Elettra's pov
Dopo essermi scusata con Xavier e Jenny, mi diressi in camera mia.
Salí le solite scale scricchiolanti di legno vecchio e consumato: chissà quanti altri orfani come me avevano posato le loro scarpe su quei gradini rovinati...
Aprí la porta e ci trovai dentro la simpatica chioma marrone caramello e gli occhi bui e neri come due pozzi profondi.
-Rachel! Che ci fai tu qui?-domandai, respirando affannosamente dallo spavento.
La ragazza sorrise, con il sole che filtrava dalla finestra che le illuminava il volto.
-Ah, niente. Ti aspettavo. E...buona fortuna, so che ce la farai!-m'incoraggiò la ragazza, alzandosi dalla mia sedia di legno per avvicinarsi a me ed abbracciarmi velocemente.
-Scusa, e tu come...-iniziai a dire, alquanto confusa.
-Ah, stai serena, io so tutto!-rise la bruna, dirigendosi verso il piano inferiore, trollerellando felice e spensierata.
A volte mi fa paura...commentai mentalmente.
Mi chiusi la porta alle spalle, appoggiando la schiena sul freddo muro giallo.
Sospirai, lanciando uno sguardo perso all'armadio, dal quale presi una divisa da calcio compratami da Xavier e me la infilai.
Toccai il ciondolo di metallo freddo, sussultando. Mi veniva sempre in mente quegli attimi in cui Victor si era avvicinato a me, aiutandomi ad agganciare la collanina.
Rabbrividí al sol pensiero, scuotendo la testa.
Perchè la mente mi riportava sempre a quell'imperiale? Era questa la domanda che mi tormentò per tutto il tragitto verso il campo al fiume.
Arrivata dopo una camminata sotto il sole cocente, mi sedetti sulla panchina vuota.
L'allenatore dovrebbe già essere qui..., pensai, guardandomi intorno, cercando con lo sguardo il Mister.
Mi ricordavo il suo aspetto fisico, lo avrei riconosciuto immediatamente.
-Tu devi essere Elettra Di Rigo.-sentii una voce dolce e solare dire, quella di un ragazzo. Mi girai di scatto, cercando di riconoscere la persona che avesse parlato.
Mi trovai di fronte un ragazzo dai capelli marroni e corti, con un ciuffo in avanti, un paio di occhi marroni e scuri, un sorriso stampato in faccia e una fascia in testa.
Mi meravigliai di come mi avesse chiamata: Elettra Di Rigo. All'anagrafe, mi avevano
cambiato il cognome senza un criterio ben preciso.Mi avevano porso una lista di cognomi, e io avevo scelto quello che mi si addiceva di piú: Nightmare, che in inglese vuol dire "incubo".
Volevo eliminare il mio vecchio cognome, per vivere una vita nuova all'orfanotrofio.
Annuí, guardando incuriosita il ragazzo: era sicuramente molto piú grande di me, già adulto, ma manteneva il modo di parlare e il sorriso di un bambino.
-Bene, io sono Mark Evans, l'allenatore mi ha detto che ti devi sottoporre ad una prova.-mi spiegò Mark, sorridendomi, pacato.
Era incredibile quanta energia positiva emanava un semplice sorriso di quel ragazzo, ti riscaldava il cuore.
-Aah...che tipo di prova?-domandai timidamente, ricambiando il sorriso sincero.
-Devi fare goal. Ma non prenderla come una gara, ma come una piccola sfida o confronto per migliorare.-mi spiegò il ragazzo, dirigendosi in porta, munito di un paio di guanti da portiere.
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Vita da Imperiale~Victor Blade, IE Go~
FanfictionSono Elettra Nightmare, per i pochi amici Ele. Abito in un orfanotrofio ormai da sei anni, da quando i miei genitori mi hanno abbandonata all'età di cinque anni. Non so perchè l'abbiano fatto, ma da quel momento la mia vita è diventata qualcosa di s...