L'uomo si avvicinò verso la grande finestra che dava sulla città, venendo immediatamente ricoperto da una luce rossa. La scena che aveva davanti era una visione infernale: la città era sotto un assalto pesantissimo, le mura rischiavano di cedere da un momento all'altro. Le mura di Costantinopoli. Le mura della sua capitale. L'ultimo baluardo della cristianità contro la marea turca e che nel caso di sconfitta sarebbe potuta avanzare fino al cuore dell'Europa. Un'Europa ora alle prese con lotte intestine tra i suoi nobili e i suoi re, che non badavano alla minaccia dall'est, che era sempre stata tenuta a bada dall'Impero di Bisanzio. Ma ora quell'Impero stava per cadere. Il suo Impero!
– Maestà Imperiale! – gridò una giovane guardia di palazzo, entrando bruscamente e senza più fiato nella sala spoglia del Palazzo Blachernae. Il ragazzo era della migliore stirpe cittadina, e questo si denotava dal rango cerimoniale di spatharios che ricopriva e dal relativo sfarzo dei suoi abiti. Ormai anche i nobili costantinopolitani passavano una vita difficile. Il giovane riprese a respirare regolarmente, strinse con le mani sudate l'impugnatura della sciabola orientale al suo fianco e disse – I turchi stanno attaccando la Porta di San Romano con ingenti forze. Hanno fatto intervenire perfino i giannizzeri, circa cinque reggimenti scelti. Stanno appoggiando le milizie anatoliche che stiamo combattendo da quasi tre ore. Ormai le nostre truppe reggono solo grazie alla fede in Dio –
– Male, molto male – disse pacatamente l'Imperatore girandosi – Avete notizie dai rinforzi promessi da Venezia? –
– No, maestà, nessuna vela cristiana appare all'orizzonte. Tutti i comandanti dubitano che arriveranno in tempo –
L'autokrator di Bisanzio rimase fermo, mille pensieri gli turbinavano nella mente. Poche alternative gli venivano offerte. Per un attimo si lasciò circondare da quel senso di distacco che arriva quando si stanno per perdere le speranze. Ma sentiva sulle sue spalle il peso di un enorme responsabilità, verso il suo popolo e verso tutto il mondo cristiano, e quindi la sua debolezza fu questione di un solo attimo. Con un gesto pieno di contegno e di maestà si voltò verso il giovane e disse – Portatemi il mio cavallo e chiamate i resti della mia guardia, scenderò fra pochi minuti –
Appena lo spatharios si fu allontanato, Konstantinos XI Dragazes Palaiologos, Imperatore dei Romani, si accinse a prepararsi a quella che per lui poteva essere l'ultima battaglia. Per un attimo il suo sguardo si perse nel vuoto, ripensando ai giorni felici, quando aveva riconquistato all'Impero la Morea nel 1428. Poi arrivarono gli scontri per la difesa di Costantinopoli contro i turchi, che appoggiavano il tradimento di suo fratello Demetrio. Ma lui aveva perseverato, lottando a dispetto di ogni avversità, fino alla vittoriosa conquista di Atene.
Poi c'era stata la terribile battaglia di Varna, nella quale i turchi ottomani avevano annientato l'esercito crociato di Ladislao, Re di Ungheria e di Polonia. Con la morte del re sparì l'unica speranza di riconquista dei territori persi in Tracia e nei Balcani, e tutto era andato a rotoli. Nel 1448 era morto il fratello Ioannes VIII, l'Imperatore, e lui si era visto incoronare in fretta e furia il 6 gennaio del 1449.
Alla fine era arrivato il colpo di grazia alle sue speranze di una pace coi turchi. Il nuovo sultano, Mehmet II, aveva fatto costruire la fortezza di Rumeli Hisari nella costa occidentale del Bosforo, che non permise più il passaggio libero alle navi verso la capitale. L'unico tentativo di forzare il blocco, compiuto qualche tempo prima da una galea veneziana agli ordini di Antonio Rizzo, era finito in tragedia. I cannoni turchi avevano affondato l'imbarcazione e i superstiti erano stati sterminati o resi schiavi. Il comandante era stato impalato.
Alla richiesta di resa da parte del Sultano aveva risposto che dargli la città non era decisione, né sua né di alcuno dei suoi abitanti; tutti loro avevano infatti deciso di loro spontanea volontà di combattere, e non avrebbero risparmiato la vita. L'assedio vero e proprio era perciò iniziato. Nell'aprile dell'Anno del Signore 1453 come dicevano i latini, oppure dell'Etos Kosmou 6962, come si contano gli anni nella chiesa greca.
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Cronache di Bisanzio, la Rinascita
Historical FictionLe Cronache di Bisanzio sono un ucronia ambientata in un Rinascimento alternativo, dove Costantinopoli non cade nel 1453 ma perdura e rifiorisce, ritornando ad essere uno Stato forte e potente, che gioca un ruolo di rilievo nell'alba dell'Età Modern...