"Ritorno nel passato"
Dopo qualche mese, l'atmosfera nella villa dei Sakamaki divenne più romantica. Le ragazze sembravano avere già scelto i loro fidanzati, intanto gli altri si ingelosivano. Era un tranquillo pomeriggio nuvoloso in cui alcuni leggevano libri, qualcuno ascoltavano musica, c'era chi canticchiava, chi si faceva gli affari propri e Yui che stava sotti la doccia. Poi c'ero io, che andavo avanti e indietro per i corridoi della casa perchè ero annoiata. Sono andata in camera mia e guardare fuori dalla finestra e a pensare all'accaduto di recente. Chi è questo padre che ne ha avute tante di mogli? E suo fratello cosa c'entrava? Perchè si odiavano tra di loro? E come mai i ragazzi ce l'avevano anche con lui? E il loro zio era infastidito da tutto ciò?
Troppe domande senza risposta.
Quando Yui ha finito la doccia, io e lei abbiamo fatto tranquillamente merenda, dopo un po' se n'è andata in camera sua e mi aspettava lì per chiacchierare. E anche perché voleva dirmi un segreto importante.
All'improvviso, da una nuvola è comparso un laser verde che mi stava mirando la testa. Lo fisso per qualche secondo, dopo ho guardato altrove e ho chiuso gli occhi. Non è passato un minuto che mi ritrovo in un giardino con papaveri, dinnanzi a me un grande palazzo, nella direzione opposta una chiesa altrettanto imponente, e c'era il sole.
Nella piazza centrale, ho sentito qualcuno che cantava una canzone dalle parole tristi, ma il tono di voce era di una persona cattiva.
«Dormi sepolta, in un campo di sangue! Non è la rosa non è il tulipano, che ti fan veglia dall'ombra dei fossi. Ma sono mille papaveri rossi!»
Ho seguito la voce, che era maschile senza dubbio; infatti ho visto in faccia il ragazzo che l'ha cantata. Era una fotocopia di Reiji e vicino a lui ce n'era un altro, era forse Shu, con le cuffiette nelle orecchie che rideva e lo affiancava.
Ho sentito inoltre un altro pezzo, che sembrava anche cantato da più ragazzi di buonissimo umore.
«Cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento, che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato»
Raito, Kanato e Ayato ridevano pure loro a più non posso. Le mie riflessioni stavano avanzando.
Mentre i cinque cantavano; l'ultimo ragazzo, che mi pareva fosse Subaru, si stava dirigendo nel castello di corsa con un qualcosa fatto di acciaio in mano. L'ho seguito perchè volevo sapere che cosa volesse fare con quel coltello.
Davanti c'era una donna giovane e terrorizzata che stava scappando da lui piangendo e gridando. Ho raggiunto Subaru e mi ha chiesto chi ero e cosa ci facevo qui. Come faceva a non riconoscermi? Aveva perso la memoria? Oppure sarà stata solo una visione la mia, e non era lui? Ma soprattutto... Perché sono finita qui, nel passato dei Sakamaki?
Nonostante tutte queste incertezze, ero sicura di una cosa: mi sono ricordata dei discorsi che ci hanno fatto Reiji e gli altri, ciò è che odiavano i loro genitori, e anche il loro zio. Subaru era l'ultimo che aveva ucciso la madre. Il più piccolo dei figli e anche l'unico di quella losca donna. L'ho seguito fino in camera da letto di sua madre e suo padre. Mi sono fermata alla porta, ma non sono entrata e ho chiuso la porta. Subaru l'aveva messa con le spalle al muro, ho solo sentito che l'ha accoltellata finché non è morta dissanguata. Le grida erano fortissime quasi da spaccare i timpani. Nell'aria sentivo quest'orribile odore di morto, e sentivo dei passi piuttosto pesanti e lenti di due uomini. Uno aveva un profumo buonissimo nella sua lunga vestaglia che gli arrivava ai piedi e lo sentivo sempre di più man mano si avvicinava. Il profumo dell'altro, vicino al primo, assomigliava a quello che avevano il camice dei dottori, infatti proveniva dal piano più alto del castello. Subaru si stava cacciando in un bel guaio.
«Va be', chiunque tu sia, ti regalo questo coltellino. Con questo puoi ammazzare chi vuoi, funziona solo con i vampiri... ma custodiscilo bene. Possono rubartelo in ogni caso»
«Grazie... E per quei due?»
«Non preoccuparti... Tu nasconditi»
Non so perché, però in quel momento, anche se volevo darmela a gambe, non volevo fuggire. Può essere che quei due erano il padre e lo zio dei Sakamaki. Meglio, così sapevo cosa fare nella futura lotta contro di loro. Reiji, Shū, Ayato, Raito e Kanato si stavano avvicinando piano piano.
Quando i due erano a due metri dalla stanza, li ho visti in faccia e mi è venuto il panico. Ho cambiato idea, sono scappata e mi sono nascosta dietro la tenda nera della camera dove è stata uccisa la madre di Subaru. Ho spostato il corpo lontano dalla finestra così non si avvicinavano a me, non mi andava di essere scoperta, che non è altro che un flashback e cambiando il passato, modifico inoltre il futuro.
I due entrarono nella stanza all'istante sbattendo la porta poiché avevano visto il corpo morto, tuttavia gli altri fratelli riuscirono ad entrare a difendere il fratello minore.
Fortuna che nessuno di loro, apparte Subaru, mi ha visto.
«Si può sapere chi è stato?» disse quello con il camice.
«Figli miei... Non capite nulla...» disse l'altro, più arrabbiato.
Quello con il camice ipotizzavo fosse lo zio, quello con la vestaglia il padre.
I due uomini, soprattutto il secondo, rimproverarono i ragazzi e poi ho rivisto il laser verde, che mi ha riportato da dove ero partita, cioè nel corridoio vicino alla camera.
Ero così agghiacciata e stupita.
Questa retrospezione mi è sembrata strana... Ed è servita a qualcosa?
Avevo ancora in mano il coltellino che mi aveva donato Subaru nel flashback e ho capito di più su questi ragazzi.
Sono andata in camera a parlare con Yui, come le avevo promesso.
Lei mi ha parlato solo della cotta per Ayato e io solo del ritorno indietro nel tempo. Ma anche a me piaceva qualcuno, Reiji.
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《Lui, il mio vampiro》
FanfictionLa vicenda è incentrata su Hikari e Yui, due sorelle che hanno un padre rimasto vedovo, che vuole sempre una donna in grado di soddisfarlo. ✦ Un giorno, le due fanciulle decidono di scappare da quel pazzo e dunque da quella casa dispersa nel bosco e...