Capitolo 10

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Dopo una chiacchierata con James mi avviai alla lezione della prima ora, evitando accuratamente di perdermi questa volta.

Arrivata alla porta, entrai e naturalmente sbattei contro qualcuno.
Alzai la testa per vedere chi fosse e contemporaneamente cominciai a tastare la fronte.
Due occhi chiari come l'acqua mi scrutarono con sguardo attento e dopo un attimo di confusione, mise su il solito sorrisetto.
-Alexandra Sifmoor! Ma che piacere!- mi deride al solito modo.
-piacere mio! Ma se permetti dovrei andare...- cercai di svignarmela passando sotto il suo braccio che mi bloccava, ma mi afferró subito il polso.
Sussultai al suo tocco...
'Sam mi sta guardando in un modo che non mi piace per niente. Ha l'espressione di quando sta per fare ció che ha sempre fatto. Ora sta sorridendo, sta sorridendo! Non voglio che sorrida, ogni volta che lo fa la sua bocca sembra distorta in una smorfia. Lui non sa sorridere. Mi afferra avidamente il polso e io comincio a piagnucolare nervosamente. Mi parla, mi parla e mi chiede cosa ho fatto oggi. Mi dice che sono inutile, che non servo a nulla. Mi da' alcuni calci sotto lo stomaco...'
No, no!
Gli pesto il piede con la mia scarpa e per fargli più male, in quel momento, mi pento di non aver mai voluto indossare i tacchi.
Lui si mette a saltellare su un piede, mantenendosi l'altro, quello dolorante, con entrambe le mani.
Mi sto sforzando con tutta me stessa per non ridere ma per fortuna non sembro essere l'unica.
Guardandomi intorno infatti, tutti si portano le mani alla bocca. In poco tempo peró torno seria.
Ero troppo influenzabile, non
Dovevo ridere, era una questione importante. Dovevo farmi rispettare in momenti del genere.
-non toccarmi- lo ammonii con un ringhio. -mai più.-
E a grandi passi mi allontanai da lui, sedendomi al mio banco.
Jordan aveva gli occhi spalancati, per lo stupore più che per altro.
Si avvicinó, mentre tutti gli altri si mettevano intorno a me.

Io continuai a tenere gli occhi bassi, consapevole del fatto che ogni sguardo era puntato su di me.

-ma che problema hai!?-
-se mai tu, che problema hai! Stammi lontano.- ribadii . Poi per fortuna iniziò la lezione.

Continuai a mantenere una postura dritta e rigida, sentivo il suo sguardo scrutarmi ad ogni piccolo movimento che facevo.

-ecco tutto, ragazzi. Potete andare- ci salutó la professoressa mentre raccoglieva i libri.

Vidi Jordan aspettare che io uscissi, ma ostinata rimasi ferma al mio posto.
Voleva spiegazioni ma io non gliene avrei date.

Mi fissó per qualche altro minuto, con gli occhi chiari che si incupivano su di me per la curiosità di sapere. Poi finalmente uscì.

Sbuffai, lasciando cadere la testa all'indietro e rilassando il corpo. Avevo trattenuto il respiro senza rendermene conto.

-tutto bene?- una voce dolce interruppe il silenzio che si era creato nella stanza. Alzai la testa, la professoressa di arte era ancora lì, in piedi dietro la cattedra che mi guardava con un misto tra la tenerezza e la preoccupazione.

-c'è qualcosa che non va?- chiese nuovamente
-cosa? Oh... No no, tutto a posto. Mi scusi, ora esco...-
-no, aspetta- mi ferma la ragazza. Si, è una ragazza, avrà massimo una ventina d'anni.

Ero già pronta ad uscire, con lo zaino in spalla e la bocca asciutta, ma non lo ero psicologicamente.
Il ricordo di Sam aveva sconvolto tutti i miei programmi.

-si,certo. Ditemi- mi avvicinai a piccoli passi al tavolo, guardando la sua espressione.
Sembrava un po'... Combattuta.

-volevo chiederti se ti senti a tuo agio in questa scuola. I tuoi compagni ti stanno facendo ambientare?-
Abbassai lo sguardo, incerta.
Non volevo mentire, ma non volevo neanche fare la ragazzina lamentosa.

-si, certo. Beh, più o meno, insomma... Si, come... Come a casa mia, più o meno... Cioè così così... Capito?- stritolai il pon pon a penzoloni della mia giacca di cotone e la guardai. La professoressa si stava mordendo nervosamente il labbro.

-è okay- dissi per chiudere l'argomento.
Lei sbuffó, poi annuì capendo meglio di me che non stavo di certo dicendo la verità. Le sorrisi un ultima volta per tranquillizzarla e poi uscii anch'io.

