2° Giorno

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Louis aveva settato la sua sveglia alle sei meno dieci del mattino.

Nonostante l'incomprensione della notte prima, lui aveva comunque ancora in programma di portarlo nella Grotta Azzurra prima che potessero aprire qualsiasi giro. Ci sarebbero andati da soli, a nuoto anche se la barca si fosse fermata il più lontana possibile, e magari si sarebbero aiutati con qualche materassino o salvagente se proprio non andava loro una nuotata mattutina.

Quando si alzò dal suo letto, ancora in boxer per aver dormito senza pigiama - ovvio perché non aveva avuto nemmeno il tempo di farsi prestare qualcosa - si mise addosso la prima cosa che trovò, ovvero una vestaglia appesa accanto al letto e uscì nel piccolo corridoio, sentendo appena l'oscillazione dell'imbarcazione. Arrivò fino alla stanza di Harry e poi bussò piano. Non ricevendo ancora nessuna risposta bussò più forte, poi provò ad aprire.

Niente, si era chiuso dentro.

"Harry?" Provò a chiamarlo, facendo finta d'aver completamente dimenticato il modo in cui la notte prima avesse ordinato di chiamarlo. Bussò ancora, questa volta a palmo aperto sulla porta in legno lucido, finché dall'altro lato non sentì un lamento lungo e poi la serratura a scatto che veniva girata.

"Che ore sono?" Domandò il riccio non appena aprì e l'immagine di Harry con solo il pantalone del pigiama addosso non era una di quelle che poteva essere sostenuta da un Louis appena sveglio, ancora mezzo assonnato. Aveva una grossa farfalla tatuata sulla pancia e due rondini di poco sotto le clavicole e qualche altro tatuaggio all'altezza della spalla, più altri a tema marittimo sul braccio sinistro.

"Sono quasi le sei" rispose alzando lo sguardo dal suo petto per guardarlo in viso nel momento in cui lui si stava stropicciando gli occhi ancora assonnati, con i capelli ancora tutti in disordine.

"E perché mai mi hai svegliato adesso?" Chiese ancora, senza più il tono arrabbiato della notte prima, ma con ancora un po' di distacco. Eccessivamente educato per i gusti di Louis, troppo composto.

"Ti avevo promesso che ti avrei portato in un posto, no? Voglio ancora andarci." Disse con tono fermo e senza smettere di guardarlo. "Ora, se potessi prestarmi un costume, te ne sarei molto grato" concluse sbirciando la camera alle sue spalle. Harry rimase a fissarlo per qualche altro secondo, cercando di capire forse cosa fare. Voleva concedergliela quella cosa oppure continuare a farsi irritare dalle parole che aveva sentito la notte prima? Era stato difficile sentirsele dire dopo una giornata intera che aveva passato a non pensare, a dimenticare completamente, quel limite che poteva esserci tra di loro o semplicemente tra lui e il resto del mondo.

Louis l'aveva trattato come voleva e come sognava di essere trattato da un bel po' di tempo e poi se n'era uscito con quella frase? Ci era rimasto male, non lo avrebbe nascosto se avesse fatto domande, ma al tempo stesso non voleva privarsi di qualsiasi cosa egli avesse organizzato per quella mattina.

Si voltò semplicemente andando a scavare nel borsone che si era fatto portare da Ben prima che arrivassero e tirò
fuori un costume giallo per sé e uno rosso per lui che gli lanciò e Louis prese al volo.

"Ti aspetto fuori..." sussurrò appena prima di uscire, senza aggiungere nessun altra parola, diretto nella propria cabina.

Dovette stringere un po' quel costume prima di sentirsi pronto ad uscire. Attese Harry lì fuori per qualche minuto finché non lo vide salire le scale per uscire fuori e raggiungerlo a poppa.

"Pronto?" Chiese con un sorriso mentre uno dei marinai stava gonfiando per loro uno di quei materassini di stoffa blu e rosso. Harry si stiracchiò prima di notare quanti tatuaggi avesse anche Louis addosso, sul petto soprattutto una scritta gli balzò all'occhio: it is what it is.

Vide 'o mare quant'è bello! || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora