La mattina mi sveglio e mi rassegno al fatto che sarà un'altra giornata di merda, mi vesto pensando solo a come potrei apparire agli altri con i vestiti scelti, poi strusciando ancora pesantemente i piedi a terra, mi trascino in cucina.
Scaldo una tazza di latte e mangio tre pan di stelle, nella pubblicità parlano di sogni magari portano fortuna, finito, mi metto la giacca, e con la cartella in spalla e le cuffie nelle orecchie inizia la camminata verso la fermata.Arrivo, vedo che è piena come sempre, cerco la Lu, la trovo, attraverso la strada e la raggiungo, la musica si abbassa e inizio a socializzare con lei, per quanto sia possibile farlo alle sette di mattina.
Come sempre il pullman è uno di quelli sfigati, il che vuol dire che dovremo stare in piedi anche oggi.La musica si rialza e inizia il viaggio.
Sono le 7. 38 timbriamo il badge, facciamo quattro fottute rampe di scale e arriviamo in seconda T, accendo la luce, il computer, la lim, poso tutto, vado sul calorifero e poi una buona cioccolata calda, per cercare invano, di riempire il vuoto che mi ha lasciato lui.
Torno in classe e si è riempita, stanno iniziando ad arrivare tutti i pullman, saluto tutti, sempre con quel sorriso che di più falsi non ce né, bevo la cioccolata e poi arriva la prof, cerco solo di non addormentarmi e di non avere una crisi, sempre per colpa sua.
8.55 campanella, ho qualche minuto per controllare se è online, e pensare a tutti i messaggi che ci saremmo potuti mandare se solo in quel dannato 17 ottobre non avesse detto quelle parole, incise oramai sul mio cuore.
Seconda e terza ora, ogni cosa mi ricorda lui.
Intervallo, boh, sempre il solito, sto in classe attaccata al calorifero immaginando che ci sia lui ad abbracciarmi.
Fine, le ore ricominciano.Ultima campanella, esco dalla classe con la musica già nelle orecchie, e dopo tre minuti di code e spintoni, sono fuori.
Vado per prendere il pullman, c'è posto, prendo quelli da quattro, arrivano anche le altre, partiamo, arriviamo in stazione, scendiamo e vedo tutte le coppiette innamorate che, abbracciandosi, si baciano, è come ricevere tante pugnalate al cuore.Arriva quel dannato pullman, salgo, mi siedo e mi perdo guardando fuori dal finestrino e pensando a come vorrei fosse la mia vita, ma poi la malinconia delle canzoni mi fa tornare alla vita reale e capisco che mi devo tenere la vita di merda che ho.
Arrivata. E ora devo risalire quella maledetta strada che facevo con lui il martedì e cercare di non pensarci, le gambe mi tremano e sembra che non esista nient'altro, mi immagino lui, proprio lì, che mi aspetta con le braccia aperte per accogliermi tra esse.
Ma non c'è, lui non c'è più, c'è solo il vuoto, un vuoto incolmabile.
Arrivo a casa, mangio qualcosa, guardo un po' di tv, mi deprimo guardando telefilm dove sono tutti felici e fidanzati, poi tocca alla fisioterapia, e ai compiti.
La sera, mangio, tv, doccia, telefono, letto, buonanotte a tutti, anche se loro non sanno che io la notte non riesco a dormire, chiudo gli occhi e lo vedo, vedo qualcosa che stavamo facendo insieme, mi sveglio con le lacrime e tutte le notti sono così, alla fine mi rassegno e per non vederlo più non dormo, sto sveglia ad ascoltare la musica e ad osservare come il sangue coli dalle mie braccia dopo qualche taglio.
Ecco, se questo per gli adulti non è stressante allora boh, vorrei tanto sapere cosa lo è per loro.
(...)
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