II

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Te ne frega eccome, solo che non vuoi ammetterlo. Le persone che ci tengono tanto a dirti che non gliene frega niente sono quelle a cui frega di più. L'ho imparato con il tempo.

Anna Todd


Il telefono squilla, squilla e Liam ha quasi perso le speranze; Zayn è così, non ama la tecnologia, la confusione e quella mania del castano di cercare un contatto fisico con tutti, indipendentemente da quanto li conosca.

Zayn era sempre quello un po' diffidente, che preferiva ascoltare, scrivere i suoi pensieri e disegnare, ma era anche quello che se decideva che potevi far parte delle sue giornate, rendeva le tue di gran lunga migliori.

Liam sospira, stacca il telefono dall'orecchio e mentre sta per premere il tasto per terminare la chiamata, una voce inconfondibile gli arriva dal microfono - Liam, Liam, Liam, ci sono! - scuote la testa soffiando via una risata e riporta il telefono in posizione - Ciao! - dice solo.

- Sono qui! - ripete affannato.

- Lo so! - Liam sorride.

Grazie a quel ragazzo moro, dal fisico magro e affusolato, gli occhi liquidi come oro fuso, Liam ha scoperto una parte di se che non sapeva di possedere; non aveva mai avuto interesse per le ragazze, quei fisici che con la pubertà diventavano formosi, visi che si riempivano di trucco, unghie smaltate e capelli fluenti.

Liam si era trovato spesso a guardare quelle di loro che ancora non erano entrate in quella fase e ripetersi che erano più carine, più attraenti, forse perché più mascoline, ma aveva tredici, quattordici anni, passava più tempo in ospedale di quanto ne passasse a scuola, quindi non poteva esserne sicuro, non sicuro come Zayn, che iniziava a fare apprezzamenti sui ragazzi mentre guardavano la tv e faceva sempre complimenti a Harry quando si vestiva elegante.

- Sta sbocciando non trovi? È proprio bello! - aveva confidato una volta a Liam, mentre Harry usciva dalla stanza dell'ospedale per tornare a casa.

- Zayn... - lo aveva ripreso il castano.

- Eddai è la verità! Però non è bello come te, tu sei bello e basta, non importa come sei vestito o pettinato, vedo la tua bellezza anche dietro tutti quei tubicini che ti escono dal corpo! - e a quella frase il cuore di Liam si era fermato e poi aveva iniziato a correre all'impazzata, era arrossito e per smorzare l'imbarazzo aveva distolto lo sguardo ridacchiando.

- Queste cose sono dannatamente gay, Zay! - aveva scherzano.

- Forse sì... - il ragazzo non aveva ribattuto nient'altro ed erano tornati a giocare la loro partita alla playstation.

Dopo quel pomeriggio, il cuore di Liam batteva sempre più veloce quando vedeva Zayn, provava a evitarlo, ma il suo amico non era l'unico a vedere della bellezza il lui, anche Liam notava come Harry non fosse l'unico a stare sbocciando.

Poi c'era stata la parte peggiore della sua adolescenza, quella prima del recesso, quella in cui tutti credevano che forse non ce l'avrebbe fatta, che sarebbe stato necessario un trapianto di reni.

Quel pomeriggio anche i tubicini dell'ossigeno che aveva nel naso gli facevano male, la pelle bianca da sembrare trasparente da quanto si sentiva debole, i capelli erano ricci e scomposti e il petto gli faceva male ad ogni respiro, ogni parte di lui gli diceva di mollare, di chiudere gli occhi e lasciar perdere tutto, ma poi era entrato Zayn: aveva gli occhi lucidi, si torturava il labbro inferiore con i denti e respirava piano.

Safeness | LiLoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora