Il negozio abbandonato

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"Alex! Svegliati o farai tardi! Vuoi veramente arrivare in ritardo il primo giorno di scuola?" Eh si, il primo giorno di liceo... "Sono gia sveglio mamma!" ...insomma devo davvero dire addio all'estate, alle giornate passate a guardare la televisione, alle passeggiate nei boschi e iniziare questo schifo? "Allora vestiti, Veloce!" mia madre che urla dal piano di sotto, lei crede che io sia felice, pensa che io abbia tanti amici, mi dispiace mentirle ma non vorrei che ci rimanesse male, perció spesso le dico che vado con il mio migliore amico per giocare a casa sua, mentre invece passeggio su una delle colline affianco casa mia e mi siedo sull'erba pensando a quanto sia inutile la mia esistenza, quanto questo mondo faccia schifo, quanto le persone possano essere stupide a credere nel vero amore e nel lieto fine, non esiste, quello che loro chiamano "amore" non esiste, semplicemente è un ossessione da parte di entrambi.
Vado in bagno mi lavo i denti, la faccia, mi vesto, mangio e salgo nella Minivan di mia madre, tra pochi anni prenderó la patente e non saró costretto a essere umiliato per il fatto che mi accompagna ancora mia madre.

"Mamma puoi fermarti qui per favore?" Non sará una tragedia se salto il primo giorno di scuola, magari riesco a scendere prima e andare nella parte opposta di quell'inferno.
"Perche Alex? Manca ancora tanto alla scuola" mi guardó perplessa, provai con tutte le mie forze ad essere il piu credibile possibile, "Mamma non ti avevo mai detto questo, ma credo sia arrivato il momento: ti ricordiballe medie quando posteggiavi davanti a scuola, mi salutavi con un bacio sulla guancia e andavi in ufficio, appena la Minivan attraversava la stradina e io mi ritrovavo solo cominciavano a prendermi in giro, perche arrivavo sempre con la mammina mentre tutti gli altri andavano da soli, con la ragazza oppure con gli amici" non era assolutamente vero, gli altri se ne fregavano di me e io me ne fregavo di loro, ma spero che questa scusa la convinca, "perció, per una volta ti prego lasciami qua, continuo io fino a scuola" ...ti prego, ti prego, ti preego, dì di si... "Ok, ma mandami un messaggio appena arrivi, peró quando torni a casa ne riparliamo" la solita, lei mi credeva e io non mi sentivo affatto in colpa per questo, potrei fare benissimo l'attore.
Dopo essere sceso dalla macchina e aver salutato mia madre mi diressi verso un qualsiasi posto, oltre che nella direzione della scuola, camminando non mi rendevo conto di quanto lontano stavo andando, passo dopo passo mi ritrovai nella periferia della strada. E ora? Che faccio? Ho perso il senso dell'orientamento e non mi ricordo piú da dove sono venuto, guardo il cellulare, niente campo, che posto strano, una piazzetta dove il sole spacca le pietre, al centro una fontana, spenta, e in uno dei quattro angoli della piazza quadrata un negozietto, che dall'aspetto sembra abbandonato, oltre a quello ci sono tre porte negli angoli rimanenti, provo ad aprirne una ma con stupore scopro avvicinandomi, che è solo un graffito, un disegno fatto molto bene, su un muro ingiallito dal sole, così sono anche le altre porte, non mi resta nient'altro che il negozietto abbandonato.
Entro, dalle tende strappate e mangiate dalle termiti passa un filo di luce che, anche se debole, rende possibile distinguere abbastanza chiaramente gli oggetti all'interno, sembra un negozio dell'usato, pieno di cavolate che la gente comprerebbe solo per la soddisfazione di averle, tutte cose stupide, che la gente è talmente stupida da comprare, poi una vetrina di anelli senza valore, giusto per accontentarsi, una serie di gioccattoli inutili come un gattino che saluta se batti le mani due volte; la luce cominció a diventare piu fioca man mano che andavo avanti, vestiti, libri poi una scala a chiocciola che portava a un piano superiore, non prometteva bene, quel negozio sembrava abbandonato da anni e i gli scalini di legno potevano cedere, io mi sarei potuto rompere qualche ossa e non avrei avuto nessuna scusa da dire a mia madre per il fatto che ero a scuola, nonostante tuttoció salii lo stesso, era una libreria, ne presi uno a caso, la copertina era vuota magari dentro c'era scritto qualcosa, ma stranamente era tutto completamente bianco, sfogliando le pagine in attesa di un... Un cosa, un segno? Era solo tempo sprecato ma proprio quando stavo per rinunciare e passare ad un altro libro guardai l'ultima pagina, sempre per curiositá, anche li era tutto bianco. Chiusi il libro ma rimettendolo a posto notai che sulla copertina era apparsa una scritta dorata che, diversamente da tutto qua dentro, sembrava nuova di zecca, diceva "Alex Lewis. Datato 14 Settembre 3027" poi un urlo al piano di sotto, un terremoto, la casa crolla, io chiudo gli occhi e quando li riapro sento mia madre che mi urla dal piano di sotto "Alex! Svegliati o farai tardi! Vuoi veramente arrivare in ritardo il primo giorno di scuola?"

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