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La mia vita era completamente cambiata dal incidente, dal tic tac dell'orologio e dallo slendermen. Ero diventata un killer e ancora non riesco a capirlo; sangue da assassina stava scorrendo dentro di me e il sangue da ragazzina innocenta stava diventando sempre di meno.
Lo slendermen mi stava portando verso il centro della foresta, era da dieci minuti che camminavo e ormai le mie lacrime si erano prosciugate. Una enorme casa si presentò davanti a me, era davvero grande all'esterno e non sapevo se era la stessa cosa all'interno. Ci fermiamo davanti la porta e slendermen bussa alla porta. Ci apre un ragazzo pallido, capelli neri, occhi quasi bianchi e un prolungamento alla bocca che formava una specie di sorriso:
"Hey slend, è una tua preda o una nuova"
Ccosa?! Preda io?! Mi salì la rabbia in tale maniera che sentii le mani formicolarmi da quanto stringevo i pugni.
"Jeff, lei è Angela, Angela lui è Jeff"
Rimasi seria, lui mi ha presa come una bambina e io devo anche conoscerlo?
"Oh, entra pura Angela, d'ora in poi vivrai qui... seguimi"
Entrai nella grande casa e quello che vedi mi fece venire un brivido lungo la schiena... la casa era piena di killer; c'era chi mi salutava, chi mi guardava e chi mi ignorava.
Slendermen mi accompagno in una grande stanza che doveva essere il suo studio:
"Angela aspetta qui, devo prendere una cosa"
Annui. Slendermen uscì dalla porta e mi accomodai sulla sedia vicino alla finestra. Sopra alla scrivania c'era una foto di una famiglia, la sua famiglia.
La porta dietro di me cigolò e come instinto mi girai ma quello che vidi era una ragazza: alta, magra, capelli castani, un occhio verde smeraldo e nell'altro un orologio... cavoli un orologio!

Angy calmati, quella ti uccide prima che tu reagisca

Ahah testa di merda, io ho due martelli ricordi?

"Ehm, slend mi ha chiesto di farti un po di compagnia mentre lui deve prendere deglio oggetti"

La guardai intensamente nei occhi e dei tic nervosimi percorsero nell'occhio... Tic tac tic tac tic tac

Calmati tesoro è solo un orologio, non essere scontrosa, rispondi

"Ok... tu chi saresti?"
"Ehm.. ecco... io sono clockwork, piacere mio"
Stava sorridendo... SORRIDENDO
"Piacere mio, io sono Angela ma preferisco chiamarmi Angy Blood"
"Oh... ehm..."
La porta si riapri e questa volta rientrò lo slendermen con in mano dei fogli e un cortello
"Grazie clock, ora puoi andare e se hai tempo puoi mostrarli la sua camera e la casa?"
"Certo slendermen"
Io mi chiedo il perché tutti devono sorridere, non posso essere l'unica seria in questo posto...
"Angy, questi sono dei fogli per accettare di entrare dentro alla proxy... devi mettere una firma qui e su l'ultima pagina"
Annui decisa.
Lessi quel che c'era e mi su carta la mia fruibile firma, Angela White, il mio vero cognome e di soprannome Angy Blood. Diedi allo slendermen i fogli e lui mi porse il cortello
"Tutti noi abbiamo un cortello, è il simbolo delle creppypasta, la puoi usare quando vuoi e per qualsiasi cosa"
Annuì e lo presi in mano, era con l'impugnatura nera e la lama argentea molto tagliente...
"Quasi mi dimenticavo, quei vestiti sono mezzi bruciati e rovinati, ti do dei vestiti"
Mi porse una maglietta lunga bianca con il simbolo della proxy in nero, dei pantaloncini in jeans, calzini bianchi lunghi che arrivavano fino sopra alle ginocchia e dei stivali lunghi neri con i lacci bianchi che arrivavano un po più sotto alle ginocchia. Erano veramente belli.
Ringraziai ancora una volta slend e uscii dalla stanza.
Fuori dalla stanza mi attendeva clockwork, la ragazza con l'orologio nell'occhio. Mi indicò dove erano le scale e mi accompagno nei piani superiori, non smetteva di sorridere. In una mano avevo i vestiti e il cortello, invece nell'altra i due martelli, clockwork stava davanti a me e camminava con passo tranquillo fino a quando mi indicò una stanza infondo la corridorio a destra:
"Angy, quella è la tua stanza, la porta è aperta e tieni le chiavi"
Clock mi passo le chiavi, mi girai e camminai verso a quella che dovrebbe essere la mia stanza. Apri dolcemente la porta e fortunamente non cingolava, entrai e deposi i martelli al pavimento e i vestiti sul letto.
Era una stanza piccola e semplice con un armadio, un comodino, uno specchio e ovviamente il letto. I muri erano bianchi e il pavimento in legno nero. Mi piaceva come stanza e non vedevo l'ora di provare i vestiti nuovi e così feci, li indossai e mi stavano alla perfezione e ora non sembravo più una bambina, apparte la mia altezza, 1.55 m, molto bassa. Prendo i martelli e li faccio passare lungo le cinghie dove si doveva mettere la cintura e misi il cortello dietro al culo nei pantaloncini in jeans.
Esco dalla stanza e passeggio per il corridoio:
"quante stanze.."
"Siamo tanti qua"

Oh noo, quella voce..

Doveva comparire in un momento all'altro

Ahahah divertente

"Che hai bambina?"
"Non sono una bambina, ho 14 anni e nessuno lo capisce"
"Oh bene, ci credo sembri una vera e propia bambina se ti comporti cosi"
"Oh be almeno io non sono un ragazzo che va a dire la propia ai nuovi arrivi"
"Mi stai già simpatica, Angy"
Lo fulminai, era sempre così Felice quel Jeff, sempre felice.
Però è dannatamente sexy.. no no basta Angy
"Ehm.."
Cosa gli dico adesso?

Digli che è molto sexy

Sbiancai di colpo

"E allora?"
Sorrisi
"Beh, queste cose lo dici sempre alle nuove?"
"Oh beh dipende, soprattutto a te"
"Davvero?"
Mi misi a ridere, insomma lo diceva a tutte perché io sono una cessa infernale..

Però dalle elementari tutti ti consideravano una bellissima ragazza da avere, soprattutto alle medie, nei hai avuti molti ma non volevi nessuno e ora, al primo anno delle superiori un inferno

Ahahahah no

"Che hai da ridere?"
"È che ci sono ragazze molto più belle di me, e soprattutto più grandi di me"
"Vieni con me.."
Mi porse una mano e..

Spazio Autrice

Come posso dire eh?
Amore o amicizia?
Al dire il vero non lo so neanch'io però.. chi lo sa XD
La storia non è finita e non finirà presto

Oh sorry, it's a death time

Byee

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 02, 2016 ⏰

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