Taking chances.

1.8K 108 101
                                    

"Shawn! Scendi da quel letto è il tuo diciottesimo compleanno e vuoi passarlo chiuso in questa stanza?"

Quella voce l'avrei riconosciuta fra mille.

Mia mamma entra nella mia camera ed inizia a spalancare le tapparelle in modo che entri la luce.

No, ho sonno, voglio dormire!

"Shawn mi senti?" mi chiede sedendosi sul letto accanto a me.
"Si.." farfuglio mentre mi copro il volto con il lenzuolo, non ho intenzione di alzarmi.

"Ascolta Shawn..So che per te è un peso, questi ultimi mesi per noi sono stati così difficili; ma ora devi sorridere..Fallo per me, hai diciotto anni, diventi sempre più grande.." dice singhiozzando, è evidente che non riesce a trattenere le lacrime.

Mi alzo dal letto e la abbraccio.

"Buon compleanno!" mi sussurra.

"Ti prego, preparati, giù ti aspettano delle sorprese. Ah, vestiti diversamente, non mettere la solita tuta" mi rimprovera al soglio della porta.

Non esco molto di casa e indosso sempre gli stessi vestiti, anzi, faremo meglio a dire che non esco mai.

Da piccolo ho sempre pensato che i dicotto anni erano un grande traguardo. Ed è vero, è l'età dove finalmente puoi considerarti indipendente, dove puoi far valere le tue idee e parlare al mondo intero.

Immaginavo inoltre di trascorrerlo diversamente, ricordo che mia madre mi promise che avremo fatto un viaggio alle Hawaii o avrei fatto una grande festa con gli amici.
Magari in discoteca, dove si balla, si scartano i regali e si commettono cavolate di cui poi ci si pente.
Esatto, questa è l'età dove è possibile commettere errori, ma a me non importa niente.
Non desidero più fare il buffone con i miei amici, a me piace stare solo, io ci sto bene.

Ti piace veramente stare solo o è l'abitudine di stare solo che ti ha auto convinto che ti piace?

Domanda che mi fanno ogni volta alle mie sedute psicologiche.

*

Mi metto i jeans ed un felpone nero, pensando a quanto mi mancherà la mia adorata tuta.

Mi lavo il volto e osservo un me diciottenne allo specchio.

Scendo le scale e trovo mia madre e Brad che mi aspettano con dei pacchetti regalo tra le mani.

"Hey amico! Tanti auguri, sei felice? ora puoi prendere la patente e rimorchiare ragazze" dice facendomi ridacchiare.

Mi piace vedere che nonostante tutto Brad sia l'unico che non mi abbia abbandonato e che è sempre pronto per farmi ridere.
Mi manca ridere. È una cosa che non faccio più volentieri.
Ridere è diventato una cortesia.
Una cortesia per far credere agli altri che va tutto bene, quando non va bene niente.

Mi allunga un pacchetto regalo, evidentemente incartato da lui perchè è pessimo, ma allo stesso tempo mi piace.

Faccio una smorfia "ah Brad..Non dovevi!" dico cercando di aprirlo.

La confezione è gialla.
Il giallo un tempo era il mio colore preferito, quando avevo una visione così positiva delle cose, adesso invece non conta più nulla; ma fa sempre piacere sapere che una persona si ricordi questi dettagli su di te.

Significa che a te ci tiene veramente.

Sono fortunato ad avere Brad.

Scarto il regalo e tra le mie mani c'è una maglietta con la firma di Michael Jordan.
Amavo il basket, circa cinque mesi fa con una cosa del genere avrei fatto i salti di gioia.

Jordan è il miglior giocatore che potesse esistere.

Adesso è da tanto che non vedo una partita, ma principalmente è perchè non faccio gran parte delle cose che facevo prima.

"L'ho ordinata da Internet è stata una grandissima offerta! Un ragazzo la vendeva a poco prezzo e ho colto l'occasione"
Brad continua a spiegarmi dettagli sul regalo

"Sai dovremo tornare a giocare a basket, che ne dici?"
Annuisco, in realtà giocare a basket non mi va proprio; ma non voglio sembrare il solito guasta feste.

Dopo un po' ci raggiunge mia madre in salotto con una torta.

"Non potevo non prepararla, è all'amarena proprio come piace a te!"

Sorrido con forza per sembrare carino, ma sembra se ne sia accorta.

"Forza Brad vieni vicino a Shawn che vi faccio una foto!

"Aah no mamma, la foto no.."
Brad si siede accanto a me e come se non avessi parlato e mia madre ci fa una foto ad entrambi.

"Signora Mendes, questo dolce è buonissimo!"
"Grazie caro, te ne conservo un pezzo da portare a casa"
Mia madre e Brad sono in buoni rapporti e ne sono felice.
Per lei è come un secondo figlio.

"Shawn naturalmente il mio regalo non poteva mancare" dice mia madre andando a prendere una borsa. "Ti avevo sempre promesso che avremo fatto un viaggio, ma come sai, non è stato possibile..Però voglio che tu lo faccia lo stesso."

Sgrano gli occhi confuso.

"Ti ho preso un biglietto per Londra, ho pensato fosse una buona idea che tu ti trasferissi lì, per ricominciare tutto da capo..Io voglio semplicemente che tu sia felice"

"Ti sbagli!" mi alzo di scatto e scaravento il piatto con la torta a terra.

Brad mi guarda terrorizzato.

"Non voglio andarci e ti posso assicurare che non cambierà niente!"

"Si invece! Ascoltami Shawn l'unica soluzione per guarire è lasciare questo posto, a Londra magari ci saranno dottori più esperti che.."

"Balle! Sono tutte balle!"

Corro verso camera mia, non voglio più vederla.

"Shawn Peeter Raul Mendes fermati subito!"

La ignoro, mi stendo sul pavimento, dò un pugno verso il muro e scoppio a piangere.

Ciao a tutti e a tutte!
Questo era il primo capitolo di Never be alone su Shawn Mendes.
Sono così felice di poter finalmente pubblicarlo su wattpad, spero che vi piaccia e che piano piano le letture saranno sempre di più.
Se vi è piaciuto consigliatelo ai vostri amici, parenti..
Aggiornerò presto!
Grazie :*

Never be alone |Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora