Prima parte.

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Ayakashi. Sono ovunque, specie nei luoghi più affollati, nei cuori più freddi.
Vi immaginereste mai che sono persino in una scuola?
Già.
Era quello a cui stava pensando Yato appena entrati in quella classe.
«C-cos'è questo disastro...» mormoró Yukine appena entrato dalla finestra.
«Abbiamo un bel pó di lavoro da fare a quanto pare. Vieni a me, Sekki!»
E, come ogni volta, appena pronunciate quelle parole, il biondino si trasformó nello Strumento Benedetto oramai diventato ed entrambi partirono allo 'sterminio' dei numerosi fantasmi.
Per Yukine e Yato era ormai un gioco da ragazzi, data la forza devastante del ragazzino e dall'intesa fra loro due.
«Finalmente abbiamo finito.» sospiró dopo un pó il Dio.
«È stato semplice.» disse orgoglioso di se stesso il biondino.
«Già. Ritorna, Yuki.»
Il compito era finito, non c'erano più Ayakashi, ma la classe restava comunque in balia del caos.
Diedero a malapena il tempo a Yukine di tornare nella sua forma umana. Si, perchè appena fatto furono spinti dentro l'armadietto.
«Che bambini violenti! Sterminiamoli tutti!»
«Yato, Yato! Calmati!»
«Ragazzi ora smettetela di fare tutto questo caos!»
Arrivó la professoressa che riuscì bene o male a calmare tutti...ma che peró fece una cosa impensabile. Chiuse a chiave l'armadietto.
«Y-yato...?»
«Cosa?»
«Per caso...siamo stati chiusi dentro?»
«Pare proprio di si.»
Yuki stava per avere una crisi di nervi, ma Yato gli tappó la bocca. Lui non sarebbe stato sentito dato che nessuno poteva nè vederlo, nè, per l'appunto, sentirlo, ma l'armadietto avrebbe fatto sicuramente chiasso.
«E togli questa mano! Maledizione, fammi diventare spada così posso sfondare l'armadio!»
Yato mise un dito sulle labbra del ragazzo e disse con voce calda:
«Hei, stai calmo.»
Yukine lo guardó con il suo solito sguardo misto tra "Oh mio Dio, ora succede il solito" e "Tra poco svengo".
Giró di poco la testa, evidentemente imbarazzato, ma Yato si avvicinó e lo bació in modo dolce, per farlo calmare a dovere.
A differenze di altre volte, Yukine ricambió subito, ed è inutile dire che loro lingue si sono toccate più e più volte.
Dopo 5 minuti abbondanti, l'aria cominciava a diventare pesante, così Yato si staccó.
«Ora che ti sei calmato possiamo andare. Vieni, Sek...»
Yato fu interrotto dallo stesso Yukine, il quale gli andó sopra, appoggiandosi al suo petto.
«Sei egoista. Accontenti solo le tue necessità. Ora tocca a me.»
Finita la frase si invertirono i ruoli, quello rosso come un pomodoro stavolta era Yato, mentre Yukine diede il via ad altri 5 minuti di puri sentimenti.
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