«Ah, che casino!»
Ero sull'uscio della porta della mia camera ad osservare le valigie sparse in disordine per la stanza.
Erano ovunque e i vestiti di ieri erano buttati a caso in ogni angolo del locale.
Solo in quel momento mi soffermai sui dettagli di quest'ultimo.
Era grande e spazioso, illuminato da una finestra che prendeva tutta una parete e che si affacciava sul bosco, l'arredamento in legno dava un tocco d'antico nonostante si vedeva che i mobili erano moderni, il pavimento in parquet invece si abbinava perfettamente al soffitto in travi.
Dietro la spalliera del letto a due piazze una seconda finestra affacciava sul portico e sul giardino.
Opposto al letto, sulla parete di fronte, un grande armadio a due ante occupava tutta la parete, e una volta aperto si notava una cabina armadio con tanto di specchio a figura intera.Le due porte che avevo notato la sera prima si trovavano nella parete opposta alla finestra grande che confinava con quella del letto e quella dell'armadio.
Il bagno, illuminato dalla luce del giorno proveniente da una finestra, sembrava ancora più bello della sera prima.
Era moderno e molto attrezzato, vasca idromassaggio e doccia enorme occupavano due pareti, mentre il lavabo a specchio con le due mensole e i servizi igienici occupavano il resto della stanza.Mi decisi a mettere in ordine le mie cose, e dopo due orette buone potei dire con certezza che quella era la MIA camera.
Scesi e pranzai con i panini che avevo ancora nello zaino, poichè mi resi conto che c'erano solo i cibi a lunga conservazione in dispensa, e che quindi dovevo andare a comprare qualcosa, anche perchè chissà da quando erano lì quelle cose.
Feci un giro della casa dando attenzione ai dettagli questa volta e mi resi conto che doveva appartenere a qualcuno al quale i soldi non mancavano.
Nel pomeriggio decisi di uscire di casa per andare a comprare qualcosa, e per iscrivermi alla scuola.
Per i soldi non dovevo preoccuparmi i miei "genitori" mi aveva assicurato che mi avrebbe spedito il necessario ogni settimana.
Presi la mia borsa e dopo aver chiuso la porta di casa, incominciai ad avviarmi verso il centro del paese.
Non era nè troppo grande nè troppo piccolo. Potei notare per mia fortuna c'erano tutti i negozi che potrebbero servire per poter continuare a vivere lì e cercare qualcosa che mi potesse portare a scoprire chi ero davvero.
Raggiunsi la piazza con quel monumento affascinante, quanto particolare, che avevo notato la sera prima. Questa volta però mi fermai per girarci intorno esaminandolo.
Era costituito da quattro vortici diversi che si intrecciavano tra loro circondando la ragazza. Il primo sembrava rappresentasse la terra: piccole foglie, rami e terriccio che si mischiano tra loro; il secondo era fatto interamente di fiamme di diverse dimensioni che indicavano il fuoco; il terzo era rappresentato da un tornado che si univa agli altri elementi, consistente nell'aria; mentre il quarto erano semplici onde di ampiezze diverse che si scontravano tra loro, al cui interno si intravedono piccoli esseri marini: l'acqua.
Ai piedi della ragazza si trovava un piccolo lupo, che ieri non avevo notato a causa della fretta, tra le cui zanne stringeva un diamante rosso intenso da cui colavano piccole gocce di quello che sembrava sangue.
Ma la cosa più spettacolare del monumento era lei, il soggetto della statua, semplice eppure così complessa. Il volto era quasi interamente coperto dai lunghi capelli mossi, si intravedevano solo l'occhio chiuso e la bocca sorridente.
Il corpo era leggermente alzato da terra, ma sorretto dagli elementi che la circondavano come se fossero parte di lei.
Indosso portava unicamente un lungo vestito semplice: scollatura a cuore senza spalline che faceva parte di un corpetto lineare seguito, dopo i fianchi, da una gonna abbastanza ampia.Non capivo il motivo, ma quella statua mi incuriosiva in un modo quasi ossessivo.
Ero rimasta lì incantata ad esaminarla quando un leggero venticello, che mi fece svolazzare i capelli, mi inondò i sensi con un odore tanto strano quando famigliare.
Mi volto e vedo che alcuni passanti mi fissano, perciò indifferente mi dirigo di nuovo verso la mia meta: la scuola.
È una scuola costruita con lo stesso stile delle altre abitazioni che ci sono qui, l'unica differenza è l'enorme cancellata che la delimita.
La oltrepasso e dopo aver attraversato il grande cortile entro nella struttura.
Mi sono accordata con la segretaria che avrei iniziato Lunedì prossimo, fra quattro giorni, e inseguito mi ha consegnato l'orario delle lezioni.
Mentre mi dirigo verso casa con le buste della spesa leggo il fogliettino con le materie, una in particolare ruba la mia attenzione: Miti e Leggende.
Ero stranita: non sapevo esistesse lo studio in modo specifico di questi argomenti, ma d'altronde questa città non ha fatto altro che stupirmi e incuriosirmi sin da quando ieri avevo oltrepassato il suo cancello.
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TITANIUM : la Leggenda della Prescelta
Fantasi"Non l'hai ancora capito, Lilith? Sei tu la chiave di tutto." Paranormale Fantasy Storie d'amore