Mentre camminavo avvertivo qualcosa di strano nello stomaco. Come un nodo, che si attorcigliava sempre di più.
Uff.
Guardai l'orario e scoprii di avere lettere l'ora successiva.
Prima peró c'era una specie di 'anniversario di qualcosa' credo.

Mi fiondai in giardino per la dimostrazione, ma qualcosa mi bloccó. Qualcuno mi aveva tirato per il braccio verso destra e io per poco non ero caduta. -ma che cazzo!- imprecai. Possibile che in quella scuola non conoscessero le parole "delicatezza" o "buone maniere"?!

Naturalmente quale essere umano psicologicamente modificato poteva avermi strattonato così?

Gli occhi chiari di Jordan mi scrutavano in cerca di qualcosa tipo ... Non lo so onestamente, ma so che deve smetterla di comportarsi così con me.
Mi da' troppo fastidio, non lo capisce!?

-la smetti di fissarmi? Se proprio ci tieni a continuare ad ammirare la mia bellezza ti regalo una foto per Natale.-
Cambia espressione e mi guarda scocciato, adesso.
Ancora non mi mollava il polso.

-ti ho detto di non toccarmi, non mi hai sentito prima!?- gli guardai la mano come se avessi potuto bruciarla finchè finalmente lui si decise a lasciarmi.

-mi piacciono le ragazze aggressive...- dice con un sorriso malizioso.
Io mi guardo le unghie.
-e a me piace la gente che si fa i fatti propri, ma purtroppo non si puó avere tutto nella vita.-
-fai sempre così con la gente che ti fa i complimenti? Sono lusingato.-
-faccio così con la gente che mi pare.- adesso lo guardo riluttante. Magari la finisce di darmi fastidio.

-secondo me fai così perchè sei stata lasciata dal ragazzo.- tira a indovinare lui, incrociando le braccia al petto.
Oh si, certo. Ci hai proprio azzeccato, tranquillo.
-ebbene si, hai scoperto il mio terribile segreto. Ora, se permetti...-
-oppure sei trans-
Mi blocco all'improvviso e lo guardo, Sta sorridendo come uno stupido.
Davvero era solito scherzare su cose del genere? E se fossi stata davvero trans, secondo lui come avrei dovuto reagire?
-ma cos... Come... Cioè, dove... In che, ceh... ARGGHHH.- sbuffo alla fine.
-vedo che sei di tante parole- ridacchia divertito lui. Cosa ridi? EH!?
Stupido riccone senza scrupoli, troglodita pervertito coglione.
-vedi male allora. Mettiti gli occhiali.- no okay, lo squallore.
Mi giro e senza maggiori preamboli alzo i tacchi e me ne vado.
Che poi, perchè 'alzo i tacchi'?
Alzo le Vans e me ne vado.

La dimostrazione è stata più noiosa di quanto mi sarei aspettata,credo che a un certo punto mi fossi anche addormentata.
Finita la dimostrazione, mi diressi alla classe, ma naturalmente devo andare a sbattere contro qualcuno, altrimenti non sono io.
La persona contro cui ho sbattuto aveva dei libri in mano che cadono inevitabilmente sul pavimento.
Mi getto per terra mentre la ragazza comincia a imprecare.

Ecco un'altra persona a cui ho appena rovinato la giornata.

-oddio, scusa! Davvero, non l'ho fatto a posto, sul serio. Cioè io andavo di fretta, non...-
-ehi-
-non credevo che ci fosse qualcosa davanti! È che non guardavo, perchè sono stupida. Insomma ho gli occhiali e neanche guardo, quanto sono stupida...- sto parlando così veloce che mi manca quasi il fiato.
-ehi?-
-lo so, lo so. Spero che non si siano rotti i libri; è tutta colpa mia, perdono , pietàaaaaa...-
-ehi!- finalmente sento la voce della ragazza che mi ha chiamato e alzo la testa mentre ancora raccolgo i libri.

La ragazza ha i capelli scuri legati in una coda alta, gli occhi verdi-azzurri che mi osservano quasi divertiti. Sembra stia trattenendo una risata.
-è tutto a posto, tranquilla- mi rassicura, mettendomi una mano sulla spalla.

Io le sorrido, contenta che per una volta da quando ero entrata in quella scuola ci fosse qualcuno che non mi urlasse contro.

Faccio dei respiri profondi mentalmente e mi alzo da terra con i libri della ragazza tra le mie braccia.
- i libri non si rompono, sono troppo duri e pesanti...- la sua voce tradisce una profonda irritazione.
Deve aver portato a lungo questi libri in mano.

Mi sorride. - io sono Cassandra, ma puoi chiamarmi Sah.- mi porge la mano, la accetto.
-Lex. -

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