Capitolo uno.

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È mattina?Ma come è possibile? Eppure sembrava tutto così vero, non posso crederci che era solo un incubo. Mi alzo con cautela, ho paura di tutto adesso.Ne ho fatti di incubi, ma mai nessuno come questo sembrava così vero! È solito che io mi sveglia presto, quindi il sole non è ancora capace di dare luce necessaria all'appartamento, di solito accendo la luce ma stamattina preferisco stare al buio. "Buongiorno Chiara " Salto per lo spavento, so che è solo la voce di mia madre, ma è questo che mi spaventa.
"Buongiorno mamma" le rispondo con fatica.
Prendo un po ' di coraggio e le dico: " oggi vado a fare colazione fuori, non preoccuparti "
Corro verso la mia stanzetta, metto le prime cose che trovo.Mi pettino, prendo lo zaino e esco.
È tutto così patetico, era solo un incubo, non posso continuare così.
Entro a scuola senza fare colazione, la fame mi è passata del tutto.Passano tre ore,finalmente arriva l'ora di arte.Ho così sonno, sembra che questa notte sia stata sveglia tutto il tempo.Cosi chiudo gli occhi per un momento, e la prima cosa che vedo, sì, è l'interruttore di casa mia.Apro gli occhi spaventata, e dalla finestra dell'aula entra lo stesso venticello di ieri sera, la porta che porta ai corridoi si apre. Sto impazzendo, o cosa? Decido di restare in classe, nonostante la campanella della merenda fosse suonata. Sento che qualcosa stia cambiando nella mia vita, e che per colpa mia,stia cambiando anche nella vita degli altri. Sento che solo io posso sapere cosa fare, come fare, sconfiggere chissà cosa che non conosco neanche io.
Le ore passano, e torno a casa. Studio un po ' e leggo qualche libro, accidenti la fame non mi è ancora tornata.Il sole tramonta, e decido di andare a letto presto stasera. Così guardo l'orologio, sono le nove meno cinque, e mi addormento. Un secondo dopo vengo svegliata dallo stesso venticello, ma sono le tre . La porta si apre, e vado in cucina. Questa volta aspetto un po ' prima di accendere la luce, così per guardare l'ombra che mi perseguita.Decido di guardare il corpo. È goffo, ricoperto di smagliature nonostante fosse magrissimo, è piatto, disumano. Ha ferite dappertutto, ed è ricoperto da una vestaglia larghissima, sporca di sangue. Non resisto per la paura e accendo la luce. Ecco l' urlo, questa volta più dolorante e più vicino. Corro verso le scale e sento delle urla provenienti da casa mia, di certo era quel mostro che si spacciava per mia mamma.
È tutto così strano, ma è come se già lo sapessi, come se lo avessi già previsto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 07, 2015 ⏰

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