Capitolo 1

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Evan's POV

Continuo a chiedermi perché sono seduto in questo banco ad ascoltare un prete che predica la parola del Signore. Ma chi si crede di essere questo "Signore"? Cavolate. Tutte grandi cavolate. L'uomo è troppo codardo per guardare in faccia alla realtà e capire che questo Dio è solo un appoggio inconcreto per la misera vita che viviamo noi umani.

Sono Evan Peters, ho diciotto anni e frequento l'ultimo anno di superiori.

Da quando ho iniziato il percorso d'istruzione, frequento scuole cristiane. Non per mia volontà, ovviamente. Mia madre è una patita di Gesù Cristo e quindi sono finito qui dentro. Devo ammettere però che nonostante non approvi l'esistenza di un Dio, sono un puritano. Nel vero senso della parola.

La campanella suona e ci dirigiamo tutti ordinatamente fuori dalla classe. Indossiamo tutti un'uniforme. Sembriamo fatti con lo stampino all'interno di questa scuola. Non sono ammesse parolacce, non si urla, non si bevono alcolici, non gira droga, non ci si bacia per i corridoi, e chi più ne ha più ne metta. La cosa che più mi sorprende è che tutti e duecento studenti dell'Istituto rispettano le regole.

«Peters» mi sento chiamare alle mie spalle.

Posiziono il vangelo nell'armadietto e mi volto per vedere chi mi sta cercando. La voce mi è famigliare. Infatti appena mi volto trovo Connor con un sorriso stampato in viso. Sembra essere al settimo cielo.

«Hai visto un angelo per caso?» chiedo ironico. Trattengo una risata in quanto i personaggi divini non possono essere usati in questo modo. Non qui dentro almeno.

«Ha-ha. Molto divertente» finge una risata. «Ho una buona notizia, fratello. Si esce!» è entusiasta nel pronunciare quelle parole.

«In che senso si esce?» domando. Le uniche volte in cui ci è permesso uscire è quando andiamo a trovare i nostri genitori oppure le gite ai santuari.

«Agli studenti dell'ultimo anno è concesso uscire per un mese. Non è grandioso?» mi spiega.

Un sorriso si impadronisce delle mie labbra. Ho sempre voluto assaggiare la vera vita, il mondo esterno. Ora che posso, fremo dalla voglia di uscire da questa scuola e sentire che sapore ha la libertà. La cosa mi impaurisce e intriga allo stesso tempo.

«Stasera danno una festa vicino casa nostra. Che ne dici? Sarebbe un buon inizio, non trovi?» mi propone Connor.

«Andata!» gli do una pacca sulla spalla e insieme usciamo dall'Istituto.

N. A. : Lasciate commenti e voti, per favore :3 Sono ben accetti anche commenti di critica!
Ringrazio tutti quelli che mi seguiranno nella storia. Un abbraccio, xoxo

PURE || Evan PetersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora