La festa

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Il resto del pomeriggio passò come al solito, tra i libri di scuola e ogni tanto un episodio delle mie serie tv preferite. Stavo appunto guardando The Vampire Diaries, quando il mio cellulare iniziò a squillare. Era Laura.
Laura: "Hei Leti! Allora oggi andiamo alla festa?"
Io: "Non so Laura... Non so neanche cosa mettermi"
Laura: "Tu non preoccuparti, a quello ci penso io. Facciamo così: chiamiamo le altre e andiamo a mangiare al The Tower, dopo veniamo da me e ci prepariamo. Ci stai?"
Io: "Hmm... Va bene dai. Per che ora facciamo?"
Laura: "Facciamo alle otto?"
Io: "Va bene, allora ci vediamo alle otto."
Laura: "A dopo tesoro!"
Finì di guardare l'episodio e poi iniziai a prepararmi. Mi infilai dei jeans strappati e una canottiera, e ci misi sopra una felpa corta. Legai i capelli in uno chignon e misi solamente un po' di mascara. La pizzeria distava poco da casa mia, così mi incamminai verso di essa. Quando arrivai le altre erano già sedute al tavolo, allora salutai tutte con un bacio.
Mi sedetti tra Alessia e Elena, e insieme alle altre iniziammo a parlare della scuola. Elena mi chiamò e a bassa voce mi chiese: "Ho visto che il prof ti stava parlando oggi a scuola. Che ti ha detto?"
Io: "Mi ha chiesto di dare ripetizioni ad Andrea..."
Elena, che mi conosceva davvero bene, sorrise come un ebete, e mi chiese: "E te che hai risposto?"
Io: "Gli ho detto che ci avrei pensato perché ho già altri due ragazzi e..
Elena: "Ma tu sei pazza! Perché gli hai detto così? Si vede benissimo che non aspetti altro"
Abbassai la testa imbarazzata, non sapevo che dire.
Io: "mhh.. non so, è un ragazzo davvero strano Ele. Immagina che oggi me lo sono ritrovata in casa..."
Elena: "Cosa?! E come mai?"
Le raccontai l'accaduto e lei si mise a ridere a crepapelle.
Elena: "Che figura, solo tu puoi fare certe cose!"
Risi insieme a lei, che aveva perfettamente ragione.
Nel frattempo era arrivata la cameriera e aveva preso le nostre ordinazioni. Le pizze arrivarono poco dopo, e iniziammo subito a mangiare. Quando finimmo, ci alzammo dal tavolo e andammo  a pagare il conto. Infine andammo a casa di Laura. Quest'ultima, appena varcata la soglia, mi prese per un braccio e mi portó nella sua camera. Aprì l'armadio e inizió a cercare un vestito adatto a me. Aveva un guardaroba davvero ampio, con dentro vestiti di tutti i tipi, da quelli in tulle, a quelli estivi. Ogni tanto ne tirava fuori uno e me lo metteva davanti per vedere come stavo. Dopo si rimetteva a frugare. Dopo un po' tirò fuori un vestito nero in pizzo abbastanza corto.
Laura: "Ahh, eccolo qua. Forza, provatelo! "
Tolsi il vestito dall'appendiabiti e dopo essermi spogliata lo infilai. Mi girai verso Laura per chiederle di chiudere la cerniera, e così fece. Mi guardai allo specchio, e vidi che stavo davvero bene. L'abito esaltava le mie forme, senza farmi apparire troppo volgare. Mi girai verso di lei e le saltai addosso, ero davvero contentissima.
Io: "Grazie mille Lau, mi sta davvero bene"
Laura: "Figurati! Ora andiamo a truccarci dai"
Scendemmo giù dalle altre che avevano già iniziato a truccarsi. Misi il fondotinta, poi presi l'eyeliner e iniziai a tracciare una riga sottile sulla palpebra. Per rifinire il tutto usai un po' di mascara e un rossetto color corallo. Eravamo tutte pronte ed eravamo tutte bellissime. Il papà di Laura ci accompagnò fino alla villa, e poi, dopo le solite raccomandazioni, ci lasciò. Entrammo all'interno del locale e vedemmo che era praticamente pieno. Le ragazze si muovevano sinuosamente,  scuotendo i capelli sotto le luci lampeggianti, mentre i ragazzi guardavano ogni loro mossa. Nell'aria c'era odore di sudore, fumo e alcool. Alessia si buttò subito nella mischia, e così facemmo anche noi. Ci ambientammo subito, e dopo poco stavamo ballando con il fiatone. All'improvviso sentì una mano afferrarmi il polso. Mi girai e vidi Andrea, a pochi centimetri da me. Si avvicino al mio orecchio e urlò per sovrastare la musica: "Allora sei venuta. Pensavo il contrario."
Io: "E invece.. sono qui!"
Andrea: "Ti ho visto da lontano, sai? Attiri l'attenzione di tutti con questo vestito"
Abbassai lo sguardo, avvertendo il familiare calore alle guance. Con lui succedeva sempre, era inevitabile.
Andrea: "Perché ti nascondi sempre, Letizia? Era solo un complimento "
Io: "I-io non mi nascondo..."
Andrea: "Oh si che lo fai. Arrosisci, allora abbassi lo sguardo e ti dondoli nervosamente sui talloni. Ormai conosco a memoria i tuoi movimenti."
Così non faceva altro che peggiorare la situazione.
Andrea: "E non sai quanto fottutamente bella sei quando fai così"
Si avvicinó pericolosamente a me, mise un braccio intorno ai miei fianchi e mi attiró verso sé. Come d'istinto le mie braccia gli avvolsero il collo, e cercai con lo sguardo quei bellissimi occhi color ghiaccio. Ma lui mi stava già guardando. Mi stava guardando come se non avesse mai visto nulla di più bello, come se tutta la gente attorno a noi non ci fosse. Era uno sguardo che metteva a disagio, era come se davanti a lui non potessi nascondere nulla. Persa nei miei pensieri non mi ero accorta che il suo sguardo si era spostato sulle mie labbra. Inizió ad avvicinarsi, con una lentezza angosciante. Non aspettavo altro che il momento in cui le sue labbra si sarebbero posate sulle mie. All'improvviso compì un gesto inaspettato. Mi avvicinai a lui di scatto, colmando la distanza, per me immensa, che ci separava. Le sue labbra morbide toccarono le mie. Lui aprì le sue, dando vita ad un bacio che mi fece arricciare le punte delle dita. Infilai le mie dita nei suoi capelli morbidi, mentre lui mi stringeva ancora di più a se. Aveva un buonissimo profumo, che peró non sapevo descrivere. Sapeva semplicemente di Andrea. Mi sentivo leggera, libera. Mai nella vita avevo provato  emozioni simili.

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