Please, Ann

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- Ti prego, Annabeth!-
Il ragazzo tirava pugni mano a mano più deboli contro la porta della cabina 6

- Ti prego - disse esausto, battendo un ultimo pugno stanco contro il legno, accasciandosi, poi, davanti ad essa.

- Annabeth...- disse con la voce tremante, la testa china, il pugno ancora chiuso che percepiva la superficie ruvida della porta.

- Vattene via, Percy!- aveva detto lei, con le gambe al petto e la schiena appoggiata alla stessa porta in cui Percy stava ripetendo il suo nome.

- Non voglio più rivederti! Vattene!- disse ancora la ragazza, con le lacrime agli occhi.
- Vattene...- ripeté.

Percy si era abbandonato a fissare lo zerbino, ripensando a quel che aveva fatto. E l'aveva fatta stare male.
- Mi dispiace! Non lo faccio più, te lo prometto. Ma non fare così, io ci sto male!-

- Ormai è troppo tardi! Dovevi pensarci prima. E adesso basta, non voglio più avere a che fare con te! Sparisci!-
Replicò da dietro la porta, in preda alla rabbia.
- mi hai rovinato la reputazione, l'orgoglio!-

- dammi una possibilità per rimediare!- disse Percy

- Non esiste proprio. - rispose Annabeth, tirando su col naso.

E Percy era a terra, gli occhi umidi, le nocche rosse. Era a terra, fisicamente e moralmente. Non avrebbe mai pensato di arrivare a quella fine. La triste fine della sua relazione.

- Non puoi lasciarmi così! - aveva cercato di dire ancora, speranzoso che cambiasse idea.

- Non ti sopporto più. È finita, basta. Percy Jackson, tornatene in cabina.-

Percy alzò la testa, gli occhi ancora lucidi. Si inginocchiò e aprì le braccia.
- Ma non puoi fare così per una volta che vinco a monopoli!- disse lui.

-Taci e ripensa a quel che mi hai fatto, stolto.-

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