo sguardo e sussurra:-lo so.
Io lo guardo con fare assassino, e io gli chiedo:-Come fai a saperlo?
Lui si gira e mi spiega che,una volta zia Nancy mi ha visto uscire la sera tardi,e lo ha chiamato,chiedendogli di seguirmi,lui preoccupato e da gran geloso,le risponde di sì,e quando arriva,mi trova in piedi sulla neve,lui si nasconde dietro un albero, e quando svengo aguzza la vista,nel vedere un ragazzo,alto,moro,magro e vestito con stracci,vestiti logori,consumati e strappati,sporco di terra e con gli occhiali. Quando il tizio si presenta,lui accorre in mio aiuto, e minaccia il povero ragazzo,gli dice di lasciarmi stare,che se mi sfiora o se solo prova a guardarmi anche con la coda dell'occhio gli darà una bella lezione. Mi racconta che il ragazzo abbassa lo sguardo e mi appoggia sulla neve,Lucas lo fulmina con lo sguardo,costringendo il povero ragazzo a fuggire. Lucas mi prende in braccio, e essendo abbastanza grande per prendere la patente,ha una macchina tutta sua. Mi fa sedere sul sedile posteriore,mi allaccia la cintura e mi porta a casa,riportandomi nel letto prima che mi svegli. E fece ciò tutte le notti,da quella volta. Gliene sono grata perché mi ha salvata,mi ha sempre riportata a casa,mi ha sempre protetta,ma sono anche leggermente arrabbiata per come ha trattato quel povero ragazzo,ma d'altronde chissà chi era...
Lo stringo in un forte abbraccio,lui si tira in dietro,tenendomi ancora per le spalle e mi dice che lui ci sarà sempre,sia nel bene che nel male, e mi promette  che mi accompagnerà durante questa strana avventura. Lo guardo leggermente intimidita, divento rossa,e ho improvvisamente caldo,quando lui se ne accorge,mi bacia e mi chiede
:-Pronta a tornare di sotto per la festa,divertirti e far vedere a tutti chi sei?
Io annuisco,lui mi prende la mano e ci precipitiamo al piano di sotto,immergendoci nella festa.

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