Ingiustizia.Capitolo 29.

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Passano due giorni da quel tragico giorno in cui ho perso i sensi, e finalmente mi dimettono.
Sono pronto per tornare a scuola e affrontare la situazione. Ho deciso che mi cambierò di classe. Perchè anche se Nicola verrá sospeso, un giorno dovrá tornare e io non voglio più averci niente a che fare.

Cammino per il corridoio di scuola, accompagnato da Lorenzo, dopo quel che è successo è diventato super apprensivo e non mi lascia più da solo.

-Quanti giorni di sospensione credi gli dará?- chiedo.

-Giorni? Io spero settimane, anche se quel bastardo si merita di non tornare proprio.-

Non posso che essere d'accordo.

Busso alla porta del preside, attendo il fatidico 'avanti' ed entro con Lorenzo.

Il preside non è solo, con lui c'è anche Nicola. Quando lo vedo smetto di camminare bloccandomi di colpo.

-Che ci fa lui qui?- chiede Lorenzo infastidito.

-La domanda è che ci fai tu qui signorino Odi. Esci fuori, la questione vá risolta con i diretti interessati.-
Risponde il preside con tono altezzoso.

-Cosa? Io non lo lascio solo con quello.-
Protesta Lorenzo.

Prima che il preside possa scagliarsi contro di lui cerco di sistemare la situazione.
-Lori non succederá niente di male, esci pure e aspettami fuori.-

Uno sguardo di dissenso si disegna sul suo viso, ma decide comunque di darmi retta ed esce senza dire una parola.

-Accomodati pure Kevin.- mi indica la sedia accanto a quella di Nicola.

-Preferisco stare in piedi.- rispondo diretto.

-Invece ti siedi. Nicola non ti mangerá.-
Contro la mia volontá mi siedo e cerco di evitare ogni contatto visivo con quel pazzo accanto a me.

Il preside fa raccontare la nostra versione dei fatti.
Dopo aver raccontato tutta la veritá, è il turno di Nicola.

-Sì, sono stato io.- ammette semplicemente. Poi prosegue -Lui mi provocava, mi insultava ogni giorno, mi umiliava, il mio è stato un gesto di autodifesa.-

-COSA?- i miei occhi si spalancano di fronte a tante cazzate.
-Sono tutte bugie signor preside, io non gli ho mai torto un capello.-

-Beh questo non è quello che dice lui.- il preside sembra incline a credere a Nicola.

La rabbia si fa spazio tra le altre emozioni fino a fuoriuscire.
-MA LEI È A CONOSCENZA DEI SUOI DISTURBI MENTALI?- Urlo.- LUI PRENDE GLI ANTIPSICOTICI È CHIARO CHE STIA MENTE...-

-È ABBASTANZA!- la voce del preside prevarica sulla mia interrompendomi.

-Andate fuori, tutti e due! Di questo passo non si va avanti.
Cinque giorni di sospensione ad entrambi!-

-Tutto ciò è ridicolo! Lui mi ha mandato in ospedale! Capisce?-
Il preside non vuole sentire ragione. Ho sempre pensato che avesse qualche problema, qualche ritardo mentale;ebbene ora ne ho la conferma.

-Complimenti per la recita coglione.- mi rivolgo a Nicola e poi esco sbattendo la porta alle mie spalle ignorando i richiami del preside.

Fuori c'è Lorenzo ad aspettarmi e con fare impaziente mi domanda -Allora? Quanti giorni gli ha dato?-

Rispondo senza neanche fermarmi, continuo a camminare velocemente, voglio solo andarmene da questo schifo di posto.
-Cinque cazzo di giorni, sia a me che a lui.-

-Come scusa?- mi afferra per un braccio bloccando la mia corsa verso l'uscita.

-Sì, Nicola si è inventato una marea di cazzate, e il preside non sapendo a chi credere ha dato la sospensione a tutti e due.-

La rabbia che Lorenzo ora provava traspariva chiaramente dai suoi occhi.
-Non esiste! Vado a parlargli!-

-No fermo.- lo blocco. -Non ne vale la pena, infondo c'era da aspettarselo con un preside come quello. Va bene così, davvero. E poi dai sono solo cinque giorni! Poteva andare peggio.-
Dico con una risatina nevrotica.

-Ma è un' ingiustizia.-

-Lo so, ma non importa, domani verrá mio padre e mi fará cambiare di classe.-

Lorenzo ci pensa un pò su e poi sospira -D'accordo, se va bene a te allora va bene anche a me.
Ti accompagno a casa?-

-Sì magari.- gli sorrido e cerco di riacquisire la calma.

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Il giorno dopo, mio padre indignato per l'accaduto si reca a scuola e dopo aver trattato a lungo con il preside, riesce a farmi cambiare sezione e grazie alle sue doti di avvocato riesce sorprendentemente a revocare la sospensione.

Quando rientra a casa e mi racconta tutto sono felice che finalmente quest'incubo sia finito.
Niente più Nicola e niente più problemi.
Tra me e Lorenzo non si intrometterá più nessuno.

-Grazie papá, ti voglio bene.-

-Figurati Kev, farei questo e altro per te, ricordati che ho perso 16 anni della tua vita, e ci sto mettendo tutto me stesso per riuscire a recuperarli.-

Lo stringo forte a me, mentre le mie lacrime cominciano a bagnare anche il suo viso.

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