P.o.v. CrisCris: Mamma! Mamma! Dov'è papà?
Maria: Piccola papà è uscito a fare alcune commissioni, tornerà presto.
La mamma sembrava preoccupata. Ogni volta che il papà usciva sembrava quasi lui stesse per andare in guerra. E quando tornava la mamma gli lasciava sempre dei dolci baci a stampo.
Si sentì bussare alla porta così la mamma andò ad aprire, un uomo in giacca e cravatta era fermo sulla porta e dopo pochi minuti la mamma si avvicina a me e mi dice:
Maria: Cris va dalla nonna io torno tra poco..
.
.Stavo sognando, ne ero consapevole, ma quel giorno oramai mi sembrava di riviverlo costantemente. Era l'unico sogno che attanagliava le mie notti senza lasciarmi via di fuga.
Orribile. Solo pensarci mi veniva il butto. Si ogni volta che stavo male dentro il mio dolore si riversava in un fottutissimo cesso.
Mi tirai su barcollante dal divano e mi guardai attorno.
I miei occhi si sbarrarono alla vista di Luke sulla poltrona che dormiva sereno. Le mie guance si tinsero di un rosso porpora quando mi accorsi di essermi soffermata troppo a guardarlo.Non poteva vedermi ma mi sentii comunque in imbarazzo.
Sembrava uno pseudo principe azzurro , solo che di azzurro aveva solo gli occhi. Per me lui era una macchia nera. Non riuscivo a vedere nulla che lo rigurdasse. In una settimana se non più che ci conosciamo non sono riuscita a ricavare molto , riesce a farmi perdere la concentrazione e farmi dimenticare tutti i miei dubbi.Mi alzai lentamente e mi avvicinai a Luke per aggiustargli meglio la coperta addosso, cominciai a spostarmi cercando di fare il minor rumore possibile ma come mio solito caddi sul parquet facendo un rumore assurdo.
Avevo gli occhi chiusi ed ancora impastati dal sonno. Rimasi sdraiata a terra per alcuni secondi finché due mani calde non mi afferrarono per i fianchi riportandomi impiedi.
Lentamente mi circondò la vita con le sue braccia e io istintivamente appoggiai le mie mani su di esse. Mi strinse al suo petto da cui risuonò come una specie di ringhio. La sua testa era nell'incavo del mio collo e il suo respiro caldo che mi sfiorava la pelle era qualcosa di paradisiaco.
Una scarica violenta di brividi mi percorse la schiena quando delicatamente appoggiò le sue labbra contro il mio collo.Le mie gambe erano diventate pura gelatina, sentivo le mie guance avvampare a quella dolce tortura ,la temperatura era diventata troppo alta. Di certo febbre non era. Era semplicemente lui.
Stavo letteralmente impazzendo quando all'improvviso si scostò lasciandomi lì inerme a combattere contro i miei demoni. Stronzo! Taci coscienza!
Allentò lentamente la presa sui miei fianchi facendomi riprendere l'equilibrio. Ora nel mio petto c'era un buco nero.Un baratro che aveva lasciato lui...
Luke:Vuoi qualcosa da mangiare?
Cris:Hem...non lo so, se tu hai fame okey.
Luke:Si...ordino una pizza ti va?
Cris: Certo.
Non poteva fare finta di niente.Cris: Luke!
Stava per svoltare l'angolo che c'era tra il salotto e la cucina quando girò solo la testa rimanendo si spalle dicendo:
Luke: So cosa stai per chiedermi, non farlo! Non saprei nemmeno io come risponderti.Annuii in risposta abbassando lo sguardo.
Cris:Be Luke io vado a cambiarmi, nel frattempo fa come se fossi a casa tua.
Luke:Okey.
Lo lasciai solo vicino alla cucina alla ricerca del telecomando per la TV.
Al piano di sopra entrai in camera mia per arrivare al bagno comunicante con la mia stanza e farmi una doccia. L'acqua calda sembrava portare via tutto lo stress e la stanchezza.Mi sistemai una camicia bianca larga e un paio di legghins neri per la casa. I capelli bruni legati in un tuppo scomposto e i soliti calzini strani, pelosi, grigi con dei pois bianchi.
Iniziai a scendere le scale e sentii Luke parlare al telefono, aveva un tono duro, la sua voce era più autoritaria. I suoi lineamenti più duri.
Luke: Si.....non riesci a capire come sto adesso........no non lo puoi capire!......Tempo? Ancora tempo?.......... Non ti assicuro nulla...Chiuse la chiamata e si voltò nella mia direzione.
Ero rimasta ferma sulle scale ad ascoltare la conversazione.
Luke: Hey Cris! Ho chiamato la pizzeria, arriveranno tra un po.
Cris: Hm, okey.
Continuai a camminare verso il divano davanti alla Tv. Lo fissai per qualche secondo, finché non mi venne la geniale idea di lanciarmici sopra. Avrei preferito il letto ma l'idea di rimanere qui nascosta a guardare Luke mi piaceva molto di più. Più lo guardavo e meno mi sembrava estraneo. Mi ricordava tanto un bambino con cui giocavo quando ero in Australia.
Ero troppo piccola ma ricordo perfettamente i suoi capelli biondi sempre lasciati scompigliati, gli occhi azzurri e un sorriso dolcissimo. Dovevo avere cinque o sei anni quando lo andai a trovare però poi tipo verso gli otto anni smisi di passare le vacanze lì e allora da quel momento ho rimosso ogni cosa dell'Australia. Ho lasciato troppe cose a me care lì e forse un giorno tornerò a riprendermele.
Lo guardavo armeggiare con il telefono. Si stava innervosendo aveva i muscoli delle braccia tesi, e un cipiglio sul viso, fu qualcosa di tre secondi, scattò in piedi e si avviò verso la mia camera.
Cris: Luke, dove vai?
Luke:Devo fare una chiamata importante. -rispose secco-Andò su in camera mia e ci rimase per una buona mezz'ora
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Scusate il ritardo (imperdonabile) ma ho avuto alcuni impegni importanti e non riuscivo ad avere un momento tranquillo per scrivere. Penso che se bisogna scrivere una storia ci sia bisogno di momenti tranquilli e di rifessione. Non mi piacciono le cose fatte così tanto per quindi per i miei capitoli ci vorrà sempre un po di tempo per l'aggiornamento . Scusate ancora.
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La pioggia è uno stato d'animo || L.H.||
WerewolfLa pioggia rigava i nostri visi e le sue mani calde mi sfioravano la guancia facendomi rabbrividire ancora di più. Luke: perché sei scappata dalla festa? Rimasi in silenzio, poi senza che me ne accorgessi le lacrime iniziarono a scendere e lui si a...