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Posai il vassoio sul tavolo mettendomi di fronte al moro.

-Ehy- posai la mia borsa al lato della sedia mentre lui alzò le sopracciglia in segno di saluto.

Vidi che cercava di dirmi qualcosa, ma visto che non ne era capace, prese un quaderno e cominciò a scriverci sopra.

"Ti faccio così pena da solo?"

-No, sembri simpatico e volevo conoscerti meglio- gli sorrisi e ricambiò.

-Il mutacchio ha trovato un'amichetta?- Darren, il capo della squadra rugby, è un tipo molto scontroso e si diverte ad offendere la gente. È alto, capelli biondo cenere e occhi verdi... insomma, tipico ragazzo da film.

Al sentire la sua frase abbassai lo sguardo, intimorita dalla situazione.

-Che fai, mi scrivi che cosa ho da ridire?- notai che Dylan aveva dato un foglio a Darren con scritto qualcosa.

- Tanto non puoi farmi nulla.- rise acidamente. Ma la risposta non tardó ad arrivare.

"Posso essere muto quanto ti pare, ma la forza ce l'ho."

-Ah davvero? Non vorrai fare il ragazzo duro solo perchè hai una ragazzina davanti e non vuoi fare figure di merda.- ci fu una risata generale tra i suoi compagni ma cessò quando mi alzai di scatto ed andai vicino a lui.

-Innanzi tutto, ragazzina ci chiami il tuo cane, e secondo, faccio amicizia con chi voglio con o senza la tua opinione.- ripresi la sedia e mi sedetti con cautela.

-Tu non metterti in mezzo.-disse per poi rivolgersi verso Dylan che non lo degnò di uno sguardo. -Ritornando a te, non dici nulla? Oh vero sei muto.- ghignò.

Prese Dylan con forza sulla gola, non riuscendo così a farlo respirare. Diventò rosso e delle vene si cominciarono a vedere sul suo viso. -Guardami quando ti parlo.- lo intimidì Darren.

Mi alzai di scatto afferrando i polsi del ragazzo cercando di farli staccare dalla gola di Dylan, ma ricevetti solo una forte spinta.

Dylan sfruttò quel gesto per staccarsi dalle mani di Darren e respirare. Diede un pugno destro sulla mascella del ragazzo di fronte a lui, per poi darne un'altro più forte sulla sinistra.

Darren cominciò a perdere sangue dalla bocca, sputò il residuo che aveva e prese Dylan per la felpa per poi buttarlo a terra e dargli calci sul ventre.

Ci riprovai, andai di corsa verso Darren per fermarlo ma non essendo molto forte tornai a terra, sbattendo la testa contro uno dei tavoli.

-Qualcuno non ti ha mai detto che le donne non si toccano nemmeno con un fiore? Per non parlare di non fare del male agli altri.-il professor Clameb mise una mano la spalla di Darren allontanandolo da me e Dylan.

-Tu, in presidenza. Voi in infermeria con me.- disse porgendomi la mano per rialzarmi.

Darren buttò con uno scatto un vassoio a caso per terra per poi andare verso la presidenza.

La mensa era in completo silenzio a guardare la scena. Davvero imbarazzante.

Andai da Dylan per aiutarlo ad alzarsi. Mise un braccio sulla mia spalla mentre l'altro su quello del professore.

Con fatica arrivammo in infermeria e mettemmo il ragazzo su un lettino.

-Okay Evelyn, cosa è successo?- il professore incrociò le braccia per poi appoggiarsi su un tavolo con il fondoschiena.

-Beh, stavo mangiando con lui e mentre parlavamo è arrivato Darren- mi interruppe.

-Darren Klay giusto?- annuii.

-Ha cominciato a umiliare Dylan davanti tutta la scuola ma lui non gli dava spago, così lo ha preso alla gola. Ho cercato di fermarlo ma... il resto lo ha visto lei..- annuì un pò seccato. Aspettò che l'infermiera arrivasse per chiedere le condiziomi del ragazzo.

-Come sta?- chiese avvicinandosi a Dylan che si era addormentato.

-Ha preso delle botte abbastanza forti ma non è grave, avrà qualche livido.- disse prendendo una cartellina e andandosene.

-Tu invece Yalves?- so rivolse a me il professor Clameb.

-Non lo so..- massaggiai la testa visto che faceva ancora un pó male.

-Girati un secondo.- dubitosa mi girai, dandogli le spalle. Sentii due sue dita toccarmi la testa per poi farmi vedere che aveva del sangue.

-Stai sanguinando dalla testa- cominciò a prendere delle cose.

-È sicuro?- dissi guardando paurosamente le cose che stava prendendo.

-È solo dell'acqua ossigenata ed ovatta.- affermò avvicinandosi. Con pochi gesti finì di togliere il sangue e curare la piccola ferita.

-Se non ve la sentite, restate qui fino alla fine della lezione, tanto ne manca solo una.- ringraziai e chiuse cautamente la porta.

Mi avvicinai al lettino dove dormiva Dylan. Vidi il suo cellulare che stava cascando dalla tasca, così lo presi e lo misi nel mio zaino per poi ridarglielo dopo.

Afferrai il suo braccio e lo scossi un pó, dopo pochi secondi si svegliò di scatto guardandosi agitato intorno, ma si calmò vedendo solo me.

-Come stai da uno a dieci?- chiesi posando il mio gomito sul lettino e poggiando la guancia sulla mia mano.

Alzò sei dita.

-Vuoi che ti porto un pò di ghiaccio?- scosse la testa per poi ripoggiarla sul cuscino.

-Beh, allora andiamo a casa va bene?- si alzò da lettino annuendo. Prese il suo zaino nero e si incamminò per il corridoio.

Prendemmo il primo autobus e ci mettemmo seduti vicini. Cominciammo a sentire tutti e due la musica tramite le mie cuffiette. Notai che adorava le canzoni dei Ed Sheeran.

Dopo due fermate mi toccava scendere, così salutai Dylan e gli scompigliai i capelli. Ridacchiò dopo avermi guardato rabbiosamente.

Scesi dal bus e, a piccoli passi cominciai ad avviarmi verso casa. Sentii un telefono vibrare dentro la borsa così lo presi ma non era il mio.

Corsi seguendo l'autobus. Fortunatamente, Dylan scese alla fermata dopo, ma non mi vide. Lo chiamai, ma non mi sentì visto che ormai era entrato in casa.

Lo seguii fino a bussare il portone. Aprì una signora anziana, con l'etá di circa 70 anni, ben curata, occhi verdi e capelli grigi.

-Oh salve! Cerca qualcuno?- mi sorrise calorosamente.

-Emh si, salve sono Evelyn una amica di Dylan... volevo restituirgli il telefono che se lo è scordato- le mostrai il telefono. Annuì ed andò dal nipote, credo.

Dopo pochi secondi arrivò con una faccia abbastanza interrogativa. Gli mostrai il telefono e fece un respiro di sollievo.

-Pensavi di essertelo perso eh- ridacchiai e lui fece lo stesso appoggiandosi alla porta.

-Quella è tua nonna?- si girò a guardarla per poi annuirmi.

-È così carina- sorrisi- ma non vivi con i tuoi?-

I suoi occhi diventarono un misto tra rabbia, paura e tristezza. Mi guardò, prese frettolosamente il cellulare dalle mie mani, scosse la testa senza rivolgermi uno sguardo e chiuse il portone sbattendolo.

Cosa ho fatto?

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SAAALVE

Allora, come sapete questa è la mia seconda storia... volevo sapere se per ora è di vostro gradimento e cosa ne pensate.

Detto questo, COMMENTATE E VOTATE GENTE !!

Se volete, seguitemi ;)

-Veronica

Mute Problem《dylan o'brein》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora