Tale padre, tale figlio... forse

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Questa fu l'unica domanda che non mi aspettavo e l'unica a cui non sapevo rispondere percio avendo poco tempo per rispondere dissi la prima cosa che mi passó per la testa e ovviamente fu abbastanza stupido dire che glielo avevo nascosto per il semplice fatto che "gli altri mi fanno paura mamma, la gente è strana e per questo io non ho amici e non voglio averne, peró sapevo che ci saresti rimasta male sapendo di avere un figlio 'problematico' percio te l'ho nascosto... Scusa mamma" si, ehm. La situazione era leggermente diversa, io ero asociale e preferivo starmene a casa dah solo, e se anche una sola persona su 1000 provava a fare amicizia con me cerano altri 999 idioti a prendermi in giro e quella persona probabilmente era una fissata del 'la vita è bella, i miei genitori si amano' e tutte quelle cosucce li a cui personalmente non credo, i miei genitori si sono separati, credo, mio padre è scappato di casa e mia mamma non è andata a cercarlo, nemmeno lei crede al vero amore peró quello che mi disse fu cosi... Scoraggiante "Tesoro sei proprio identico a tuo padre" ma AHAHAHAH CERTO! Anche io mi ubriaco e poi scappo di casa senza dirtelo mamma, ovviamente. Se devo dire la veritá, non sono mai stato cosi curioso di sapere la vera storia dei miei, perche se mi diceva che ero identico a mio padre allora sicuramente non si riferiva all'uomo che scappò di casa quando io avevo ancora 5 anni "mi sono perso qualcosa? Scusa mio padre non era quel uomo scappato di casa mezzo ubriaco?" appena pronunciai queste parole mia madre fece un enorme sospiro e asciugandosi le lacrime cominciò a raccontarmi come stavano davvero le cose, ero sconvolto da quello che mi disse, a ogni parola ero sempre piu... Esiste un aggettivo per un ragazzo che ha sempre pensato che suo padre fosse ancora vivo da qualche parte nel mondo mezzo ubriaco a tradire sua moglie mentre successivamente scopre che in realta quest'uomo è morto cercando di salvare suo figlio? Non credo che esista un'aggettivo simile, si ero letteralmente rimasto a bocca aperta e cominciai a piangere, ho sempre pensato a mio padre come una persona orribile mentre invece era morto per salvare me, e mia madre non me lo disse, giustamente, poiche se fossi venuto a sapere che mio padre era morto per colpa mia, perche voleva salvare me sarei scoppiato in una crisi esistenziale e forse mia madre avrebbe fatto meglio a nascondermelo per un altro po, non mi sentivo di certo meglio ma comunque ora eravamo pari, lei aveva la sua pugnalata al cuore e io avevo la mia.
Non so se rendo l'idea: una stanza dipinta di bianco con delle piastrelle altrettanto chiare e lucide, e poi un lettino su cui sdraiato un ragazzo in lacrime, collegato a delle strane apparecchiature che continuano ad emettere dei Bip-Bip-Bip; di fianco a lui sua madre, anche lei in lacrime, che abbraccia il figlio e lo consola per la morte del padre. Ecco. Questa era la nostra scena. Ed era bello stare li ad abbracciare mia mamma mi mancava, il suo profumo e la sua voce, era tutto perfetto.
Passarono due ore dopodichè mi fecero degli esami del sangue e mi mandarono via ed ero quasi triste di uscire da quel posto, era cosi confortevole.
Il giorno dopo, appena finite le lezioni mi avviai verso il negozio, era strano, le stesse strade che avevo sognato eppure non ero mai passato di li prima d'ora, e fu anche facile trovarle perche il sogno, stranamente, era molto realistico percio ricordavo tutti i viali.
E finalmente mi ritrovai davanti alla piazzetta abbandonata, di nuovo ma questa volta era diversa, di certo non potevo aspettarmi che ogni cosa sia identica al 100% ad esempio la fontana era accesa, e gli spruzzi d'acqua mi rinfrescavano la pelle, ed era sempre quadrata ma questa volta c'erano tre negozi e una porta, e 'i negozi' erano graffiti, ovviamente te pareva, mentre la porta era vera e questa volta fui curioso di sapere cosa c'era all'interno di quella casa ma mi mancava il coraggio. Sarei tornato il giorno dopo insieme a Jennifer cosi non avrei avuto scuse.
Tornare a casa fu facile, mi ricordavo da dove ero venuto, e mi ritrovai a casa in 5 minuti. Il giorno dopo a scuola; alla prima ora avevo arte. «Buongiorno ragazzi, io sono la Professoressa Cristina Jonson, chiamatemi Cri, sia chiaro che voglio essere una vostra amica, non nemica, purtroppo tutti voi sapete le regole, niente impegno niente sufficenza, allora come primo giorno vi chiedo di disegnarmi un albero, ecco, vedete le tavolozze che avete davanti a voi? Dividetele con una linea e disegnate a destra un albero realistico e a sinistra un albero fantasy, via, voglio i lavori pronti tra un'ora, dopo facciamo teoria. Oh, e... Usate tutto il materiale che avete a disposizione, svaligiate la classe e create la vostra arte» e da quel momento tutti cominciarono a girovagare per la classe in cerca di qualcosa da attaccare sulla tela, mentre io ero concentrato sulla mia matita, sembrava quasi muoversi da sola quando improvvisamente la mia mano cominció a tracciare linee, io la seguivo, la lasciavo fare, quello peró non sembrava affatto un albero, cominciai a disegnare un piccolo cerchio poi intorno a esso un'altro cerchio, sembrava quasi la pupilla di un occhio, poi come ipnotizzsto presi una scatoletta di matite dal mobiletto e la rovesciai tutta sul pavimento, raccolsi il verde e il grigio, e la mia mano comincio a disegnare, io guardavo stupito, sembrava quasi una magia, e il risultato era fantastico, si, decisamente stupendo, solo non era un albero... Era un'occhio verde con al suo interno la Luna e quando alzai gli occhi dalla tela per la prika volta dopo tanto, la prima cosa che vidi fu lei, che a sua volta mi stava fissando come se fossi l'unico presente in quell'aula, e nel frattempo, le persone sfrecciavano davanti a noi ancora in cerca di oggetti, e quando guardai l'orologio vidi che era passato solo un minuto da quando avevo cominciato a disegnare, com'era possibile?

Scusate per eventuali errori grazie di aver letto la mia storia, se volete correggermi fatelo pure, mi fa piacere :D

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 20, 2016 ⏰

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