Il 1940 ~Stash Fiordispino

Io credo in lui... 1

Fuoco, vedo solo quello. Fuoco, che brucia parole. Fuoco che brucia la cultura. Miliardi di lettere bruciate dalle fiamme ardenti. E delle parole dette senza pensare, che mia figlia ripete. Mia figlia di otto anni appena compiuti, che ripete l'inno egoista della nostra nazione, che viene identificata come lo stato più potente del mondo. I libri bruciano velocemente, scomparendo tra le fiamme gialle e rosse. Annabelle tende verso l'alto il suo piccolo braccio, continuando a stonare la melodia nazionale. Accanto a lei, Antonio, il suo amico italiano, cerca di cantare come lei, ma finisce per abbassare il suo braccio esile, rassegnato. La manifestazione finisce, e le famiglie cominciano ad allontanarsi dal grande rogo oramai spento.
Camminando verso casa decido di porre una piccola domanda a mia figlia. "Amore, perché sei così felice?" Si ferma improvvisamente e mi guarda sorridente, i piccoli denti bianchi si intravedono appena. "Perché lui è bravo"
Spiazzata dalla sua risposta, mi appresto a ribattere. "Lui chi?" Sorride di nuovo, indicando il simbolo nero a sfondo rosso appeso ai bordi della strada. "Hitler. Io credo in lui. Tu no, mamma?" Le stringo la manina, resa fredda dal rigido inverno tedesco. Se solo sapesse cosa ha fatto quell'uomo. Se solo sapesse che lei, con quegli occhioni azzurri ed i capelli biondi, color platino, è superiore al suo migliore amico, secondo "il buono".
"Mamma, io credo nel Fuhrer, perché lui ci assicura libertà, protezione... sai, il signor Hans mi ha detto che adora i piccini come me! E lui lo sa, ha ospitato il nostro superiore a casa sua!" Aggiunge lei. No, non deve pensare questo. Lei non può sottomettersi a lui. "Mamma, siamo arrivati".

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Salve! Non sono Martina, ma Ilaria. Ha deciso di lasciare il profilo a me, perché non ha tempo e deve studiare.
Bhe, anche io dovrei...
A presto!
~ilaria