5.

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Svegliarmi da sola non era decisamente nei miei piani.
Sono le undici, e l'altra metà del letto è vuota, fredda.
Che cosa diamine....?
Sono piuttosto sicura che ci fosse Lewis, poche ore fa; dove diavolo è finita?
Mi alzo di malavoglia, e noto un piccolo biglietto poggiato sul comodino.
"Mi dispiace, ma avevo da andare a lavoro, e mi sono dovuta alzare. Non volevo svegliarti, sembravi star dormendo beatamente. C'è la colazione pronta in cucina, grazie per la sera scorsa. In caso ti serva, sul retro c'è il mio numero. Buona giornata. L x"
Ed in effetti, sul tavolo è poggiato un piatto con un muffin, e nel microonde una tazza di tè è pronta per essere scaldata.
Segno il numero nella rubrica, la chiamerò più tardi.
È strano che qualcuno si stia prendendo cura di me, in un certo senso.
Dopo che la vita ti ha regalato molti schiaffi, ci si deve riabituare ad un tocco delicato.
Cammino su e giù per la stanza, troppi pensieri mi affollano la mente, forse dovrei solo uscire e cercare di rilassarmi.
Faccio una doccia e mi vesto velocemente, prima di uscire di casa e dirigermi nel mio posto sicuro.
Milano è una grande città, ma ci sarà sempre calma, se si sa come trovarla.
È un magazzino abbandonato vicino ai navigli, l'ex deposito ferroviario di una stazione che nemmeno esiste più.
Contornato da graffiti, dai segni regalati da generazioni e generazioni che durante gli anni hanno voluto segnare il territorio; ci sono scritte d'amore, urli e richieste disperate.
Ci sono storie, incise su quelle pareti, c'è la magia di gesti compiuti perché evidentemente le parole non bastavano.
Mi sento a casa, qui, tra queste mura cadenti, con il traffico chiuso fuori, con il mondo alle mie spalle.
Una sigaretta accesa, la mente spenta.
Dicono che quando si chiudono gli occhi, il mondo scompaia per qualche secondo.
Che la calma e la tranquillità di quel momento non siano paragonabili a nulla, che sentirsi così protetti all'interno di noi stessi.
Ma io, se chiudo gli occhi, vedo lei.
Rivedo la dolcezza dei suoi sguardi, il verde che la caratterizza.
Vedo lei, soltanto lei.
Non era una nottata di sesso, non era solo quello.
Voglio rivederla, voglio portarla fuori, ad ammirare la bellezza di questi luoghi.
Voglio portarla qui, su questa panchina.
Perché anche se non la conosco, sento che posso fidarmi di lei.
Uno, due, tre squilli.
"Sì, pronto?"
"Sono Alessia. Riesci a venire a casa mia stasera? Voglio portarti a vedere un posto."

Note Autrice
Ciao a tutti, spero la storia vi stia piacendo. Sono molto felice che la stiate leggendo, commentando e votando. Significa davvero un sacco per me!! x

I'm just a girl in a bar.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora