La rossa

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Ero letteralmente impazzito. Forse era solo stanchezza, sì, dovevo essere stanco, magari durante la punizione avrei potuto dormire un po.
Qando varcai la soglia della porta le voci nella mia testa si zittirono; mi accolse una donna piuttosto anziana, grassottella, con un camice azzurro, un paio di occhiali da vista rettangolari e dei capelli bianchi, così bianchi da sembrare lana, si potrebbe dire che aveva una pecora in testa. "consegnami il cellulare e vai a sederti accanto a Jennifer" disse la vecchia indicando una ragazza: era bellissima, i capelli rossi fuoco, più ricci del pelo di un barboncino e degli occhi... aveva due occhi verdi come un prato fitto dopo una giornata di pioggia, se li guardavo troppo a lungo rischiavo di perdermi in fantasie di vite felici e lieti fini, sì erano due occhi speciali, quasi magici direi, e la pelle olivastra, mi ricordava una giornata d'estate passata ad abbronzarmi al mare, c'era solo un problema, non ero mai andato al mare in tutta la mia vita e non mi ero mai abbronzato, sembravo un cadavere se visto da lontano, i miei erano preoccupati, pensavano fossi diventato Emo, Dark, o veneratore di qualche strano Dio che ti obbliga ad essere Vegano, no, era solo che non posso mangiare tutte quelle carni: il mondo é giá abbastanza mai fame e sono sempre triste per il fatto che i miei sono separati, una ragione in piu per non credere a quelle fesserie come il vero amore. Arrivai dalla ragazza, lei mi sorrise e, scostando quella massa di capelli mi disse "Hey, piacere Jennifer" aveva una voce soffice, era una dea. "Bene ragazzi farete amicizia piu tardi ora invece di girarvi i pollici per un'ora staccarete le Chewingum da sotto i banchi. Dividetevi a coppie, Moore con Lewis dovete andare in 5F quando avete finito venite che vi assegno un'altra aula" ecco, ci risiamo, non ce la facevo proprio, ero troppo stanco... Jennifer invece sembrava quasi felice, sorrideva come un bambino quando arriva il carrettino del gelato "Ehy Jennifer, puoi togliermi una curiositá?" mi aspettavo un 'Dimmi' oppure un 'okay' invece lei rigirò la domanda su di me "come ti chiami?" ah vero prima ci stavamo presentando, lei si è presentata e io no "Oh, gia scusami" dissi. Mi stava fissando, con quei suoi occhi verdi... "Allora... Vuoi dirmelo il tuo nome?" mi chiese perplessa ridacchiando. "Oh. Il mio nome... Il mio nome è... Ehmm, Alex. Alex Lewis." dissi, stavo sudando? Si stavo sudando e lei lo aveva notato, ero a disagio insomma chiunque vicino alla Dea della bellezza sarebbe stato a disagio, ma io veramente stavo per svenire, mi sentivo male e come se non bastasse quelle voci ricominciarono "Alex Lewis Jennifer Moore datato 15 settembre 3027" e questa volta pronunciavano anche il suo nome. Cominciavo a camminare con fatica e inciampavo spesso, faceva male, sbattere la testa per terra "Basta, basta andatevene via, VIA dalla mia testa" stavo delirando e quando caddi del tutto e cominciai a muovermi a scatti Jennifer si chinò su di me e disse "Alex Lewis datato Oggi, cerca di dormire e mi diede un bacio sulla fronte, credo di essere svenuto proprio in quel momento perche non ricordo altro. Dei 30-40 secondi successivi ricordo solo buio, buio totale, poi una donna, vestita di bianco con i capelli dorati cominció a parlare e intorno a lei ancora tutto nero "Alex perché lo hai fatto, non dovevi saltare il primo giorno di scuola, quando eri dentro a quel negozio hai aperto il portale causando cosi una serie di avvenimenti catastrofici, non dovevi é chiaro ma ora nessuno puo sistemare questo disastro se non tu, Alex Lewis tieni a mente queste parole 'Alex Lewis datato 14 settembre 3027' e stai attento a Jennifer, lei puó aiutarti piú di chiunque altro" poi scomparve e intorno a me di nuovo buio. Passarono minuti forse ore e poi di nuovo qualcosa che dal buio prese vita, come dei fleshback visti alla terza persona le vicende piu paranormali che si sono verificate fino ad allora: il negozio, il sotteraneo, il corridoio per arrivare alla 5F e bianco, tutto bianco, dopo qualche minuto riuscí a distinguere mia madre che a pochi centimetri da me si abbassava sul mio viso per stamparmi un bacio sulla fronte, mi abbracciava e piangendo disse "ben tornato tesoro, pensavo non ce l'avresti fatta" non riuscivo a parlare, mi faceva male la gola e avevo forti crampi ovunque, ed era così straziante il fatto che ogni volta in cui provavo a chiudere gli occhi per addormentarmi, appariva, nella mia mente, quel maledetto negozio e il libro con il titolo d'oro. No. Basta. Non ne posso piú, era tutto molto strano da quando avevo fatto quel sogno, forse era meglio andare a verificare una volta per tutte se quel negozio esisteva o meno e sapevo che la persona che sarebbe riuscita ad aiutarmi a trovare "Il Negozio" sarebbe stata più vicina di quanto pensassi... Jennifer, la rossa.
Ora il problema era solo uno... Come fare per convincerla a venire a cercare un negozio che avevo solo sognato, e perciò non sapevo se esisteva o no... Ci pensai molto, quella stanza dalle pareti bianche in ospedale era davvero rilassante, ti aiutava a riflettere, e dopo quella che credo sia stata un'eternitá decisi che era meglio andare da solo al Negozio e nel caso lo trovassi avrei chiamato Jennifer per aiutarmi a scoprire cosa significava tutto questo disastro e sopratutto: Sono impazzito oppure qualcuno mi sta facendo uno scherzo di cattivo gusto?
Purtroppo mia madre cominciò a pensare cose come 'è depresso, si droga?' e molto altro, tutto questo per il solo fatto che ero svenuto nel corridoio della scuola, ed eccola che bussava alla porta "Entra" lei si fece strada attraverso tutti quegli strani apparecchi e si sedette accanto a me "Ciao mamma" le dissi sorridendo, non doveva pensare che io sia depresso oppure che mi droghi, non è vero e non lo doveva pensare "Tesoro posso parlarti di una cosa? Seriamente, e senza che tu svenga o abbia attacchi d'asma" disse soffermandosi sulle ultime parole, una risata piuttosto piena di ansia e nervosismo. "Tranquilla cercherò di non perdere piú coscenza. Dimmi pure" dissi con un falsissimo sorriso. "Perchè non mi hai mai detto di non aver mai avuto un amico, uno vero di quelli che ti stanno accanto, ti avrei aiutato, ti avrei assistito, ti avrei consigliato su come migliorare, tu invece mi hai tenuta all'oscuro di tutto, e per di piu mentivi, Perchè Alex, perchè lo hai fatto?"... Ehm no, questa non ci voleva.

Scusate ragazzi se ci sono errori grammaticali, proveró a fare di meglio nei prossimi capitoli. Spero che la storia vi stia piacendo.

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