A scuola

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CLAY

Mi trilla quella fottuta sveglia nell'orecchio.
Merda, è lunedì.

Non ho fatto nessun compito.
Devo aspettare fino a domenica per andare a letto con Ellie perché è in Italia con la sua famiglia.
Che palle.

Mi alzo e mi metto addosso una tuta e una felpa nera lunga. Mangio due waffles ed esco di casa.

Nella mia cartella ci sono due penne e tre quaderni nuovi.
Sì, sembra l'equipaggiamento del primo giorno di scuola, anche se non lo è.

La verità è che il sogno di mia madre prima che morissi era finire la scuola e l'università.

Non l'ho mai voluta accontentare. Ma il giorno in cui ha fatto quell'incidente d'auto, quello per la quale non è più con me, ho deciso di realizzarlo.

È da esattamente tre anni che non c'è più. Da quando ero solo un adolescente. In teoria lo sono ancora, ma oramai so come gira il mondo.

Le mie distrazioni da quando lei è venuta a mancare sono state Ellie, Morgana e l'alcool.

Comunque, sto camminando immerso nei pensieri sul marciapiede diretto verso la scuola.

Scorgo il cancello e accelero il passo.
Entro nella scuola appena prima del suono della campanella.

Vedo Jacob nell'atrio.
"Che stai facendo? Perché non vai in classe?" Chiedo.
"Ora ci vado, papà."

Mi guardò intorno e capisco subito il motivo del suo ritardo.
Affianco a lui c'è Violet, che lo saluta con un bacio imbarazzato e rapido.

Decido di andare anch'io in classe.
Mentre vago per il corridoio alla ricerca dell'aula mi passa vicino una ragazza.

È bellissima. Ha i capelli rossi e gli occhi blu. Mi passa vicino e sorride. È nuova. Dev'essere nuova.

Conosco di vista tutti gli studenti, e lei non l'ho mai vista, altrimenti me la sarei già scopata.

Cerco di capire in che classe è seguendola con lo sguardo. È a due aule distante dalla mia. Fantastico.

Devo conoscerla, e so già che verrà a letto con me. È difficile resistermi.

Non vedo l'ora di scoprire come si chiama.
Aspetta.
Niente sentimenti, ricorda.

Ellie non sarà gelosa, ma forse Morgana si. Non fa niente.

Le lezioni sembrano non finire mai, ma quando esco non vedo la rossa, così torno a casa.

Mi siedo sul divano e penso a lei.
Beh, dire penso è molto più poetico.
In realtà penso alla mia mano che sale e scende sulla mia parte intima.

Immagino quando sarà lei a darmi questo piacere.

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