È proprio vero che la notte porta consiglio. Ho pensato a tutto. So come chiedere scusa a mia madre e so come potrei controbatterla nel caso in cui volesse passare all'attacco. Non vedevo l'ora che arrivasse questo momento. Si sa che quando non si riesce a dormire il tempo sembra trascorrere più lento di quanto ci si aspettasse. Ma è stato comunque utile perché ho impedito che un altro sogno mi segnalasse qualcosa. Per la prima volta in tutta la mia vita non ho idea su cosa potrebbe succedere durante l'intera giornata e questo, stranamente, mi fa sentire al quanto sollevata. Assurdo. Le mie emozioni sono totalmente cambiate rispetto a qualche ora fa. Sto vedendo, per una volta, il bicchiere mezzo pieno! E se il buongiorno si vede dal mattino chissà cosa mi attenderà!
Mi metto a sedere sul letto e mi infilo le babbucce. Papà sta ancora dormendo, è il suo giorno libero e non ho intenzione di svegliarlo. Gli passo vicino in punta di piedi cercando di fare il meno rumore possibile...tiro giù la maniglia della porta con molta cautela e TAC! Sono fuori dalla camera. Mi compiaccio con me stessa su quanto sono stata brava a mantenere il silenzio. Ora posso finalmente affrontare la mamma. Scendo giù e la trovo come consueto in cucina a montare la moka per il caffè. <<Buongiorno tesoro, già sveglia?>>
<<Buongiorno mamma. Si mi sono alzata mezz'ora prima del solito...>>
<< Come mai? Hai fatto qualche incubo?>>
<<No. Per la verità non ho dormito affatto. So che sei molto arrabbiata per la questione della macchina e volevo chiederti scusa...>>
<<Lo sono di più con tuo padre. Sa che non mi piace essere presa per in giro. E se ripenso a ieri non ci posso ancora credere. Come ha potuto inventare di avere un malessere!?Più stupida io che l'ho creduto...>> i suo occhioni neri fissano il fondo della tazza avvolta nelle sue mani e sembrano caricarsi di nervoso. Devo risolvere questa situazione. L' ho creata io. <<Mamma Mi assumo io tutte le responsabilità. È stata tutta colpa mia...vorrei non aver mai avuto questo mio...non so nemmeno come definirlo...bè si castigo!>>
<<Tesoro, ma cosa dici? Il tuo è un dono, non un castigo. La tua unica colpa è quella di essere troppo ansiosa e troppo cocciuta proprio come me. Ieri non volevi che io tornassi da sola ed hai chiamato papà, e lui cos'ha fatto!? Mi ha mentito, avrei preferito che mi avesse detto la verità...>>i suoi occhi stavolta lasciano trasparire un filo di malinconia. Dev'esserci proprio rimasta male. Ora mi trovo spiazzata, non so cosa dirle eppure avevo calcolato tutto...ma non questo.
Dopo un lungo silenzio trovo le parole <<Però mamma lo sai come sei difficile, l'abbiamo fatto solo perché ti vogliamo bene e non oso pensare se ora tu....>> abbasso lo sguardo e serro la bocca. Non ce la faccio a continuare la frase.
<<Va bene basta così. Vieni qua. Non è successo niente, pensa solo a questo. Io sono qui con te>> posa la tazza sul tavolo e mi abbraccia. Profuma di mandorle. Quant'è buono quell'odore, mi fa venire in mente i bei ricordi di quando ero piccola. Sto per ricambiare l'abbraccio quando sentiamo il gorgoglio della moka. <<Oh il caffè è pronto! Ora va a vestirti o farai tardi al lavoro>>
<<Corro. Ma prima promettimi che perdonerai papá. Stanotte ha dormito in camera mia sul pavimento...>>
Resta zitta e mi accenna un sorriso, il chè mi basta come risposta. Rientro in camera e trovo mio padre seduto sul mio letto. Ha in mano una foto presa dal mio comodino. <<Guarda questa foto Desi, guarda come eravamo felici io tu e la mamma a Venezia...>>
<<Il termine esatto è buffi...mi viene da ridere a guardarla...>> faccio scoppiando in una risata
<<Già. Mi mancano quei tempi. Penso che dovremmo organizzare un viaggio per questo Natale...>>
<<È un'ottima idea papi!!!>>
<<Ora esco dalla stanza per concederti un po' di privacy>> si tira su dal letto e si incammina verso la porta e un attimo prima che la sua mano si poggi sulla maniglia gli dico <<Comunque lo siamo ancora..>>
<<Siamo cosa?>> mi chiede voltandosi verso di me con aria incuriosita
<<Felici!>> mi sorride lasciandomi sola
nella mia stanza. Tolgo via il pigiama e scelgo dall'armadio gli abiti da indossare. Mi ritrovo col vestire il solito: jeans e maglietta. Mi è sempre piaciuto mantenermi sul semplice, mi fa sentire a mio agio. Fosse per me vestirei così anche per le cerimonie, ma farei un gesto anticonformista attirando su di me numerosi sguardi, cosa che non sopporto. Mi lavo i denti e adotto lo stesso criterio semplice per il trucco, un filo di matita, un po' di mascara e via! Pronta a spaccare il mondo! Scendo giù e vedo i miei parlarsi in modo civile, devono aver fatto la pace. Saluto ed esco di casa. Sono proprio di buon umore e niente potrà farmelo cambiare.
STAI LEGGENDO
Segnali da Morfeo
Science FictionDesi, una ragazza come tante. Nessuno la noterebbe tra la folla e nessuno sospetterebbe dello straordinario dono di cui è in possesso: sogni premonitori. Ogni suo sogno rappresenta un segnale, un avviso, un'allerta che la riguarda e non sempre è esp...