6 - Un affare a Rotterdam/2 - 10/2008

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La signorina Helen Van Dulmen, era una piacente donna con meno di quarant'anni, per quanto la tradisse la data anagrafica sui documenti, ma portati in modo esemplare. Capelli corti biondi, semplici orecchini in oro bianco e smeraldi, un colliere della stessa parure. Aveva al polso un Cartier tempestato di brillanti ed un diamante da un carato tra le ore dodici ed il perno delle lancette. Il cinturino, in coccodrillo tinto turchese, dava una grazia particolare al suo polso.
Era vestita con un abito velato color crema, attillato da far trasparire le sue graziose forme. Una scarpa bassa nello stesso turchese del cinturino, le pietre verdi dei gioielli e gli sfavillanti e preziosi puntini del quadrante, le donavano un'eleganza particolare, confermata a pieno dai suoi modi.

Aveva un fratello ed una sorella piu' piccoli che studiavano negli USA, nello stato del Michigan ed era li' che lei voleva trasferirsi al piu' presto. Suo papa' era venuto a mancare sei mesi prima in un incidente in aliante, la mamma le era morta da oltre vent'anni.

Quando aveva ricevuto la telefonata dell'agente immobiliare, non aveva perso un minuto e si era precipitata nell'agenzia. Aveva un'altra residenza, una lussuosa villa che stava in un parco a mezz'ora dal centro. Quella l'avrebbe tenuta. Non aveva grossi problemi economici ma, voleva vendere a tutti costi quell'immobile per monetizzare ed acquistarne un altro negli USA.

La cosa gioco' a mio favore. Capii che l'unica cosa che la tratteneva li, malvolentieri, era quella incombenza. Sarebbe andata via non appena l'avesse venduto. Le offrii subito un milione e mezzo, assicurandole che avremmo rogitato entro otto giorni. Lei non era convinta, anche se molto incentivata dall'idea di risolvere il suo problema in cosi' breve tempo. Mi concesse, in modo fermo e convinto, di abbassare la sua richiesta fino ad un milione e ottocentomila. Le dissi che sarei arrivato ad un milione cinquecentocinquantamila. Lei ribatté: - Uno settecentocinquanta. Non uno in meno!
E fece finta di alzarsi. Mi alzai io, presi tre delle quattro mazzette che avevo in tasca, le posai sul tavolo e le dissi:                - Unmilioneseicentomila euro. Ultima offerta. Questo e' un acconto di centocinquantamila, fissi un appuntamento dal suo notaio di fiducia tra una settimana e mi faccia avere il suo recapito.

La signora, a cui si era illuminato improvvisamente il viso cancellando quel velo di tristezza che aveva al suo arrivo, fece come per controbattere ma non le diedi il tempo. Presi le tre mazzette e me le rimisi in tasca. La sua faccia prese un'espressione di stupore. Stava crollando la sua certezza. Si schiarì la voce e mi disse, molto pacatamente:              - Ma, l'acconto dovrebbe essere almeno del dieci percento... . Ritirai fuori le tre mazzette e gliele rimisi in mano. Tirai fuori, dall'altra tasca, la quarta mazzetta, contai venti banconote, le sfilai dalla fascetta e gliele porsi, con la mano tesa ma ad una distanza tale che per prenderle avrebbe dovuto avvicinarsi. Mentre lo faceva, piegavo il gomito lentamente avvicinandomi le banconote al viso. Volevo che mi guardasse negli occhi. L'aveva sempre evitato, fino a quel momento. Finalmente raggiunsi il mio scopo. Mi guardo'. Era bella, molto bella. Mi fece un sorriso molto intrigante e mi disse a voce bassa:         - Hai vinto. Complimenti.                                          Ci stringemmo la mano. Anzi gliela strinsi io e mi sentii subito un cafone, davanti ad un così nobile esempio di eleganza. Eleganza quella vera, quella che da bambino mi faceva sognare guardando i film con Cary Grant e Grace Kelly. Lei, che a Grace Kelly degli anni d'oro ci somigliava tanto, la mano me l'aveva porta con l'angolazione di chi si aspetta un bacio. Non si aspettava certo la mia stretta da burbero. Deglutii e mi sentii sempre peggio. Stavo sudando freddo. Dovetti deviare la mia mente e ritornare con i piedi per terra. Avevo concluso un affare che tre ore fa mi sembrava un traguardo irraggiungibile e continuavo a menarmela per le mie solite figuracce? Avrei dovuto esserci oramai abituato.

L'agente compilo' la documentazione relativa al compromesso, registro' l'avvenuto deposito dell'acconto del dieci percento e pretese da entrambi, a sua volta il dieci percento della sua parcella fissata nell'otto percento dell'intero importo, che avremmo dovuto liquidargli meta' per uno.

105 - La Roulette Russa di una VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora