Essere

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Si muoveva tra i corridoi come un fantasma.
Correva senza farsi vedere ne sentire da nessuno.
Non sapeva nemmeno dove stesse andando.
La forza che aveva dentro, la stessa che minacciava sempre di farla esplodere, ora la guidava con forza nella sua ricerca. (scusate la ripetizione ma è volontaria.
È un forza sottolineato. Il mio prof di italiano direbbe che una delle famose parole chiave di tutto il testo... la ripeto un bel po' di volte.....).
Percorse tutto il castello fino all'ingresso e poi uscì fuori, nel parco freddo e buio.
Quasi volava sul prato per come correva. Aveva fretta, dentro di se si era trasformato tutto in fuoco.
Poi vide un'ombra sulla riva del lago. Seppe chi fosse ancor prima che la luna gli mostrasse per bene il suo profilo. Sapeva chi era, dentro di se la forza glielo aveva suggerito fin dall'inizio.
Ed era pronta ad affrontarlo.

************
Sentii un rumore di passi dietro di se e si voltò stupito.
E se la trovò davanti: furiosa, pallida, spettinata ma bellissima lo stesso, illuminata solo dai raggi argentei della luna.
Il suo cuore si mosse ferito nel suo petto. Gli faceva male vederla.
Quella bellissima creatura non era la sua Rose.
Il suo sguardo pieno di rabbia non era quello a cui era abituato.
Per tutti quei giorni dopo che gli aveva detto quelle cose non l'aveva più guardata, l'aveva sempre evitate.
E adesso vedeva cosa gli aveva detto Lily.
Vedeva la sua Rose distrutta.

Ma il fuoco che aveva negli occhi era come quello della fenice, fino ad ora l'aveva distrutta ma adesso l'avrebbe fatta rinascere....

********
lo vide voltarsi e guardarla. Si alzò per fronteggiarla, un grane dolore negli occhi. Rose chiuse gli occhi furiosa.
Come se ci fosse vento tutto intorno a lei si mosse, l'erba si inclinò lontano da lei, i rami degli alberi vicini che aveva sopra vennero scosse via da un vento potente.
Anche Scorpius indietreggiò un po', come spinto da una mano potente.
Non gli importava cosa c'era nei suoi occhi. Non gli importava che lui soffrisse.
Gli voleva solo fare pagare quello che lei aveva sofferto.

-parla!- ordinò Rose. La sua voce era forte e chiara e ancora piena di quella rabbia nera.
Scorpius esitò. Aveva troppe cose per la testa, nessuna abbastanza degna da essere detta.
Un'altra volata di energia si propagò intorno a lei.
-dimmi il perché! Dimmi perché mi hai fatto questo!
Dimmi cosa ti ha spinto a distruggermi!- ordinò di nuovo.

************

-dovevo farmi odiare da te. Dovevo rompere la nostra amicizia.
Non possiamo più essere amici. Io sono la causa di tutto.
Quei tre hanno fatto quello che hanno fatto perché odiavano me.
Così dovevo farti capire che io sono davvero destinato a essere quel che sono.
Che stando vicino a me soffrirai soltanto!- rispose Scorpius guardandola straziato.
Il suo cuore ormai doleva così tanto che sembrava stesse andando in frantumi pezzo per pezzo.
Vide Rose guardarlo con rabbia e poi ridere, una risata da pazza, una risata senza neanche l'ombra di felicità.
Lo guardò con occhi da cattiva.

**********

-vuoi sapere la verità? Tutta la paura, tutto quello che mi era successo e che avrebbe dovuto far restare sotto shock chiunque, tutto questo era scomparso subito dopo.
Io stavo bene. Io non vedevo l'ora di ricominciare la mia vita.
Per me non c'era nessun problema.
E invece tu mi hai distrutto la vita.
Come se fossi un castello di carte e tu mi avessi tolto le basi.
Sono crollata. Non sapevo più chi ero ne cosa volevo.
Mi sono chiesta se tutto quello che ho sempre fatto, tutto quello che ho sempre creduto mi caratterizzasse, fossi davvero io.
Io non sono più esistita da quando tu mi hai detto quelle parole.
Ma adesso sono tornata, voglio essere qualcuno.
Essere!
Io sono! Forse sei tu Scorpius che non sei mai stato.
Ma io sono! Io ci sono!- le urlò quasi quelle parole, felice davvero di poterle dire.
La forza intorno a lei piegò ancora di più i rami degli alberi.
Tutto intorno a lei si allontanava. Scorpius si ritrovò a sbattere con le spalle a un tronco di un albero, già piegato dalla forza di Rose verso il lago.

-e adesso mi dici che ti sentivi in colpa? Il mio primo pensiero quando mi sono svegliata era rivolto a te. Ho pensato al fatto che molto probabilmente ti stavi tormentando sulla possibilità che se fossi rimasto anche solo qualche secondo in più non sarebbe successo niente.
Pensavo a come ti avrei potuto tirare su, a cosa ci avrebbe potuto fari distrarre a tutti e due, far scomparire quei pochi minuti con un ricordo bello e felice.
E tu invece progettavi la fine delle nostra amicizia per sensi di colpa.
Un'amicizia se è tale non ha fine, l'ho sempre pensata così.
E invece tu gli volevi dare una fine. Tu volevi distruggere tutto partendo da me.
Mi hai detto quelle cose per non farti prendere a schiaffi, vero?
Se quel giorno invece di farmi dubitare di me stessa mi avessi detto che ti sentivi in colpa io ti avrei preso a schiaffi.
Ti avrei seguito e tormentato fino a farti ridere e dimenticare tutto.
Avremmo sotterrato quel senso di colpa insieme.
E invece mi hai voluto voltare le spalle e sei scappato.
Io non voglio più scappare. Io ho ritrovato me stessa spero.
Almeno ho trovato finalmente gli appigli che tu mi avevi tolto.
La ricerca di se stessi non è facile ma non mi arrenderò.
Non di nuovo- Rose sussurrò le ultime parole ma il silenzio della notte le portò a Scorpius ugualmente.

La rabbia era svanita. La forza si era calmata. Tutto intorno a lei era tornato normale. Anche lo sguardo che punto su Scorpius assomigliava molto a quelli che gli aveva da sempre lanciato lei.
-tu ti sei arreso o continuerai a cercare te stesso?
Ti sei arreso al mondo, al destino? Non vuoi più decidere per te?
Lasci questo compito agli altri?
Oppure vieni insieme a me e continuiamo a fare solo quello che vogliamo senza opposizioni?
Ti ricordi la prima volta sul treno?
Mi avevi detto che tuo padre ti aveva ordinato di non parlarmi.
E quindi sei venuto da me appunto per iniziare un'amicizia, perché di quello che pensava tuo padre non ti fidavi completamente. Dov'è quello Scorpius?- chiese Rose.

**********
La vide tornare la sua Rose. Forse un po' diversa, ora aveva sulle spalle la sorprendente lotta contro il non essere, ma era lei. E come aveva fatto molte volte si avvicinò a lei, gli mise le mani sui fianchi e la strinse a se in un abbraccio.
Lei lo ricambiò ritrovandosi finalmente.
Come quegli undicenni quasi cinque anni fa.
Due fili che si staccano dalla tela del destino per andargli contro, oppure per seguirlo lo stesso, guidati solo da quello che davvero volevano.
Perché il destino è come se fosse scritto sulla sabbia:
così come un'onda lo può cancellare così ogni decisione può modificare il tuo destino.

L'unico che può modificare il tuo destino sei tu!

FINE

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