Il 4 Agosto pioveva, la pioggia sporca bagnava ogni cosa facendo apparire Torino sempre più grigia. Nacqui immersa in quella pioggia, la prima cosa che riuscii a vedere furono il cielo plumbeo, le nuvole scure e i rassicuranti occhi color smeraldo di mia madre, quegli occhi rimangono ancora la cosa più bella che io abbia mai visto. Non posso dire di aver avuto una brutta infanzia, ero troppo ingenua per capire cosa succedeva alla mia famiglia, non riuscivo a comprendere, nè a rendermi conto che stava andando in pezzi. Ero maledettamente ingenua e maledettamente felice. La mia infanzia finì a sei anni, quando vidi le valige di mio padre davanti al portone d'ingreso e mia madre in lacrime sulla soglia. Mio padre si girò verso di me e mio fratello Chris prima di andarsene "Dovete badare a voi stessi da soli, senza contare su nessuno.", disse. Gli chiesi dove stava andando, mi disse che si era preso una vacanza e io seppi in quel preciso istante che non sarebbe più tornato. Di quel periodo ricordo solo il coraggio di mia madre, i silenzi di mio fratello e la tristezza. Non mi manca l'amore di mio padre, non mi rende infelice non aver ricevuto da lui alcun tipo di affetto o tenerezza, poiché l'affetto di mia madre e mio fratello erano più grandi delle voragini create dalla sua assenza, ma è lui la colpa parziale della mia rabbia. Non è mai tornato e arrendetevi a ciò che dico: Neanche in questo libro tornerà, perché amo descrivere la mia vita come un solitario viaggio, amo descriverla come realmente è stata. L'immenso amore di mia madre non riusciva a placare le mie cattive emozioni, non riusciva a richiudere la voragine, più ci mettevo sopra toppe, più le sue fauci si allargavano, risucchiando ogni felicità, come un buco nero. Ogni volta che sentivo la voragine ingrandirsi o il senso di colpa attanagliarmi lo stomaco, prendevo un coltello da cucina nel cassetto e creavo una voragine al centro del mio palmo. Quella oragine al centro del mio palmo era grande quanto un atomo rispetto a quella che sentivo dentro di me. Ricordo il giorno in cui mia madre mi squadrò "Perché il tuo umore cambia continuamente, perché sei così arrabbiata?" Mi chiese. Per la prima volta le spiegai ogni cosa, la guardai negli occhi color smeraldo, le raccontai della voragine, di mio padre, della mia rabbia e alla fine della mia confessione iniziai a piangere e con voce flebile le chiesi, mostrandole le cicatrici "E' normale che una ragazza di 16 anni abbia un braccio così?" Lei guardò le mie cicatrici, sfiorandole con le dita affusolate e poi parlò, parlo di tutto e di niente, iniziò a piangere. Da quelle lacrime, da quelle parole io scrissi questa lettera:
"Cara mamma,
Questa è la prima lettera che ti scrivo, la prima delle tante che non leggerai mia. Ho sempre trovato che avessi un certo fascino, non tanto per i capelli castano scuro che alla luce diventano rossastri, non per gli occhi verde smeraldo e le labbra sottili e ben delineate. Il fascino risiede nello sguardo, quanto amavo quegli occhi e quanto odiavo il buco nero che ci vedevo dentro, quell'abisso di malinconia era per me incomprensibile. Non capivo, non capivo niente, mentre pensavo di capire tutto. Non capivo cosa ti mancava, non capivo le lacrime o il silenzio. Avrei voluto chiederti di parlare, di sfondare i muri che ci separavano, quando io stessa ero una silenziosa incognita. Avrei voluto parlare, parlare e non ci riuscivo, non ci riesco tuttora. Ti mostravo le cicatrici sulla pelle bianca, mentre piangevo lacrime nere come la china sui fogli bianchi e tu piangevi lacrime rosse come sangue. Mi resi conto che le mie cicatrici non valevano nulla in confronto alle tue, erano solo più visibili, avrei voluto abbracciarti, rompere il muro di indifferenza... Non ce l'ho fatta, ce l'hai fatta tu e per questo mi dispiace, per questo ti ringrazio, per questo ti amo."
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L'infelicità è capire Kurt Cobain
DiversosIo non so chi sei. So solo che stai leggendo queste righe. Non so se sei giovane o vecchio, felice o triste. Spero tu sia giovane e triste e spero dal profondo del mio cuore che tu ti senta come mi sento io. So che ti sembrerà banale ciò che dico, m...