Just dream

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Capitolo tre.

- Dopo quella sera, il rapporto cambiò radicalmente.
Non riuscivamo a staccarci, ogni secondo a sentirci tramite quegli stupidi messaggini.
Decidemmo che il giorno della vigilia di Natale ci saremmo visti, approfittando anche per scambiarci i regali di natale, dato che i problemi tra le nostre famiglie persisteva e non potevamo passarlo insieme.
Il 24 dicembre, ci incontrammo, passeggiammo e andammo nella villa degli innamorati, ci sedemmo su una panchina e ci coccolammo.
Prima di concludere la serata ci avviammo nel posto in cui i nostri cuori batterono all'unisono, nel tragitto però incominciammo a giocare, a prenderci e a baciarci sulle guance.
Quando non riusciva a prendermi, lei si innervosiva, mi faceva quelle smorfie stupide ma che erano incantevoli. io allora, incominciavo a correre e avvantaggiato in quanto un anno prima partecipai alla corsa campestre con la scuola, la distanziai di molto, ma il bello era che lei non mollava e quando vedevo che si impegnava a correre per raggiungermi, io mi bloccavi e a braccia aperte l'aspettavo, lei arrivava e mi saltava addosso. Ero felice, eravamo felici.
Appena arrivati al "nostro" posto, ci appoggiammo su un muretto, lei aprì il suo regalo, nulla di speciale, un peluche con intorno una collana a forma di cuore tribale che si divideva in due metà, con una lettera allegata.
Mi abbraccio e mi baciò ringraziandomi di quel bel regalo.
Arrivò il mio turno, aprì il suo regalo, era un cuscino con una nostra foto abbracciati, poteva sembrare un regalo banale, un regalo che tutti fanno, ma non era questo il punto, il punto era che questo regalo lo ebbi da lei, la persona più importante per me.
Passata quella sera, passati quei giorni, ci ritrovammo a gennaio dopo aver passato giorni a sentirci solo tramite cellulare, io stavo letteralmente impazzendo.
Volevo lei, volevo i suoi baci, volevo i suoi sguardi, i suoi abbracci, volevo il suo sorriso, volevo sentirla di nuovo mia, volevo lei e nient'altro.
Dovevamo festeggiare il nostro primo anniversario, un anno insieme, un anno di noi.
Non potevamo crederci, nessuno avrebbe mai pensato che la nostra storia potesse durare così a lungo, con tutti i problemi che c'erano.
Ma la felicità, la spensieratezza, non dura per sempre.
Io incominciai ad andare male a scuola, non studiavo molto, non ero mai presente in classe, mandavo a quel paese tutti coloro che mi davano fastidio.
Questo perché pensavo solo a lei, alla nostra relazione, e poi questi da una parte erano segni evidenti che stavo crescendo, ero entrato in quel periodo dove non mi si poteva dire niente, altrimenti ti mandavo a quel paese.
Ma i problemi non nacquero solo per la scuola, ma anche con lei.

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