Capitolo 7

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Ricordandomi meglio la strada per arrivare in classe, mi ritrovai di fronte alla porta dopo neanche dieci minuti. Spinsi sulla maniglia e l'aprii. Tutti gli alunni ridevano come malati.
Quando si accorsero che io avevo appena aperto la porta, anche se non mi ero ancora mossa dalla soglia.
Notai che si stavano guardando complici, e che uno di loro si era alzato dal banco dove era seduto.
Si avvicinó lentamente a me, con fare inquietante e ora riuscivo a capre che era quello del biglietto. Ma come aveva fatto ad arrivare prima di me?ah giusto, io ho il senso d'orientamento di un lombrico. *nonsivuileinsultarenessunlombrico*
Sembrava più grande, per avere diciassette anni.
Gli altri ci guardarono maligni, mentre lui cacciava una bomboletta spray verde da sotto la giacca di pelle.
Sbarrai gli occhi, convinta che volesse imbrattare qualcosa della classe e poi dare la colpa a me, ma quello che successe fu diecimilasettecentoventidue volte peggio. Me la posizionó davanti alla faccia, e schiacció il pulsante di attivazione.
-AHHHH!- urlai. In meno di un secondo, mi ritrovai con la faccia verde, poi anche le braccia e il resto del corpo. Avrei voluto fare qualcosa, tipo tirargli un calcio nelle parti basse, ma ero troppo scioccata per muovere anche un solo muscolo.
Quando il tizio ebbe finito e gli altri smisero di ridere, caló il silenzio in attesa di una mia risposta. Mi spostai i capelli (anch'essi imbrattati di verde) dalla faccia, per poter vedere qualcosa. Strizzai gli occhi e quando riuscii a localizzare le facce di tutti, squadrai ognuna da cima a fondo. Si aspettavano chissà quale reazione, mi guardavano con sorrisetti divertiti, come se avessero già saputo che cos avrei detto o fatto.
Menomale che mi piace stupire la gente.
-ah- dissi solo, all'inizio. - uno c'ha l'Alzaimer, e gli altri sono pappagalli leccaculetto- commentai, ironica. -c'è tanto lavoro da fare, allora. -
-ehi ragazzina, che c'è non ti è piaciuto il benvenuto?- aveva parlato un ragazzo a qualche passo da me e delle risatine si fecero spazio tra le bocche dei miei nuovi 'amici'
-si, tantissimo! Peró mi sento un'egoista. È un peccato che non abbiate avuto anche voi un benvenuto così ... Colorato.- mi avvicinai a lui
-ma stai tranquillo, rimediamo subito- prima di dargli il tempo di sbattere le palpebre, sfilai la bomboletta dalla mano dell'altro ragazzo, e spruzzai il verde sulla faccia di quello che aveva parlato prima. -vaffanculo!- gridó mentre io formavo un grande cerchio verde nel centro del suo viso. -ma anche no- gli risposi. Poi buttai la bomboletta per terra e andai a sedermi al mio banco, vicino ala finestra. Una mano, peró, battè sul banco, quella del ragazzi che mi aveva imbrattata e mandato quello stupido biglietto. -senti ragazzina, alla mia classe non piacciono...- -ah è tua?- provai a sdrammatizzare, visto che non riuscivo a tenergli testa, sfogliando il primo quaderno che mi capitó a tiro. -che cosa?- chiese lui confuso. -la classe, non sapevo te la fossi comprata...-
-smettila di fare la spiritosa, mocciosa!-buttó tutti i miei libri giù dal banco, facendoli cadere sul pavimento. Senza spiccare parola, mi chinai a raccoglierli.
Wow, Lex. Menomale che dopo la tua esperienza avevi imparato a difenderti.
Era la verità, ne ero stata convinta, ma nella mia vecchia scuola (a parte i bulli, naturalmente) nessuno si comportava in quel modo con me.
Non erano così strafottenti e maleducati con i nuovi arrivati.
-allora?- mi domandó di nuovo il tizio. -non vuoi chiedermi scusa?- volere? Me lo stava indirettamente imponendo lui.
-non credo- risposi, più per una questione di principio che per altro. Non mi sarei più fatta mettere i piedi in testa dagli altri.
-ohhoo . Abbiamo una ribelle...- -no, avete una che ha Avuto una brutta giornata. Quindi, se non vi dispiace, vorrei non dovermi preoccupare anche di voi-

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