Jean odiava essere in ritardo,davvero,soprattutto quando si trattava di fare ritardo a scuola,perchè quello,per i prof,non era altro che un semplice pretesto per fare l'ennesima ramanzina o per mettere una nota. Perciò anche quella mattina si era alzato abbastanza prima di quanto avrebbe dovuto fare, al suono della sveglia. Erano le sette e l'entrata a scuola era alle otto e mezza. Gli piaceva alzarsi un pò in anticipo per poter fare le cose con calma. Si fece una doccia come tutte le mattine, indossò una camicia bianca, un jeans nero aderente e un paio di converse dello stesso colore. Cercò (invano) di pettinarsi, ottenendo dei capelli più pazzi di prima. Ciò che conta è provarci però,dai. Poichè era ancora settembre e fuori si stava bene uscì di casa senza giubbotto, sfilando le chiavi dalla porta e mettendosi il cellulare in tasca.
La scuola era lontana più o meno un quarto d'ora da lì, ma a lui piaceva camminare di mattina...lo rilassava e lo svegliava. Per svegliarsi completamente però aveva bisogno di fare colazione, e come sempre, dopo un paio di isolati, si fermò per entrare nel bar dove ormai andava tutte le mattine.
-Buongiorno Jean!- Sasha, sua amica, non che cameriera del bar, lo stava salutando da dietro il bancone, mentre preparava un caffè.
-Giorno- Rispose lui,con un sorriso gentile.
-Il solito caffellatte?- Chiese lei servendo il caffè al cliente al bancone, mentre Jean si sedeva al tavolo proprio lì vicino.
-Lo prendo ogni mattina, Sasha, ormai che me lo chiedi a fare?- le disse scherzosamente guardandola prendere un pasticcino alla crema dal vassoio. Jean si chiedeva sempre come ancora non l'avessere licenziata, dato che erano più i dolci che mangiava lei che quelli che compravano i clienti.
-Sai com'è- Rispose a bocca piena -Spero sempre che tu mi dica "Sasha,oggi niente caffellatte,voglio una torta intera al cioccolato che poi dividerò con te per ringraziarti di tutti i momenti magnifici che mi fai passare"- E con un sorriso sulle labbra diede un altro morso al dolce.
-L'importante è crederci- Disse lui ridendo.
-Quello sempre- Ormai aveva finito il dolce,e aveva iniziato a preparare l'ordinazione di Jean,che intanto aveva incrociato le braccia e le aveva appoggiate sul tavolo, guardando chi c'era nel locale. Il tizio di prima, quello del caffè aveva pagato e se ne stava andando. Due ragazze, di quindici anni circa, ridevano e scherzavano al tavolo nel lato opposto del locale, mordendo di tanto in tanto i loro cornetti. Un uomo vestito di tutto punto e con una ventiquattrore poggiata sulla sedia vicino scriveva sul suo computer,poggiato sul tavolino accanto alla tazzina di caffè che Sasha aveva portato li da un pò e che ormai si era raffreddato. Lo sguardo poi cadde su un tavolino vicino alla porta, dove una famiglia stava facendo allegramente colazione. Il papà scherzava con quello che doveva essere un bambino di sei anni, mentre la mamma faceva provare il suo dolce alla bimba più piccola, di quattro anni e non di più. Un sorriso involontario e spontano nacque sulla bocca di Jean. Un sorriso triste però, e malinconico. Non si era neanche reso conto che nel frattempo Sasha gli aveva portato la colazione al tavolo. Lei però si era accorta dell'espressione di lui, e di cosa stava guardando. Anche la ragazza, naturalmente, sapeva ciò che era successo alla famiglia di Jean, perciò decise di lasciarlo stare e di tornare al bancone, senza infastidirlo. Ciò che però ad un certo punto distrasse Jean non fu Sasha o il profumo della bevanda calda sul tavolino,e nemmeno il campanello della porta che si apriva. Fu un foglio. Già, un foglio piegato su se stesso, che cadde dalla tasca del ragazzo appena entrato e che ormai era già al bancone. Senza pensarci su si alzò e raccolse l'oggetto (non molto lontano da lui) da terra e si avviò verso il suo propietario.
-Scusa, mentre entravi ti è caduto questo dalla tasca..- Disse, toccando con un dito la spalla di quel ragazzo, che essendo girato verso il bancone gli dava la schiena. Si girò subito e Jean potè vedere il sorriso gentile sul suo volto.
-Oh, si è mio. Grazie mille, davvero.- La sua espressione rimase quella di prima,allegra e tranquilla, mentre allungava la mano per prendere il foglio da quella di Jean. Si era aggiunto solo un pò di imbarazzo (quasi impercettibile),nel suo sorriso.
-Figurati, l'ho solo raccolto da terra.- E ricambiò il sorriso.
Si prese un attimo per fissare quel volto nuovo, mai visto prima. Gli occhi grandi, color cioccolato che sembravano scintillare. Un naso piccolo e un pò all'insù. Sorriso luminoso ed infine...lentiggini. Piccole e adorabili lentiggini sparse un pò ovunque da una guancia all'altra passando per il naso. Aveva un'aria..come dire..tenera. Si,tenera, dolce e fragile e allo stesso tempo scintillante e luminosa.-Ecco a te il tuo latte macchiato e il resto.- Sasha stava porgendo al ragazzo in un bicchiere da asporto la sua bevanda e nell'altra mano aveva le monete.
-Grazie tante.- Le rispose prendendo le sue cose.
-E grazie ancora anche a te.- Aggiunse guardando Jean, sempre con quel sorriso che sembrava non abbandonarlo mai.
-Di niente,tranquillo.- Guardando quel ragazzo e i suoi occhi allegri, anche Jean non riusciva a non sorridere.
-Bene, io ora vado..ciao.- E alzando una mano in segno di saluto si avviò verso la porta.
Aveva davvero uno sguardo magnetico. Affascinante,poteva dirsi.
A distoglierlo dai suoi pensieri,circa venti secondi dopo, fu la vibrazione del suo cellulare, tenuto nella tasca dei pantaloni.-Pronto?-
-Oi Jean, dove sei? Vieni subito qui a scuola.-
-Sono al bar Eren,perchè? Che è successo?
-Reiner e Bertholdt stanno per darsele di santa ragione..di nuovo.-
-Cazzo. Arrivo.-
-Si ma muoviti.-Detto ciò Eren chiuse la chiamata.
Erano i suoi 'migliori amici' Eren,Reiner e Bertholdt, per così dire. Si erano conosciuti in primo ed ora erano in quinto. Ancora amici. Anche se qualche volta... bhe, gli ultimi due finivano per litigare, anche molto pesantemente. Ma avevano sempre risolto. Nonostante ciò però non si sapeva mai quanto potessero spingersi oltre i due usando le mani, perciò per non rischiare bisognava intervenire e Jean era l'unico che riusciva a calmarli un pò in quelle situazioni. Non avendo nemmeno il tempo di risedersi al tavolo per finire la colazione che non aveva iniziato pagò Sasha e uscì a passo spedito, diretto a scuola. Lo stomaco gli borbottava, e non si sa come e perchè era anche in ritardo.
Fanculo.
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La parte mancante di me,sei tu.
Romance[JeanxMarco] "Un incidente d'auto aveva cambiato completamente la vita Jean. Un incontro puramente casuale potrebbe fare lo stesso. Magari in meglio però." Prima mia fan fiction in assoluto..spero vi piaccia ^-^