Capitolo 1 "A presto"

113 6 1
                                    

«È quasi pronta!», esclama mia mamma contenta. È sempre felice quando cucina, e anch'io visto che fa piatti buonissimi. Lancio uno sguardo al forno, sorrido e torno a guardare la televisione con mio papà. «Ma insomma, potreste anche darmi un po' di soddisfazione!»
«Dai mamma, stiamo guardando la partita!» rido io.
«Tanto sapete già chi vincerà. La Juventus, come sempre.»
«Non ti azzardare. Vincerà la Fiorentina» dice mio papà serio. Mia mamma sbuffa e io scoppio a ridere. «Venite a tavola!» urla mia mamma.
«Ma perchè devi urlare?» chiede mio papà sospirando e mettendosi gli occhiali.
«Devo chiamare due deficienti che guardano una stupida partita di calcio.»
Mia madre sospira mentre noi ci sediamo a tavola. Poi mette davanti ai miei occhi una terrina in vetro di insalata. «Ti prego mamma, oggi è l'ultima serata che passo con voi, non posso mangiare l'insalata!» protesto io mettendo il broncio. Mia mamma a quel punto scoppia a piangere. «Ci mancherai così tanto! E se la tua famiglia ti tratta male? E se succede qualcosa?» grida agitata mia madre con le mani sugli occhi.
«Non la ascoltare Anna, noi siamo molto orgogliosi di te» dice mio papà sorridendo e dandomi un bacio sulla fronte. Mi dispiace lasciare i miei genitori, ma sono allo stesso tempo entusiasta di andare a Londra. È il mio sogno! In ogni caso, vedere mia mamma disperarsi così mi stringe il cuore.
«È ovvio che sono orglogliosa di mia figlia! Ma allo stesso tempo non posso non stare male, non la vedrò per un mese. La mia bambina!» grida lei venendo ad abbracciarmi. Mi alzo per accoglierla e mi sembra di soffocare.
«Mamma, non respiro» sussurro io. Lei si stacca da me e si scusa, poi si asciuga le lacrime e dopo averla tirata fuori dal forno, mette in tavola una magnifica pizza fumante, con la crosta dorata e leggermente bruciata come la adoro io. Annuso l'aria e mi vien l' acquolina in bocca. Mia mamma ne taglia subito una grande fetta e me la mette nel piatto. Io non perdo tempo e comincio a mangiarla.
«Come sempre, è buonissima, complimenti mamma» Trascorriamo la serata parlando e ridendo del più e del meno. Poi, mia mamma guarda l'orologio e mi dice: «Sono le 21:15, va a prepararti per dormire Anna, domani dovrai svegliarti molto presto e voglio che tu sia riposata.» Io annuisco e vado in camera mia. Mentre salgo le scale, sento mia mamma dire a mio papà: «Tu credi sia pronta?»
«Certo che lo è. Aspetta quest'opportunità da tanto, ce la farà. Non preoccuparti» la rassicura mio padre. Lei sospira, e io entro nella mia stanza. Mi metto il pigiama, controllo di aver preparato i vestiti per l'indomani e vado a lavarmi i denti. Dopo di che, torno nella mia stanza e mi butto sul letto. Non faccio in tempo a chiudere gli occhi che sento il mio cellulare vibrare. Mi sono dimenticata di Francy! La mia migliore amica sarà arrabbiatissima. «Pronto?»
«Dovevi chiamarmi sta sera» dice lei in tono autoritario. Com'è buffa.
«Scusami Francy, me ne sono dimenticata! Puoi perdonarmi?»
«È ovvio che ti perdono, riusciresti a fare qualcosa senza di me? No, lo so, e io non posso lasciarti mica da sola» Io scoppio a ridere.
«A si, menomale che ci sei tu!»
«Anna, tu non hai idea di quanto mi mancherai!»
«Andiamo Francesca, ci vedremo tra un mese!»
«Lo so, ma a me sembra tantissimo!» Sto per rispondere, quando mio padre appare sulla soglia. «Anna, mi dispiace, ma è tardi»
«Ok, giuro che chiudo subito»
«Buonanotte» Io ricambio mentre lui esce dalla camera. Riporto il cellulare all'orecchio. «Francy, devo dormire»
«Lo so, lo so, domani il volo è alle 7 vero?»
«E si»
«D'accordo, ma promettimi che mi scriverai appena arrivata!»
«Certo, sarai la prima!»
«Non serve che io sia la prima, ma la seconda...»
«Ok, buonanotte»
«Notte» Chiudo la telefonata e lascio il telefono sul comodino, appoggio la testa sul cuscino e in meno di un minuto mi sono già addormentata.

•Hartley•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora