Was it a dream?

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"Allora com'è questa Hope?"

Guardo il piatto e faccio girare e rigirare il cucchiaio nel brodo.

È dalla scorsa sera che mia madre e Brad mi fanno le stesse domande, ne ho abbastanza.

Guardo fuori dalla finestra ed un paesaggio grigio appare ai miei occhi.

Ultimamente sembra descrivere il mio animo e la negatività che è in me.

Cerco con lo sguardo di rivedere la ragazza dal bianco vestito, ma non è qui.

Era un sogno?

"Ragazza normale.. Capelli biondi, molto simpatica"

"Come sei vago! Io voglio i dettagli amico. Le bionde mi piacciono"

"Non te la farò conoscere, Brad." Puntualizzo.

"Allora vado a dirlo ad Emily. Si ingelosirà!"

Lo fulmino con lo sguardo, non ha il diritto di fare una cosa del genere.

Non ha nemmeno il diritto di poter nominare Emily, non può coniderarsi suo amico per aver parlato con lei solo una volta.
Non la conosce, non sa nulla di lei, non l'ha mai vista, non sa qual è il suo colore preferito, non sa cosa le piace leggere, come le piace trascorrere il sabato sera...

Lei è mia amica, non sua.

Mi alzo dal tavolo innervosito.
Odio questo mio atteggiamento, vorrei scusarmi, ma so ormai che Brad ci è abituato. Non ci fa nemmeno più caso.

Prendo il cellulare e inizio a giocare a Temple run per distrarmi.
Ogni cosa intorno a me mi riporta alla mente ricordi che sembrano così lontani, ma così vicini.

Queste nuovole nere mi mettono così tanta malinconia e scommetto che fra poco pioverà.

Vorrei parlare con Mary di ciò che è appena successo, ma non penso valga la pena di viaggiare fino a Londra.

Non mi va di andare Susan, la psicologa che mi analizzava sei mesi fa. Inizierebbe a riempirmi di domande, a rimproverarmi per non essere più andato e mi giuicherebbe per la marea di pillole che assumo.

Non mi è mai piaciuta proprio per questo motivo, vado lì per farmi aiutare e consigliare; non di certo per sentirmi urlare contro.

Cerco su internet se esistono rimedi per le allucinazioni.

Ed ancora una volta suggeriscono delle pillole.

Il mio corpo ormai è formato per il 90% di compresse, pillole e roba del genere.

Esco di casa, senza una meta, senza ben sapere dove andare.

Con le mani nelle tasche, mi accorgo di essermi veramente allontanato da casa in così poco tempo.

Mi faccio coraggio e decido di riandare alla clinica di Susan a parlarle.

Una segretaria molto ansiana, dall'aspetto goffo è seduta dietro la scrivania e legge qualcosa con molta attenzione.

"Ehm.. Salve, io sono Shawn Mendes, un tempo venivo spesso qui.. Mi chiedevo se potevo parlare con Susan oggi.."

La signora ridacchia. "Questa non è più la clinica di Susan da tanto tempo ormai!"

Vorrei prenderemi a schiaffi per aver fatto tutta questa strada per niente.

"Ora questa è la clinica Paul Johnson, se vuoi parlarci, devi aspettare cinque minuti, sta conversando con una ragazza"

Ringrazio la donna e mi siedo ad aspettare come da lei indicato.

Guardo la moquette verde ed inizio a riflettere se è stata una buona idea venire qui..

Dopo poco più di dieci minuti il signor Johnson fa il mio nome e mi dice di accomodarmi.

È un uomo abbastanza giovane, intorno ai trent'anni, sento che con lui mi troverò bene, non ho mai avuto uno psicologo maschio.

Mi stendo sul lettino ed incrocio le braccia mentre lui inizia a prendere un quaderno dove annota alcune cose.

"Allora Shawn! Di cosa vuoi parlarmi?"

"Ieri sera è successa una cosa strana.. Ed ho molta paura di stare per diventare pazzo"

Gli racconto dell'accaduto e lui annuisce in silenzio, facendomi qualche domanda tra una pausa e l'altra.

"Che sensazione hai provato nel vedere questa Hope?"

"Io.. Non lo so. Volevo continuare a parlare, ma quando è arrivato il mio amico Brad lei è sparita.."

"Ti è piaciuto parlarle allora?"

Annuisco, in un certo senso non mi dispiaceva parlare con lei, anche se non ero consapevole di quello che stava succedendo.

"È ovvio che questa Hope ti ha parlato per riempire il vuoto che provi ora, con la lontananza da Emily"

"Emily non mi manca."

"Lo dici perchè è vero o per autoconvincere te stesso?"

"È vero! Emily non mi manca. Non ero venuto qui per parlare di lei. Ma di Hope, lei crede che sono pazzo; di sicuro prima di uscire di qui mi consiglierà altre medicine. Queste pillole mi stanno rovinando. Non riesco più a distinguere la fantasia dalla realtà, non riesco a capire se quella ragazza era veramente con me o no. Sono pazzo, sto impazzendo o forse lo ero già? Sono così triste. Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?"

Scoppio in un lungo e stressante pianto. Non mi era mai capitato di parlare così apertamente con uno sconosciuto.

Questo significa che ne ho abbastanza.
Ne ho abbastanza di tutto e di tutti.
Ne ho abbastanza di una realtà così triste..

:c
Cosa succederà?

Never be alone |Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora