POV'S Soledad
Il giorno seguente mi svegliai presto, alle 7. Avevo fatto gli incubi tutta la notte e non ero riuscita a dormire. La pancia mi brontolava e così decisi di vestirmi e andare a fare colazione. Passai per il corridoio e intravedi mio fratello dormire ancora nel suo letto. Arrivata in cucina mia madre a mio padre erano seduti al tavolo.
<<Soledad dobbiamo dirti una cosa molto importante>>
<<Ditemi>>
Immaginavo già che mi avrebbero detto detto qualcosa visto che il giorno dopo avrei compiuto sedici anni.
<<Vedi...per il tuo compleanno non abbiamo potuto comprarti niente perché non abbiamo soldi a sufficienza... Potremmo darti queste monetine e ne farai l'uso che vorrai.>>
<<Ok grazie mamma e papà, però vorrei che me li daste domani>>
<<Va bene Soledad>>
<<Ora esco di casa, devo andare a scuola. Ciao ciao!>>
Mi incamminai verso la scuola. Erano le 8 esatte appena la campanella suonò. Entrai in classe e come ogni mattina dovevamo fare una preghiera tutti insieme. Però c'era qualcosa di strano. In classe c'erano tre persone che non avevo mai visto prima: due ragazze e un ragazzo.
La maestra li chiamò a presentarsi: Maria, Isabel e Josh.
Uscii da scuola verso mezzogiorno. Sentii dei passi dietro di me. Mi sentii chiamare per nome.
<<Soledad!>>
Mi girai di scatto. <<Ehi Josh!>> esclamai.
<<Ehi...volevo chiederti...visto che sono nuovo qui e non ho ancora conosciuto nessuno, ti andrebbe di accompagnarmi fino a casa?>>
<<Si certo, dove abiti?>>
<<Mi sono appena trasferito e ora abito in via Garibaldi 33>>
<<Anche io abito in quella via!>>
Non mi accorsi che erano già le 12.30 e dovevo correre a casa.
Ci incamminammo con passo svelto e arrivammo nella nostra via.
<<Allora dov'è la tua casa?>> gli chiesi.
<<Dietro l'angolo alla fine della strada>>
<<Ok, la mia invece è proprio qui. Però ti accompagno lo stesso.>>
<<Ok grazie Sol>>
Nessuno mi aveva chiamato così prima. Sentii le guance infiammarsi ma non ci feci troppo caso.
<<Ok siamo arrivati>>
<<Ok allora ritorno a indietro a casa mia, ciao Josh>>
<<Un giorno potresti venire a casa mia così mi aiuti a fare i compiti! >>
<<Certo, ciao!>>
<<Ciao Sol!>>
Ancora quel soprannome.
Tornai a casa e finalmente mi sedetti al tavolo e ricevetti la solita zuppa. Poi andai a sdraiarmi sul letto e involontariamente mi addormentai.
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Libera Come Una Farfalla
RomanceEra il 1944. Soledad stava passeggiando tranquillamente appena vede furgone delle SS fermarsi proprio davanti a casa sua. In casa c'erano suo padre, sua madre e suo fratello. Era buio. Non sapeva cosa fare. All'improvviso però sentì una voce proprio...